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mercoledì 26 luglio 2017

Intervista di Domenico J. Esposito a Efrem Lettieri

Oggi ho incontrato il cantante Efrem Lettieri per intervistarlo. Mi accoglie a casa sua, piuttosto ordinata e pulita per un uomo che vive da solo. Mi prepara il caffè. Non era molto di buon umore perché lo scopo della nostra intervista nasce da alcune accuse nei confronti del musicista che non gli sono affatto piaciute. Non mi guarda in faccia, è nervoso. Questo, però, non mi ha messo a disagio. Ovviamente ne ho approfittato per fargli alcune domande sulla musica, ma mi ha chiesto di non parlare dei suoi progetti futuri né del suo gruppo, perché al momento la situazione è un po’ confusa e particolare. Stanno succedendo, nella sua vita, cose strane che non sa come andranno a finire. Mi siedo di fronte a lui, che ogni tanto si alza per controllare se il caffè è pronto. Lo versa nelle tazze e sorseggiamo. Accendo il registratore e prendo appunto sul mio quaderno. Quando inizio l’intervista, sembra calmarsi, fino a che gli faccio le ultime domande più provocatorie, quelle che aspettava, a causa di quelle che accuse che lo fanno infervorare.
Allora Efrem, innanzitutto ti ringrazio tantissimo per avermi concesso l’intervista, so che non ami molto essere intervistato.
Sì, ho notato che da quando si parla di me, ci sono molte cose che la gente non ha capito e che bisogna chiarire assolutamente. Per questo ho accettato. Sono sicuro che mi farai le domande giuste.
Certo, ma vorrei iniziare prima a parlare della tua musica. Quando e com’è nata questa passione?
Ho sempre sentito il bisogno di esprimermi in un modo diverso rispetto alle persone che si esprimono semplicemente parlando. Le canzoni mi si formavano nella testa, automaticamente e spontaneamente. Uscivo, passeggiavo e pensavo “in musica”. I pensieri erano sotto forma di canzone. È come una magia. Sembra strano, folle, ma succede esattamente così.
E poi come hai imparato a suonare? Hai fatto lezioni di canto, hai studiato musica?
Ho imparato tutto da solo. A scuola, alle medie, in educazione musicale avevo una sufficienza concessa per compassione dalla professoressa, era una tipa antipatica, che mi odiava. Se avesse potuto, mi avrebbe bocciato soltanto per quello. Eravamo come nemici. Diceva che avevo una falsa faccia da santerello. Non sopportavo il suono della diamonica a fiato, quella scolastica. Dovrebbero proibirla per legge. Si sentiva solo un enorme chiasso quando suonavano i miei compagni a lezione. Io mi sono sempre rifiutato. La musica è arte, non è una cazzo di materia scolastica, non la possono fare tutti. Il mio era un atto di ribellione. Sarebbe stato giusto proporla come attività extrascolastica per gli appassionati. Ma neanche lo avrei fatto. Io preferisco essere autodidatta.
Tu per un breve periodo avevi deciso di smettere di suonare. Hai detto spesso che “le cose alle quali ci aggrappiamo per sopravvivere a volte sono quelle che più ci uccidono”. Perché la musica ti avrebbe ucciso? E come ha fatto, invece, a mantenerti in vita?
Sai com’è, il lato negativo dell’arte è che è come l’alcol e la droga: non puoi farne a meno perché ti sembra che ti lasci in vita anche se sei morto dentro. L’arte è più benefica e positiva rispetto alle droghe, ma a volte fa male allo stesso modo: puoi trovare una sala o una piazza vuota, una scarsa quantità di pubblico, magari anche distratto, nessun applauso, niente. A volte, quando perdi tutto e credi che soltanto l’arte possa darti soddisfazione e anche questa ti delude, allora veramente ti sembra di dover mollare tutto. Ma credi che sia riuscito a mollare? Ho continuato sempre a scrivere testi. Non c’è niente da fare, non puoi farne a meno. Artisti si nasce. A volte sembra una maledizione.
Spesso nelle tue canzoni, parli del degrado della società, del male del mondo e tra questo menzioni anche l’uso di alcol e di droga da parte degli adolescenti. Non pensi, però, che quelle cose sarebbe meglio farle a quell’età piuttosto che da adulti?
