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lunedì 11 febbraio 2019

Alcune foto della presentazione del libro "Il Romanziere" a Rotondi con l'Associazione O' Cardill


Alcune foto della presentazione del libro "Il Romanziere" a Rotondi con l'Associazione O' Cardill.

Relatrice: professoressa Enza Crisci.





giovedì 9 agosto 2018

Recensione di Retesei de "Il Romanziere", dopo la presentazione a Cervinara.

Clicca qui per leggere l'articolo.

Di seguito, ecco le foto.



Durante la presentazione, con il giornalista Peppino Vaccariello

Mio fratello Carlo Esposito, nonché autore della copertina del mio libro, alla fine della presentazione mi fa qualche domanda.

Dediche ai lettori


cugini/lettori


Amici artisti: con Francesco Viola e Ivan Romano



mercoledì 26 aprile 2017

Quarta presentazione del romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" (Roma).

Il 29 aprile presenterò il mio romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" a Roma, alla gelateria Splash, in occasione  dell'evento "Fuori regione con i libri", organizzato dallo scrittore Alessio Masciulli, in collaborazione con la scrittrice Agnese Monaco. Saremo ben quindici autori a parlare in breve tempo dei nostri libri. Ovviamente, porterò con me un cd con la canzone tratta dal romanzo "Il Mondo Malato" per farla ascoltare ai presenti.



mercoledì 15 febbraio 2017

Cervinara, lo scrittore Domenico J.Esposito ospite all’Einaudi (2015)


Oggi voglio semplicemente condividere qualche ricordo.
Il 23 aprile del 2015 fui invitato all’istituto Einaudi di Cervinara, alla Giornata Mondiale del Libro, “io leggo perché”.
ioleggoperche
In seguito, il 17 dicembre dello stesso anno, fui nuovamente invitato, per discutere con gli studenti del mio romanzo d’esordio “La Città dei Matti”, del quali gli alunni realizzarono anche una sorta di booktrailer, con la colonna sonora di Simone Cristicchi.


lunedì 12 dicembre 2016

Terza presentazione romanzo "Mad World - Il Mondo Malato", Rotondi

Ieri ho presentato per la terza volta il mio nuovo romanzo "Mad  World - Il mondo malato", a Rotondi con l'Associazione O'Cardill.
La presentazione si è svolta sotto forma di intervista, con Monica Mainolfi. Vito Gabriele Cioffi ha letto alcuni brani del libro, tra cui due canzoni attribuite al personaggio di Efrem Lettieri.
Infine abbiamo proiettato il video del live a Cervinara della canzone Il Mondo Malato.
Il pubblico attento e partecipe.

Ecco alcune foto.









Nel video seguente Vito Gabriele Cioffi legge un brano di "Mad World - Il Mondo Malato", compreso il testo "In Bilico" (contenuto nel libro) scritto insieme al gruppo dark Sindrome del Dolore


Testo: 
“Illudimi, denudami ed osservami,

qui perso nel mio vuoto

Deridimi del mio dolor

Illudimi ancora un po’

Convincimi che tu sia stata mia...

almeno un attimo

Deludimi di nuovo mentre costruisco sogni

E dopo uccidimi... sai che risorgerò...
Derubami dei pensieri miei e senza rimpianti
Conserverò il mio cuore, o alcuni suoi frammenti
Usami soltanto per combattere la noia
Feriscimi col tuo non saper amare
E dopo uccidimi
Bruciami
E mentre grido e muoio ascoltami
Rinascerò dalle mie ceneri
E ti cancellerò come un ricordo sbagliato
Sono in bilico sul limite, dove son sempre stato
Ma adesso so chi sei davvero
Ascolta indifferente il mio dolore nero...
deridilo, divertiti a distruggermi e dopo annientami
illudimi ancora un po’
uccidimi... Ma non lasciarmi in bilico
E poi dimentica e fa che io sia libero...
Sei stata solo un incubo e non chiederò pietà,
a te che non sai amare... invoco solo libertà...”



Inizio presentazione romanzo, comincio parlando del titolo e del personaggio


Clicca qui per vedere il video su yotube






In questo video parlo un altro po' del mio romanzo:


"Non voglio più soltanto giudicare, adesso è tempo di cambiare".
(Il Mondo Malato)
Si vede male, ma si sente molto bene e penso valga la pena di ascoltare queste parole.
Qui spiego che, nonostante Efrem stesso sia a volte sentenzioso e giudizioso, prova compassione per chi sbaglia, ha problemi e viene deriso anziché aiutato.




