martedì 24 ottobre 2017

Recensione del mio romanzo "Mad World - Il mondo malato" su Capitolo Zero blog

Ecco una bellissima recensione del mio libro, sul blog "Capitolo Zero". Grazie a Mariateresa per la recensione.

Clicca qui per leggerla.

Ho saputo che il mio libro sarà tolto dal catalogo di Eretica Edizioni nel gennaio 2018

Il mio libro "Mad World. Il Mondo Malato" e tutti i libri di Eretica Edizioni, saranno tolti dal catalogo a partire dal gennaio 2018, a causa di una scissione tra l'associazione e la casa editrice. Dopodiché, tutti i libri dovranno essere nuovamente esaminati dal nuovo comitato di lettura ed eventualmente ripubblicati. Spero che il mio libro rientrerà nel nuovo catalogo. In caso contrario, chi ancora non lo avesse acquistato, può farlo tramite il sito, -world fino alla fine di dicembre oppure alla libreria "Liberamente" a Cervinara.

sabato 5 agosto 2017

Un giorno i cervinaresi mi ricorderanno così

Un giorno i cervinaresi mi ricorderanno così: "quel ragazzo che stava sempre con un libro in mano, quasi sempre da solo, che 'se non sbaglio' - dirà qualcuno - aveva anche scritto qualche libro". Per pochi sarò, come per pochi sono, "lo scrittore".






Domenico J. Esposito, scrittore.