Ho visto dei ragazzini che sono diventati dipendenti e sono finiti in comunità, si sono dovuti curare, oppure che non si sono mai curati e sono diventati tossici e alcolizzati. È vero che altri invece hanno iniziato da adolescenti e ora al massimo si concedono una birra alla spina, ma altri, a più di trent’anni li vedo ancora a nascondersi in gruppetti a fumare canne, quindi non è detto che se lo fai da ragazzo poi non lo fai più da adulto.
Tu stesso hai dichiarato di aver, per così dire, un passato oscuro, tra droghe, alcol e una vita piuttosto turbolenta. A questo proposito, sei stato accusato di essere contraddittorio e ipocrita, cosa risponderesti a tali accuse?
Che sono delle mezze seghe che non hanno capito niente. Avrebbero preferito che glielo dicesse un prete dall’altare? O uno che non ha mai toccato un goccio d’alcol? Uno che è nato salutista e ha condotto una vita sana? Non credo, penso che sarebbe stato molto peggio e che avrebbe suscitato risolini di scherno ancora più sprezzanti. Se io trasmetto quel tipo di messaggio, è perché so cosa significa trovare il giorno dopo le tasche vuote, benché tu sia uscito con dei soldi in mano la sera prima, ma che sono stati spesi tutti per alcol e droga, so cosa significa svegliarsi depressi dopo una notte di euforia, della quale spesso non ti rimane nulla. Quando vado a un concerto, o vado a fare una passeggiata ad osservare la bellezza del mondo, o magari trascorro una giornata in buona compagnia, mi sento molto meglio. Ci si ubriaca e ci si droga per noia, per insoddisfazione. Se trovo qualcosa che mi soddisfa, io lascio perdere quella merda. Ho visto gente invece che anche quando non è sopraffatta dalla noia e dalla monotonia, si ubriaca e si droga, come se non se ne potesse fare a meno. Io so che si può fare a meno, ma purtroppo, come ho detto nella mia canzone “sono come imprigionato, come incatenato, in questo mondo corrotto, in questo mondo malato”. Ci casco, ci casco sempre anch’io, perché non trovo nessuno che mi faccia compagnia e che mi dica ‘chi se ne frega, dell’alcol, andiamo a farci una bella passeggiata sotto le stelle, lontano dal caos del centro’. Questa non è ipocrisia, perché io ammetto e sono consapevole di fare qualcosa che mi fa male e vorrei qualcuno accanto che mi sproni a non farlo anziché accusarmi di moralismo o ipocrisia. Sono loro gli ipocriti, che non ammettono di essere perennemente insoddisfatti, di essere dipendenti e di volere, in fondo, anche loro smettere di farsi del male. È più facile accusare gli altri di essere moralisti, piuttosto che cercare una strada che ci faccia stare veramente bene e sani.
Sei uno dei pochi artisti che non utilizzano Facebook per promuovere la propria arte, hai pensato però che potrebbe servirti per farti maggiore pubblicità?
Finora se ne sono occupati i miei amici di creare eventi su Facebook e fare attività promozionali. Mi hanno spesso parlato di come funziona quel social e sinceramente voglio starne fuori. Sono un tipo solitario, e tu questo dovresti capirlo, non posso sopportare di conoscere tutti i banali pensieri delle persone, soprattutto quelli che si fingono degli intellettuali. Del resto, non me ne frega molto della visibilità, soprattutto sul web: io faccio musica perché non posso farne a meno, la musica è la spina che mi tiene in vita, la musica è una terapia, mi fa stare bene e dà un senso alla mia vita. Non sono più un ragazzino che sogna di sfondare, non voglio il successo, mi basta continuare a fare musica. Ho accettato quest’intervista, non per pubblicità, ma per chiarire le mie posizioni, le mie idee che non a tutti sono chiare. Non che m’illuda che ora le capiranno tutti, ma almeno ho detto la mia, qualcuno forse capirà meglio, qualcun altro fingerà di non capire perché è quello che preferisce e farà qualche sorriso sarcastico, accusandomi ancora di moralismo.
Grazie ancora per aver accettato, Efrem, e in bocca al lupo per tutto.
Grazie a te!
Di Domenico J. Esposito
Clicca qui per ascoltare la canzone di Efrem Lettieri “Il Mondo Malato”
Clicca qui per comprare il romanzo “Mad World – Il Mondo Malato” con protagonista Efrem Lettieri.



