domenica 20 dicembre 2009

Un piccolo frammento del romanzo

"La sete di vendetta veniva alimentata da tutti questi ricordi,
dai più remoti ai più recenti, aumentando progressivamente, e
ahimè, aumentava in proporzione al forte mal di testa e ad
una stanchezza inimmaginabile.
Così aveva deciso di dormire, magari anche solo per pochi
minuti, chiuso nella sua camera, nonostante i rumori che producevano
gli operai che lavoravano nelle altre stanze. Ma appena
stava per addormentarsi sentì la porta chiudersi dopo
che l'ultimo operaio era uscito.

Il giovane allora rinunciò a dormire e si fece un caffè. Poi
uscì e per strada, tremando e con il capo basso, iniziò a riflettere.
Vide una ragazza che conosceva, con la quale aveva trascorso
parte della sua infanzia, ma era di spalle e non lo poteva vedere.
Si ricorda che il primo bacio lo aveva dato a lei, anche se
non provava nulla per lei: erano piccoli, era solo un gioco. Non
era stato neanche un vero e proprio bacio: era talmente imbarazzato
che era riuscito solo a darglielo sulla guancia e gli altri
ragazzi che invece avevano baciato le loro ragazzine sulla bocca,
ridevano vedendolo in imbarazzo, ma non lo prendevano
in giro, scherzavano amichevolmente e uno di loro, che poi sarebbe
diventato un suo nemico e che a circa vent'anni sarebbe
stato arrestato, lo aveva rassicurato: "Tranquillo dai, è normale:
è la prima volta!". Quel ricordo lo aveva rasserenato un po'.
Proseguendo vide un'altra ragazza: una di colore che aveva
conosciuto alle superiori, che alle spalle veniva diffamata e discriminata,
e lui, all’insaputa di lei, l'aveva sempre difesa.
Adesso però quasi non si salutavano più e lei gli rivolgeva la
parola soltanto per chiedergli qualche favore, quasi come se si
ricordasse a malapena il suo nome e chi fosse, talvolta chiedendogli
magari una sigaretta, dimenticando che il giovane
non aveva mai fumato in vita sua!
Ma tutto questo non lo turbava affatto, si era acceso un lieve
sorriso sul suo volto, infatti stava finalmente ricordando alcuni
bei momenti, o almeno, momenti di pace e serenità.
Si sentì ancora meglio quando quella ragazza lo salutò quasi
come se non aspettasse altro e senza chiedergli alcun favore."

La trama

La città dei Matti è la storia di Romolo e della sua incessante ricerca di se stesso, sullo scenario di un paesino del Sud, dove convivono criminalità e romantici rivoluzionari. Romolo, nella sua logorante e solitaria introspezione, riflette sui tanti episodi per i quali perse, a causa della cattiveria e della superficialità altrui, la stima di sé e la fiducia nel prossimo. E sarà il sedimentarsi in lui, giorno dopo giorno, di tutte queste laceranti circostanze ad animarlo di un sentimento di personale rivalsa, e a trascinarlo nella più estrema alienazione dalla vita. Così, con un tocco a volte ironico ed a volte ispirato, La città dei Matti dell’esordiente Domenico Esposito, racconta come le inquietudini giovanili, quando lasciate a se stesse, conducano per mano oltre il senso del vero.

L'autore

Domenico Esposito, detto "Mito" (1986), è un giovane rapper di Cervinara (Avellino), conosciuto anche con lo pseudonimo di “Mito”. Ha sempre coltivato la vena di scrittore e poeta, cui crescendo si è aggiunta la passione per la musica, appunto il rap. Diplomatosi geometra, si dà però esclusivamente alla musica partecipando a numerosi concerti. All'età di ventuno anni si iscrive alla facoltà di Storia presso l'Università Federico II di Napoli, e dopo un paio di anni scrive il suo primo romanzo: "La città dei Matti". Conduce il programma culturale "Polvere di Storia" alla web radio "C.A.O.S." ("Centro Autogestito Operante nel Sociale", ispirata al movimento giovanile della Valle Caudina nel quale è attivamente impegnato.