mercoledì 26 luglio 2017

Intervista di Domenico J. Esposito a Efrem Lettieri

Oggi ho incontrato il cantante Efrem Lettieri per intervistarlo. Mi accoglie a casa sua, piuttosto ordinata e pulita per un uomo che vive da solo. Mi prepara il caffè. Non era molto di buon umore perché lo scopo della nostra intervista nasce da alcune accuse nei confronti del musicista che non gli sono affatto piaciute. Non mi guarda in faccia, è nervoso. Questo, però, non mi ha messo a disagio. Ovviamente ne ho approfittato per fargli alcune domande sulla musica, ma mi ha chiesto di non parlare dei suoi progetti futuri né del suo gruppo, perché al momento la situazione è un po’ confusa e particolare. Stanno succedendo, nella sua vita, cose strane che non sa come andranno a finire. Mi siedo di fronte a lui, che ogni tanto si alza per controllare se il caffè è pronto. Lo versa nelle tazze e sorseggiamo. Accendo il registratore e prendo appunto sul mio quaderno. Quando inizio l’intervista, sembra calmarsi, fino a che gli faccio le ultime domande più provocatorie, quelle che aspettava, a causa di quelle che accuse che lo fanno infervorare.
Allora Efrem, innanzitutto ti ringrazio tantissimo per avermi concesso l’intervista, so che non ami molto essere intervistato.
Sì, ho notato che da quando si parla di me, ci sono molte cose che la gente non ha capito e che bisogna chiarire assolutamente. Per questo ho accettato. Sono sicuro che mi farai le domande giuste.
Certo, ma vorrei iniziare prima a parlare della tua musica. Quando e com’è nata questa passione?
Ho sempre sentito il bisogno di esprimermi in un modo diverso rispetto alle persone che si esprimono semplicemente parlando. Le canzoni mi si formavano nella testa, automaticamente e spontaneamente. Uscivo, passeggiavo e pensavo “in musica”. I pensieri erano sotto forma di canzone. È come una magia. Sembra strano, folle, ma succede esattamente così.
E poi come hai imparato a suonare? Hai fatto lezioni di canto, hai studiato musica?
Ho imparato tutto da solo. A scuola, alle medie, in educazione musicale avevo una sufficienza concessa per compassione dalla professoressa, era una tipa antipatica, che mi odiava. Se avesse potuto, mi avrebbe bocciato soltanto per quello. Eravamo come nemici. Diceva che avevo una falsa faccia da santerello. Non sopportavo il suono della diamonica a fiato, quella scolastica. Dovrebbero proibirla per legge. Si sentiva solo un enorme chiasso quando suonavano i miei compagni a lezione. Io mi sono sempre rifiutato. La musica è arte, non è una cazzo di materia scolastica, non la possono fare tutti. Il mio era un atto di ribellione. Sarebbe stato giusto proporla come attività extrascolastica per gli appassionati. Ma neanche lo avrei fatto. Io preferisco essere autodidatta.
Tu per un breve periodo avevi deciso di smettere di suonare. Hai detto spesso che “le cose alle quali ci aggrappiamo per sopravvivere a volte sono quelle che più ci uccidono”. Perché la musica ti avrebbe ucciso? E come ha fatto, invece, a mantenerti in vita?
Sai com’è, il lato negativo dell’arte è che è come l’alcol e la droga: non puoi farne a meno perché ti sembra che ti lasci in vita anche se sei morto dentro. L’arte è più benefica e positiva rispetto alle droghe, ma a volte fa male allo stesso modo: puoi trovare una sala o una piazza vuota, una scarsa quantità di pubblico, magari anche distratto, nessun applauso, niente. A volte, quando perdi tutto e credi che soltanto l’arte possa darti soddisfazione e anche questa ti delude, allora veramente ti sembra di dover mollare tutto. Ma credi che sia riuscito a mollare? Ho continuato sempre a scrivere testi. Non c’è niente da fare, non puoi farne a meno. Artisti si nasce. A volte sembra una maledizione.
Spesso nelle tue canzoni, parli del degrado della società, del male del mondo e tra questo menzioni anche l’uso di alcol e di droga da parte degli adolescenti. Non pensi, però, che quelle cose sarebbe meglio farle a quell’età piuttosto che da adulti?
Ho visto dei ragazzini che sono diventati dipendenti e sono finiti in comunità, si sono dovuti curare, oppure che non si sono mai curati e sono diventati tossici e alcolizzati. È vero che altri invece hanno iniziato da adolescenti e ora al massimo si concedono una birra alla spina, ma altri, a più di trent’anni li vedo ancora a nascondersi in gruppetti a fumare canne, quindi non è detto che se lo fai da ragazzo poi non lo fai più da adulto.
Tu stesso hai dichiarato di aver, per così dire, un passato oscuro, tra droghe, alcol e una vita piuttosto turbolenta. A questo proposito, sei stato accusato di essere contraddittorio e ipocrita, cosa risponderesti a tali accuse?
Che sono delle mezze seghe che non hanno capito niente. Avrebbero preferito che glielo dicesse un prete dall’altare? O uno che non ha mai toccato un goccio d’alcol? Uno che è nato salutista e ha condotto una vita sana? Non credo, penso che sarebbe stato molto peggio e che avrebbe suscitato risolini di scherno ancora più sprezzanti. Se io trasmetto quel tipo di messaggio, è perché so cosa significa trovare il giorno dopo le tasche vuote, benché tu sia uscito con dei soldi in mano la sera prima, ma che sono stati spesi tutti per alcol e droga, so cosa significa svegliarsi depressi dopo una notte di euforia, della quale spesso non ti rimane nulla. Quando vado a un concerto, o vado a fare una passeggiata ad osservare la bellezza del mondo, o magari trascorro una giornata in buona compagnia, mi sento molto meglio. Ci si ubriaca e ci si droga per noia, per insoddisfazione. Se trovo qualcosa che mi soddisfa, io lascio perdere quella merda. Ho visto gente invece che anche quando non è sopraffatta dalla noia e dalla monotonia, si ubriaca e si droga, come se non se ne potesse fare a meno. Io so che si può fare a meno, ma purtroppo, come ho detto nella mia canzone “sono come imprigionato, come incatenato, in questo mondo corrotto, in questo mondo malato”. Ci casco, ci casco sempre anch’io, perché non trovo nessuno che mi faccia compagnia e che mi dica ‘chi se ne frega, dell’alcol, andiamo a farci una bella passeggiata sotto le stelle, lontano dal caos del centro’. Questa non è ipocrisia, perché io ammetto e sono consapevole di fare qualcosa che mi fa male e vorrei qualcuno accanto che mi sproni a non farlo anziché accusarmi di moralismo o ipocrisia. Sono loro gli ipocriti, che non ammettono di essere perennemente insoddisfatti, di essere dipendenti e di volere, in fondo, anche loro smettere di farsi del male. È più facile accusare gli altri di essere moralisti, piuttosto che cercare una strada che ci faccia stare veramente bene e sani.
Sei uno dei pochi artisti che non utilizzano Facebook per promuovere la propria arte, hai pensato però che potrebbe servirti per farti maggiore pubblicità?
Finora se ne sono occupati i miei amici di creare eventi su Facebook e fare attività promozionali. Mi hanno spesso parlato di come funziona quel social e sinceramente voglio starne fuori. Sono un tipo solitario, e tu questo dovresti capirlo, non posso sopportare di conoscere tutti i banali pensieri delle persone, soprattutto quelli che si fingono degli intellettuali. Del resto, non me ne frega molto della visibilità, soprattutto sul web: io faccio musica perché non posso farne a meno, la musica è la spina che mi tiene in vita, la musica è una terapia, mi fa stare bene e dà un senso alla mia vita. Non sono più un ragazzino che sogna di sfondare, non voglio il successo, mi basta continuare a fare musica. Ho accettato quest’intervista, non per pubblicità, ma per chiarire le mie posizioni, le mie idee che non a tutti sono chiare. Non che m’illuda che ora le capiranno tutti, ma almeno ho detto la mia, qualcuno forse capirà meglio, qualcun altro fingerà di non capire perché è quello che preferisce e farà qualche sorriso sarcastico, accusandomi ancora di moralismo.
Grazie ancora per aver accettato, Efrem, e in bocca al lupo per tutto.
Grazie a te!
Di Domenico J. Esposito
Clicca qui per ascoltare la canzone di Efrem Lettieri “Il Mondo Malato”
Clicca qui per comprare il romanzo “Mad World – Il Mondo Malato” con protagonista Efrem Lettieri.