Vito Gabriele Cioffi legge "Mad World - Il Mondo Malato" con sottofondo la canzone "Il Mondo Malato" musicata da Ivan Romano , letta per metà sotto forma di poesia.




lunedì 8 febbraio 2016

Presentazione romanzo "Il Mondo Malato" di Domenico J. Esposito, in villa comunale a Cervinara.


I video della presentazione del romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" nell'ambito Salaweb live.
Una serata davvero magica. Un pubblico attento e incuriosito. Copie del libro andate a ruba. Anche le condizioni atmosferiche sono state dalla nostra parte: serata serena e fresca, dal cielo limpido. Davvero emozionante presentare un libro su un palco e sopratutto sentir cantare la canzone tratta dal libro, dal vivo e stare a fianco al cantante. Qualcuno, dal pubblico, conosceva la canzone a memoria e la canticchiava. Dopo tante difficoltà, sono tornato alla grande. 


(clicca sulla scritta viola)


"Il Mondo Malato" cantata dal vivo in villa comunale.
                                           


Clicca qui per ascoltare la canzone registrata su youtube.

Foto dell'evento





Grazie a tutti i presenti.

Domenico J. Esposito.

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Alcune delle mie interviste di quest'anno.

Clicca qui per leggere la mia intervista su Avellino.zon a cura di Giusy Navarretta, pochi giorni dopo la pubblicazione del romanzo



Clicca qui per vedere la puntata in cui sono stato ospite a Ottomattina  ho presentando il mio romanzo "Mad World - Il Mondo Malato"

Intervista di Monica Acito a Domenico Esposito per Eroica Fenice 
Clicca qui per leggere la recensione di Giusy Navarretta su Avellino.zon per parlare del libro e della canzone "Il Mondo Malato".

Intervista  a Ottomattina Estate, programma di Ottochannel, per la rubrica "Incontro con l'autore".

Intervista a Retesei insieme a Ivan Romano


Intervista a Usertv poche ore prima della presentazione e dell'evento



venerdì 23 marzo 2012

Incontro con l'autore Domenico Esposito "Mito" al Caffè Letterario "New Royal" a Montesarchio (BN)

Incontro con l'autore Domenico Esposito Mito al nuovo Caffè Letterario New Royal , ore 18.00 a Montesarchio (BN), e Presentazione romanzo "Sia fatta la mia volontà - Qui nel mondo", la seconda opera di Domenico Esposito Mito, scrittore cervinarese,già autore de La Città dei Matti. "Sia fatta la mia volontà (Qui nel mondo) è il secondo romanzo dello scrittore Domenico Esposito "Mito". Come si evince dal titolo, fra i tani argomenti trattati, si affronta la laicità, la religione e l'ateismo, ma non solo: l'ideologia, la politica e i vari problemi della nostra epoca. Ambientato nel periodo del G8 di Genova 2001, è la storia di alcuni giovani reduci dalla manifestazione. Il dolce Ciro Sorrentino che sogna l'unione di tutte le fazioni per creare un mondo di tolleranza; il simpatico Angelo E. che, con la sua ironia, cerca di risolevare l'umore dei propri amici e infine, il protagonista, il glaciale Demetrio De Sanctis che, dopo aver subito le torture a Bolzaneto, vede tutti come nemici, per cui non condivide l'idea del suo amico Ciro...e tanti personaggi interessanti che entreranno in scena nello scorrere del romanzo. Anche qui, come ne "La Città dei Matti", si affrontano temi di carattere sociale, ma in modo più approfondito e sempre intorno alla vita dei giovani che oltre a tutto ciò che devono affrontare nella loro militanza, dovranno vedersela anche con le problematiche giovanili.