N.B. il personaggio intervistato è solo frutta di fantasia dell’autore (intervista immaginaria).



domenica 30 aprile 2017

Mad World - Il Mondo Malato presentazione a Roma (29 aprile)

Ed ecco la quarta presentazione del mio terzo romanzo "Mad World - Il Mondo Malato", questa volta nella Capitale, alla particolare e bellissima gelateria Splash. L'evento è stato organizzato dagli scrittori Agnese Monaco e Alessio Masciulli. Vari autori hanno presentato le loro opere, oltre a me.
Ho parlato brevemente del mio romanzo e ho fatto ascoltare la canzone "Il Mondo Malato", brano tratto dal libro, che è piaciuta molto al pubblico. Qui il video
Ecco tutte le foto dell'evento.






































Le dediche ai lettori
Con lo scrittore Alessio Masiculli
Con la scrittrice Agnese Monaco.


mercoledì 26 aprile 2017

Quarta presentazione del romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" (Roma).

Il 29 aprile presenterò il mio romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" a Roma, alla gelateria Splash, in occasione  dell'evento "Fuori regione con i libri", organizzato dallo scrittore Alessio Masciulli, in collaborazione con la scrittrice Agnese Monaco. Saremo ben quindici autori a parlare in breve tempo dei nostri libri. Ovviamente, porterò con me un cd con la canzone tratta dal romanzo "Il Mondo Malato" per farla ascoltare ai presenti.



lunedì 20 marzo 2017

Nuova recensione al romanzo Mad World - Il Mondo Malato (La Bancarella del libro)

La storia si legge alla velocità della luce apprezzando lo sforzo dell'autore che ha saputo, con pochissimo, creare un microcosmo che merita di essere salvato.
Quel microcosmo siamo noi. Ci abitiamo dentro, ma spesso ce ne dimentichiamo.

(Francesco Balestri)

Clicca qui per leggere la recensione

venerdì 3 marzo 2017

Perché finora ho scelto sempre protagonisti giovani

Ho scritto tre romanzi, in tutti e tre, i personaggi erano sempre abbastanza giovani. L'ultimo, Efrem Lettieri, è un uomo vicino alla trentina (tra i ventisette e i ventotto), come ho già spiegato in questo articolo. Un'età molto difficile, mentre c'è chi ti dice che sei ancora giovane, c'è invece chi sostiene che ormai non lo sei più, soprattutto certe agenzie che ti impediscono di fare concorsi di lavoro, ma non divaghiamo. Il motivo principale per cui i protagonisti hanno sempre la mia stessa età o qualche anno di differenza è la maggior facilità dell'empatia tra autore e personaggio. Ma non era di questo che volevo discutere. Volevo, più che altro sfatare un luogo comune: i personaggi che hanno problemi, disturbi, che conducono una vita degradante sono, è vero, per lo più giovani, ma perché? Per fare la solita retorica su giovani? No. Io stesso, nel mio romanzo precedente "Sia fatta la mia volontà-Qui nel mondo" ho scritto che non mi piace quando si parla delle “cattive abitudini dei giovani d’oggi”, come se gli adulti o gli anziani di ieri e di oggi non ne avessero avute né ora né in gioventù (affermazione che contrastava con la prefazione dell'editore). In realtà, io non parlo "di giovani", io parli di essere umani. I miei modelli letterari sono soprattutto Dostoevskij e Zola e altri romanzieri dell'Ottocento che si occupavano appunto dei problemi dell'animo umano. Quando mi si chiede "cosa dobbiamo fare per risolvere i problemi dei giovani d'oggi" davvero non so cosa rispondere. Qualcuno sostiene già in anticipo che non saprò cosa rispondere perché sono anche io un "ragazzo" (mancano pochi giorni al mio trentunesimo compleanno). La verità, invece, è che non lo sa nessuno di loro e tutto questo non ha nulla a che fare con l'età. Non lo sappiamo perché è complicato, perché io sono solo uno scrittore che mette su carta le cose che non vanno sopratutto per riuscire a sopportarle. I giovani non sono un problema: in loro è riposta la speranza. Non che gli adulti non abbiano più possibilità di cambiare o di salvarsi (ho visto gente maturare a sessant'anni), ma quando sono loro a vivere in modo degradante, a ubriacarsi, ad andare a prostitute è molto più disgustoso, perché a una certa età dovresti aver compreso la bellezza della semplicità della vita. I giovani che osservo e dai quali prendo spunto per creare i personaggi sono persone che se vogliono, possono cambiare. Il più delle volte, una volta cresciuti, diventano soltanto delle esperienze giovanili, ricordi di gioventù. A differenza di ciò che può sembrare, a differenza di ciò che qualcuno avrà già detto, il mio non è un romanzo moralista, perché io stesso non sono mai stato un moralista, un santo (o un "astemio"), tuttavia spesso rifletto sull'inutilità di rimpinzarci di alcol soltanto per noia, quando una birra tira l'altra e ci si ritrova ubriachi, con il fegato e lo stomaco rovinati, con i postumi di sbornia del giorno dopo e soprattutto con il portafogli vuoto. Per cosa poi? Rifletto sul fatto che potremmo evitare. Ci sono stati periodi - e voglio finalmente confessarlo senza problemi - in cui per me uscire significava automaticamente bere e ubriacarmi. Ci sono poi periodi nei quali mi sento addirittura astemio e non trovo nessuna utilità nel bere. Si sono creati perciò una cerchia di conoscenti che mi crede astemio e una cerchia di altri che si sorprende ogni volta che rifiuto una birra. Con questo voglio dire che nessuno è perfetto, non credo nemmeno che esista la concezione della perfezione. Torniamo alla questione "giovani". Prendiamo ad esempio il problema del personaggio Agostino: chi di voi non ha mai sentito parlare di money-slave, di ragazze che chiedono di farsi ricaricare il cellulare? Un problema dei giovani? No, un problema sociale.
Eliana Russo, una ragazzina che si ubriaca e fa uso di hashish da quando aveva quattordici anni e a diciassette inizia anche con la cocaina: un problema che riguarda i giovani? Vuol dire che se gli adulti tirano cocaina è tutto a posto? Secondo me, invece, è l'opposto. Il personaggio di Eliana Russo rappresenta il difficile percorso della giovinezza, che tanto può finire nel degrado quanto può invece concludersi nel miglioramento. Ogni volta che si legge il mio romanzo, si fa caso soltanto ai giovani e non al vero problema: gli adulti.  Il personaggio di Jessica - La Tossica di cui parlo anche nella canzone "Il Mondo Malato" - non è, come forse molti avranno pensato, un'adolescente, una ventenne, bensì una donna che ha superato la soglia dei trent'anni, forse anche sulla soglia della quarantina. Gli uomini che si approfittano di lei non sono dei ragazzini, ma quarantacinquenni, cinquantenni. Tutti poi si dimenticano una scena che per me è molto importante: la scena dei due anziani che vogliono approfittarsi delle due zingare. Lì, se il lettore fosse attento, si potrebbero sfatare due luoghi comuni: quello delle zingare che sono necessariamente prostitute (nel libro - come la scena reale che ho visto e dalla quale ho preso ispirazione, le due giovani zingare vendono calzini) e il luogo comune secondo il quale il degrado, la corruzione avvolgerebbe solo ed esclusivamente "i giovani". Se questo fosse vero, allora potremmo stare tranquilli, perché ai giovani si può perdonare tutto appunto con la giovane età, e perché possono evolversi, cambiare. Il vero problema,sono gli adulti, quelli che arrivati a una certa età sono peggiorati. Ma anche a loro, sia data una possibilità di cambiare.