N.B. il personaggio intervistato è solo frutta di fantasia dell’autore (intervista immaginaria).



martedì 18 luglio 2017

Il nuovo video della canzone "Lock N Key" di Sean Paul realizzato da un cervinarese, in collaborazione con Francesco Dibenedetto

Ieri sera è uscita la nuova canzone di Sean Paul  sulla pagina ufficiale di Major Lazer. Il video ufficiale è stato realizzato da un cervinarese, Carlo Esposito (alias Dowggy) in collaborazione con Francesco Dibenedetto (Dj Moiz) per i noti artisti americani. Carlo Esposito è un illustratore italiano, graphic designer e dj. Ha lavorato in diversi settori dell'intrattenimento, dal design di giocattoli (Giochi Preziosi) alla produzione di videogame per smartphone. Attualmente lavora come illustratore per diversi produttori musicali come Kayzo, Major Lazer, Fight Clvb, Perfect Giddimani, Kalibandulu e tanti altri. Dal 2016 è entrato a far parte della Flex Up Crew valorizzando la loro produzione di tracce musicali con le sue copertine, manifesti di eventi che girano in tutto il mondo. Originario di Cervinara vive da qualche anno a Urbino. 

(Ah, dimenticavo: è mio fratello e ha realizzato anche le copertine dei mie primi tre libri!)

Ecco il link al video


martedì 16 maggio 2017

Cervinara maggio dei libri, letture in villa comunale

Ecco il video di Usertv sull'iniziativa a cui ho partecipato ieri mattina. Alla fine del video, anche una mia brevissima intervista.




Domenico J. Esposito, scrittore

lunedì 15 maggio 2017

giovedì 11 maggio 2017

L'importanza (o il problema) di chiamarsi Domenico Esposito

Mi chiamo Domenico Esposito. Faccio lo scrittore. No, non sono mai stato assessore (e non troverete mai scritto L'ass.re Domenico Esposito riferito a me) né sono mai stato candidato sindaco a Napoli., non ho mai partecipato a elezioni comunali. Da nessuna parte, nemmeno nel mio paese a Cervinara. Non vedrete mai il mio nome in nessuna lista. Non ho intenzione di scrivere una delle pagine più belle della storia della politica. Non ho intenzione di scrivere né di storia, né di politica. Non sono mai finito su Fanpage e sinceramente non so se vorrei finirci, dato che i loro servizi non sono di ottima qualità. Li trovo faziosi e politicamente corretti, spesso disonesti. Ma non voglio parlare di loro, voglio parlare di me. Non sono mai stato a Schriesheim, anzi, finora non sapevo nemmeno che esistesse un luogo con un nome del genere.Non ho mai scippato una  collana d'oro a un anziano, e nemmeno a un giovane.Insomma, non sono un criminale, non appartengo a nessun clan e non sono morto in un agguato camorristico. Sì, perché chiamarsi Domenico Esposito e fare lo scrittore ti rende la vita difficile, essendo un nome così comune. Per questo ho dovuto aggiungere la J. che non significa assolutamente nulla e quindi si pronuncia J. come quella di Homer Jay Simpson. Spero solo che nessuno scriverà mai D.J. Esposito o mi scambieranno per un D.J. Sarebbe terribile.  In ogni caso, voi sappiate soltanto che se cercate un Domenico Esposito romanziere, quello sono io. Scrittore è una parola troppo generica, io sono un romanziere. Mi diletto anche in poesia, ma non mi ritengo un poeta. C'è chi mi chiama artista, chi potenziale paroliere perché ho scritto qualche canzone. Infatti nel 2016 ho pubblicato il mio terzo romanzo "Mad World - Il Mondo Malato", dal quale è stata tratta una canzone, che potete ascoltare su youtube.  So che questo articolo potrebbe risultare inutile, ma vi assicuro che non lo è.  A proposito, questo sono io:



domenica 30 aprile 2017

Mad World - Il Mondo Malato presentazione a Roma (29 aprile)

Ed ecco la quarta presentazione del mio terzo romanzo "Mad World - Il Mondo Malato", questa volta nella Capitale, alla particolare e bellissima gelateria Splash. L'evento è stato organizzato dagli scrittori Agnese Monaco e Alessio Masciulli. Vari autori hanno presentato le loro opere, oltre a me.
Ho parlato brevemente del mio romanzo e ho fatto ascoltare la canzone "Il Mondo Malato", brano tratto dal libro, che è piaciuta molto al pubblico. Qui il video
Ecco tutte le foto dell'evento.






































Le dediche ai lettori
Con lo scrittore Alessio Masiculli
Con la scrittrice Agnese Monaco.