Conferma la partecipazione su facebook

giovedì 8 marzo 2012

"SIA FATTA LA MIA VOLONTA’ (QUI NEL MONDO)" recensione su IL CAUDINO a cura di Sara Maione

È il secondo romanzo di Domenico Esposito (Mito), un giovane scrittore, mio concittadino . Un ragazzo come tanti, o forse no. La sua timidezza, il suo silenzio che in tanti abbiamo imparato a conoscere ,incontrandolo per strada, spesse volte camminare da solo, con lo sguardo sempre impegnato, pensieroso e riflessivo; hanno stupito. Proprio quella timidezza, quel silenzio, hanno rivelato una forza e un carisma inaspettati. Il suo primo libro “La città dei matti” lo ha fatto venir fuori al meglio. E’ stato discusso, commentato, ed è piaciuto. A distanza di due anni, la sua voglia di scrivere ha continuato a farsi sentire e le sue idee ad assumere posizioni ancora più forti. Idee chiare, importanti; giuste direi. Giuste per la finezza con la quale si impongono, per la delicatezza con la quale vengono trattate, per la crudezza dei messaggi che celano. Messaggi fatti di valori. Valori sani, valori che tutelano sempre, in ogni caso, la libertà e l’onestà intellettuale del singolo,della persona in sé , prima che del dell’uomo e della donna; prima che dell’ateo o del religioso; dell’estremista o del moderato. Valori che premiano una giustizia che appare ideale, o forse idealizzata; valori che si battono per i valori; che combattono i luoghi comuni, i pregiudizi che inquinano ancora oggi e forse più che mai una società caduta in una trappola. In trappola come i personaggi che Mito fa vivere, a cui da un’anima, degli ideali, tanti sogni. In trappola come Demetrio, mi verrebbe da pensare. Un estremista rivoluzionario che sogna di “stravolgere il sistema”, non di modificarlo, come propone l’amico “moderato” Ciro, ma di eliminarlo per poi plasmarne uno nuovo, all’insegna dell’uguaglianza sociale, della meritocrazia e, soprattutto, della libertà personale e “comunitaria”. Un romanzo ideologico mi verrebbe da pensare, prima ancora che storico e psicologico. Un romanzo vivo, animato, estremamente attuale in cui i personaggi, reduci dal G8 di Genova del 2001, che molti di loro segnerà a vita, fanno a pugni con un sistema che li tiene prigionieri, stretti in catene sociali dalle quali non riescono a liberarsi. Sarà la loro giovane età e il classico sogno di cambiare il mondo, sarà l'estrema confusione dettata da un mondo viziato e corrotto; ma in ognuno di loro la voglia di difendere il proprio futuro, che appare estremamente compromesso, urla più forte di qualunque voce, spiazza il più timido dei silenzi e vola più in alto di un semplice sogno. Sogno, come quello di abbattere le barriere delle diversità e unirsi tutti, perchè se è ancora vero che "l'unione fa la forza", allora una speranza questi ragazzi l'abbracciano forte. Abbracciarsi tutti, comunisti e fascisti, atei e religiosi, donne ed uomini... è questo il "progetto" di Ciro, ed è così felice al solo pensiero di vederlo realizzato. E ci prova con tutte le sue forze... Perchè il bello dei personaggi di Domenico è che sono degli attivisti, che seppur molto giovani credono in qualcosa di grande e vero. Credono che voltare pagina sia l'unica soluzione e che diffondere le proprie idee, confrontarsi e informare gli altri sia il modo più giusto per cominciare, a costo di provarci con la forza per gridare ancora più forte. E seppure a tratti,in qualcuno di loro sembri scomparire un briciolo di razionalità, seppure la grande "missione" di liberare l'umanità, o quanto meno i giovani, dall'inquinamento sociale, dalle false credenze, dal bigottismo religioso; appaiano, sogni di un'altra epoca eccessivamente "fiabeschi" ; il substrato sul quale gli stessi personaggi si muovono, lottando, è tutt'altro che ideale. E questa crudezza la si percepisce in ogni pagina del libro, impregnata di rabbia e di vendetta. Rabbia come quella che i giovani manifestano per le forze dell'ordine, viste un pò come i nemici delle loro ideologie, ma , "giustificate" allo stesso tempo, in quanto "serve dello Stato", spersonificate nell'attuare una volontà che proviene dall'alto. Pagine che fanno riflettere queste. Come quelle in cui a dominare è il binomio "religione/ateismo", ripreso dallo stesso titolo del libro di Esposito. Ateismo che ancora oggi non viene compreso, che ancora adesso viene sottovalutato perchè ritenuto un "atteggiamento" superficiale, un approccio opportunista alla religione stessa. "Mi hanno insegnato ad essere cristiano, ma io sono ateo". La morale sottile che traspare da quelle righe ricche di dubbi, di domande e di poche risposte, è che la religione, aldilà della storia, prescinde da qualsiasi imposizione dettata dalla Chiesa, prescinde da qualsiasi assioma; la religione è nostra. E' quella che ognuno di noi sente dentro di sé; prima di essere Chiesa; è quella di cui parlava tempo fa qualche filosofo, quella "naturale", intima. Ed è proprio ascoltando la voce della nostra intimità che alla fine ci qualifichiamo come "credenti" o "non credenti". Ateismo non è nichilismo; non è negazione di valori. E' semplicemente un "non credere"; perchè se è vero che la fede la si deve sentire dentro, non sarebbe giusto mentire a noi stessi, dicendoci credenti per seguire una "normalità"/ "inclinazione" che ci è stata tramandata come se fosse l'unico cammino giusto da intraprendere. E non credere in Dio non vuol dire perseguire un'esistenza all'insegna dei "cattivi" valori, come spesso la presunzione di qualche cristiano vorrebbe far credere. Qualsiasi religione del mondo insegna ad essere buoni con il prossimo, a non discriminare, a non "fare all'altro ciò che non si vorrebbe venisse fatto a sé", ci insegna a perdonare; ma ciò che veramente fa la differenza è la sincerità nell'approccio verso gli altri, e questa così come tutti i valori buoni che le diverse religioni predicano, nessuna religione può insegnarcela veramente se prima non è il nostro cuore a farsi ascoltare. Un libro che si spinge oltre l'apparente ovvietà degli argomenti, la cui trattazione mai precipita nella comune trappola della banalità.