Domenico J. Esposito
scrittore
da PensieriParole

mercoledì 21 dicembre 2016

Le recensioni a Mad World - Il Mondo Malato


Recensione di Giusy Navarretta al romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" e alla canzone tratta dal libro, cantata da Ivan Romano su Avellinozon

La storia di Agostino e della sua perversione è una storia concreta e lucida, costruita in maniera coerente e scorrevole. Eliana, tra i personaggi più complessi, in questo processo di redenzione rimarrà a metà in bilico tra cos’è giusto e cosa è facile. Infine Efrem, protagonista, con le sue mille contraddizioni e mille difetti derivanti da un passato turbolento è sempre alla ricerca della verità, anche se può far davvero male.

Recensione Di Elide Apice al romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" per Sannio e Culture, rubrica "Letto per voi"

Il linguaggio è articolato e cade spesso in localismi dialettali probabilmente per rendere l'idea di una certa quotidianità e rendere così maggiormente credibile la storia che è ambientata in un paesino campano dal quale l’autore trae spunti e narrazioni

Recensione di Mario Sellitri al romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" per Mangialibri

Un messaggio forte, rivolto soprattutto a un pubblico giovane, che incita a combattere l’apatia e i pregiudizi di molte realtà di provincia con la passione e la voglia di realizzare i sogni. Molto interessante, poi, la ricerca del realismo estremo nella narrazione, grazie all’uso di un linguaggio quotidiano, infarcito di dialetto così come di espressioni scurrili. 

N.B. in quest'ultima recensione c'è un'imprecisione sull'età di Efrem, clicca qui per saperne di più



Recensione su La bancarella del libro di Francesco Balestri

"La storia si legge alla velocità della luce apprezzando lo sforzo dell'autore che ha saputo, con pochissimo, creare un microcosmo che merita di essere salvato.
Quel microcosmo siamo noi. Ci abitiamo dentro, ma spesso ce ne dimentichiamo".