Sara Maione

Fonte:Il Caudino

giovedì 2 febbraio 2012

Articolo, intervista in tv e chiarimenti dopo la presentazione del nuovo romanzo

Articolo e intervista in televisione , dopo la presentazione del romanzo "Sia fatta la mia volontà (Qui nel mondo)"

Per vedere l'intervista su CDS TV, cliccare qui

Un piccolo appunto al commento del sindaco Filuccio Tangredi: È vero, non è il primo libro che viene presentato quest'anno a Cervinara, ma io sono un romanziere, gli altri si occupano d'altro.

Per leggere l'articolo su Ottopagine, cliccare qui, a pagina 27, in basso a destra, dove c'è il titolo "Cervinara - Presentato il libro di Domenico Esposito". Naturalmente, basta fare zoom per ingrandire e leggere.

Articolo su Il Ciriaco, "Il libro di Domenico Esposito Mito: chiarimenti e interpretazioni".


Irpinianews.it


IrpiniaOggi.it

Critiche, opinioni e controversie:

"Il libro presenta le caratteristiche del romanzo storico-sociale, del romanzo psicologico, ma anche del giallo e del noir" prof. Armando Marro, dirigente scolastico.

Durante la presentazione, il direttore del mensile IL Caudino, ha descritto il protagonista del romanzo, Demetrio De Sanctis, come un uomo vile, un ragazzo sbandato, violento, arrogante e presuntuoso, avaro di denaro, ma che non ama lavorare, né studiare, senza capacità intellettive e quindi simbolo del fallimento della rivoluzione e del rivoluzionario; citando frasi del libro come "mi hanno insegnato a essere cristiano, mentre io sono ateo e quindi sono intelligente"; o come "non amavo il mio lavoro, ma amavo i soldi che guadagnavo". In realtà, come ho spiegato durante la presentazione, Demetrio non è solo un "antieroe" e non ha assolutamente soltanto caratteristiche negative. In primo luogo, è falso che non ha capacità intellettive, inoltre prende le difese degli emarginati, è antirazzista, compie atti eroici e atti di carità. Ho spiegato che non amo "l'eroe perfetto", il personaggio che non fa mai nulla di sbagliato, ma il protagonista controverso, un misto tra eroe e antieroe. Inoltre, dire "non amavo il mio lavoro, ma amavo i soldi che guadagnavo", non sta certo ad indicare l'attaccamento ai soldi e l'avarizia, ma piuttosto la necessità di essere indipendenti da parte di un giovane, benché svolgesse un lavoro stressante in cui era sottopagato, sfruttato e maltrattato. Quanto al non voler studiare,invece, Demetrio si pone il problema della sua condizione economica, non perché disdegni lo studio. Travisata anche la frase sull'intelligenza, poiché l'espressione originale è questa: "Secondo il mio modesto parere, l’intelligenza è appunto quella che sto manifestando io in questo momento, e cioè la capacità di ragionare con la propria testa, senza che nessuno o niente gli inculchi i propri insegnamenti. Mi hanno insegnato a essere cristiano, mentre io sono ateo: questa è intelligenza! Naturalmente non voglio insinuare che essere cristiani sia da stupidi, mentre essere atei sia da intelligenti e nessuno deve osare nemmeno dire il contrario - vi prego di non interrompermi mentre parlo - sto semplicemente affermando che ragionare con la propria testa, benché si siano ricevuti insegnamenti diversi, è questione d’intelligenza". . Nella frase stessa è specificato che non si vuole attribuire l'intelligenza all'ateismo e la stupidità al cristiano...mi sembra chiaro, la frase non poteva essere fraintesa, se non volontariamente. Che sia il romanzo, sia il protagonista fossero controversi ne ero già a conoscenza ed era mia intenzione, ma travisare è un altro conto. Per quanto riguarda la viltà, beh, sì, Demetrio alle volte ha dei momenti di viltà, ma quelli stanno a mettere in evidenza la debolezza umana, soprattutto in certe situazioni, in cui ci si ritrova ad affrontare certe difficoltà, all'età di soli vent'anni!

Domenico Esposito Mito

venerdì 20 gennaio 2012

Presentazione romanzo sul G8 "Sia fatta la mia volontà (Qui nel mondo)" di Domenico Esposito Mito

Presiede: Dott.ssa Giusy Iachetta, giornalista.
interverranno:
Filuccio Tangredi, sindaco di Cervinara
Francesco Viola, assessore alla cultura
Dott. Alfredo Marro, direttore de IL CAUDINO
Il dirigente scolastico, prof. Armando Marro
Conclude l'autore Domenico Esposito Mito
Il reading sarà affidato all'attore/scrittore Rolando Giancola




"Quello di Domenico Esposito Mito non è solo un bel romanzo,è anche una sorta di saggio politico, religioso e sociale in forma di racconto...che narra la storia di alcuni giovani attivisti campani “reduci” dal G8 di Genova del 2001 e affronta tematiche come il rapporto tra l’ateismo e la religione, le ideologie, la violenza della polizia e i vari problemi della nostra epoca".

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mercoledì 27 luglio 2011

La Città Dei Matti presentazione alla Libreria Rinascita Caffè (Roma) articolo su IL CAUDINO



Intervista integrale:

Luana Troncanetti: Domenico, so che ti sei stancato di spiegare il motivo per cui ti chiamano Mito. Vuoi allora raccontarci chi sono i tuoi miti?

Domenico Esposito: Con questa domanda mi costringi a spiegarti lo stesso perché mi faccio chiamare Mito: proprio perché io di miti non ne ho, penso che ognuno debba credere in se stesso: quando si hanno gli idoli, si tende ad imitarli e quindi non ci si crea un proprio stile. Sicuramente bisogna apprendere dagli altri. Ammirare un bravo artista non significa tentare di imitarlo. Sono d'accordo con lo scrittore Erri De Luca, quando afferma che “non dobbiamo idolatrare uno scrittore e assumere il suo stile di scrittura. Dobbiamo ammirarlo con dolcezza e poi scrollarcelo di dosso”. Questa è una cosa che io ho sempre pensato, da quando ero adolescente. Penso quindi che sia sbagliato avere idoli, sia per quanto riguarda la letteratura, sia la musica e ogni altra forma d'arte; ecco perché “Mito”: ognuno deve essere idolo di se stesso. Questo pseudonimo, al contrario di come può sembrare, non è una forma di presunzione, ma un messaggio che voglio lanciare ai giovani, soprattutto ai giovani artisti esordienti: credete in voi stessi e cercate di non imitare gli altri, siate gli idoli di voi stessi.

Luana Troncanetti: Nel tuo blog pubblichi anche interviste… Quale è stato l’artista che ti ha maggiormente incuriosito o sorpreso?

Domenico Esposito: Direi il doppiatore Niseem Onorato, perché, quando gli domandai il motivo per cui, dopo il viaggio in India avesse cambiato il suo nome da Riccardo a Niseem, lui mi rispose che per spiegarlo ci sarebbe voluta un'intervista a puntate e mi raccontò soltanto che questo nome glielo aveva dato un maestro indiano e mi spiegò il suo significato (Amore Infinito) però non ha voluto raccontarmi quello che è successo nel suo spirito, anche perché immagino sia difficile spiegare una cosa del genere. Mi ha lasciato quindi con questa curiosità. Mi ha molto colpito inoltre per la sua simpatia, anche perché io lo conosco come il doppiatore di Xander, nella serie Buffy - L'ammazzavampiri, dove doppiava per l'appunto un personaggio simpatico, spiritoso, per cui ho trovato questa affinità tra il personaggio e il doppiatore. Un altro artista che mi ha colpito è stato l'attore comico napoletano, Ciro Ceruti, perché nell'intervista io gli facevo delle domande chilometriche e lui invece mi dava risposte molto brevi, ma è stata comunque un'intervista piacevole.