Recensione su Capitolo Zero di Maria T.
"Mad world-Il mondo malato è un romanzo breve ma di estrema intensità, che si presta bene alla nascita di riflessioni sulla società contemporanea che, ormai priva di qualsiasi speranza per il futuro, sta scivolando pian piano nella passività e insensibilità, facendo prevalere egoismo e crudeltà a discapito dei princìpi morali che ognuno dovrebbe preservare dentro di sé.
Lo stile della narrazione è semplice e scorrevole, anzi l'autore Domenico J.Esposito ha scelto di utilizzare a tratti termini ed espressioni che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano, anche dialettale. Sicuramente per sottolineare il realismo della sua storia."

Opinioni dei lettori
Clicca qui per leggere le opinioni dei lettori o scrivere la tua, se hai letto il libro, oppure compralo dal sito, se non lo hai ancora fatto.


Domenico J. Esposito



Valutazione di Talento Letterario

"Il personaggio di Efrem trasmette un messaggio positivo, ed è tanto più credibile quanto più affonda le mani in brutture che sono quelle della vita di tutti i giorni. I testi delle canzoni sono originali e profondi. Vengono tratteggiate molto bene, in tutte le loro sfumature, la caduta nella perversione di Agostino e il renitente accanimento su Efrem di Dorena, risultando particolarmente riusciti. I dialoghi con cui i personaggi vengono presentati sono brevi e incalzanti, e il tocco di colore dato dal dialetto non è invasivo. L’intrecciarsi delle singole storie costituisce un incentivo alla lettura, così come le descrizioni essenziali e la brevità dei capitoli supportano e rendono più agile questo tipo di impianto narrativo molto diretto, risultando decisamente piacevole alla lettura. La storia trasmette un messaggio di speranza e lascia anche uno spiraglio in cui il lettore può penetrare per soffermarsi sulla propria vita."

lunedì 12 dicembre 2016

Terza presentazione romanzo "Mad World - Il Mondo Malato", Rotondi

Ieri ho presentato per la terza volta il mio nuovo romanzo "Mad  World - Il mondo malato", a Rotondi con l'Associazione O'Cardill.
La presentazione si è svolta sotto forma di intervista, con Monica Mainolfi. Vito Gabriele Cioffi ha letto alcuni brani del libro, tra cui due canzoni attribuite al personaggio di Efrem Lettieri.
Infine abbiamo proiettato il video del live a Cervinara della canzone Il Mondo Malato.
Il pubblico attento e partecipe.

Ecco alcune foto.









Nel video seguente Vito Gabriele Cioffi legge un brano di "Mad World - Il Mondo Malato", compreso il testo "In Bilico" (contenuto nel libro) scritto insieme al gruppo dark Sindrome del Dolore


Testo: 
“Illudimi, denudami ed osservami,

qui perso nel mio vuoto

Deridimi del mio dolor

Illudimi ancora un po’

Convincimi che tu sia stata mia...

almeno un attimo

Deludimi di nuovo mentre costruisco sogni

E dopo uccidimi... sai che risorgerò...
Derubami dei pensieri miei e senza rimpianti
Conserverò il mio cuore, o alcuni suoi frammenti
Usami soltanto per combattere la noia
Feriscimi col tuo non saper amare
E dopo uccidimi
Bruciami
E mentre grido e muoio ascoltami
Rinascerò dalle mie ceneri
E ti cancellerò come un ricordo sbagliato
Sono in bilico sul limite, dove son sempre stato
Ma adesso so chi sei davvero
Ascolta indifferente il mio dolore nero...
deridilo, divertiti a distruggermi e dopo annientami
illudimi ancora un po’
uccidimi... Ma non lasciarmi in bilico
E poi dimentica e fa che io sia libero...
Sei stata solo un incubo e non chiederò pietà,
a te che non sai amare... invoco solo libertà...”



Inizio presentazione romanzo, comincio parlando del titolo e del personaggio


Clicca qui per vedere il video su yotube






In questo video parlo un altro po' del mio romanzo:


"Non voglio più soltanto giudicare, adesso è tempo di cambiare".
(Il Mondo Malato)
Si vede male, ma si sente molto bene e penso valga la pena di ascoltare queste parole.
Qui spiego che, nonostante Efrem stesso sia a volte sentenzioso e giudizioso, prova compassione per chi sbaglia, ha problemi e viene deriso anziché aiutato.




Vito Gabriele Cioffi legge "Mad World - Il Mondo Malato" con sottofondo la canzone "Il Mondo Malato" musicata da Ivan Romano , letta per metà sotto forma di poesia.