Luana Troncanetti: Sempre parlando del blog, ti è capitato di disquisire pesantemente con un collega sul difficilissimo mestiere dell’esordiente?

Domenico Esposito: Pesantemente nel senso che ci siamo scontrati no, anzi ci siamo dati spesso consigli a vicenda. Io personalmente cerco di aiutare gli esordienti, proprio perché io stesso, essendo anch'io esordiente, sto conoscendo le varie difficoltà che si vanno ad affrontare durante questo cammino. Approfitto anche per fare un appello agli artisti emergenti: dovremmo essere più solidali tra noi.

Luana Troncanetti: Qual è il tuo sogno nel cassetto, oltre ovviamente a quello di diventare uno scrittore affermato?

Domenico Esposito: il mio sogno nel cassetto non è tanto quello di diventare uno scrittore affermato: quello di diventare uno scrittore e di farmi conoscere non è un fine, ma è un mezzo con il quale io tento di diffondere le mie idee. Ecco, forse questo è il mio sogno nel cassetto: diffondere le mie idee con i miei libri, cercando di migliorare la società...anche se so che è difficile.

Luana Troncanetti: Parlaci brevemente e per sommi capi della trama e del messaggio.

Domenico Esposito: Il racconto si apre con le pagine di un diario scritto da un personaggio che ho chiamato Bernardo, un giovane settentrionale che viene a far visita a un amico, senza preavvisarlo, in modo da fargli una sorpresa. Il problema però è che Bernardo non conosce il paese, quindi, si perderà nelle strade e s'imbatterà in certe persone affette da malattie mentali, ovvero, i matti. Ne resterà molto impressionato, quasi spaventato. Teme che possano fargli del male. Presto gli abitanti gli spiegheranno che i matti sono molto più innocui di tante persone che noi comunemente definiamo “sane”. Così Bernardo, non solo non sarà più spaventato dai matti, ma ne sarà addirittura affascinato e divertito! Ecco che però dobbiamo condurre una riflessione: i matti del paese, gli ubriaconi, i cosiddetti “scemi del villaggio”, molto spesso ci fanno ridere, ci divertono; ma dimentichiamo le loro sofferenze. Io non so dirvi che cosa provino quelli che sono nati matti, ma posso immaginare cosa provano quelli che lo sono diventati, perché so quello che hanno subito. Infatti nel romanzo mi sono occupato soprattutto di questo: raccontare le tristi storie e le sofferenze di queste persone diverse ed emarginate, come gli alcolizzati, i matti, certi anziani burberi e soprattutto denuncio la superficialità della gente che anziché compatirli, spesso li schernisce. Oltre che dai matti comunque, Bernardo sarà attratto da un gruppo di giovani particolari che sembrano distaccarsi dal conformismo, nel modo di muoversi, di parlare... Tra questi giovani, lo colpisce uno in particolare: uno che poco prima aveva visto aggirarsi da solo con l'aria nervosa, per le strade del paese, proprio come i matti. Spinto dalla curiosità, Bernardo va a conoscerlo e vede che, nonostante abbia normalmente degli amici, è un ragazzo introverso e taciturno. Bernardo gli confessa di averlo scambiato ERRONEAMENTE per un matto e il giovane gli risponde con questa frase “A volte temo di sembrare alla gente uno dei tanti pazzi del paese, altre volte temo di esserlo, altre volte ancora invece, temo di diventarlo” che è uno dei miei aforismi più citati su internet – in particolare dagli utenti di facebook – ma che molte di quelle persone che lo citano (naturalmente quelle che conoscono l'aforisma e non il libro) fraintendono il suo significato, perché credono che ci si riferisca all'esuberanza della persona: oggi è di moda definirsi “matti” per suscitare simpatia nei confronti altrui o addirittura per giustificarsi quando si fa qualcosa di sciocco. L'aforisma invece si riferisce a quelle persone solitarie che, aggirandosi per il paese, vengono scambiate per matte solo per questo motivo, cioè passeggiare da soli con aria riflessiva. Non so se qui in città è così strano vedere una persona che passeggia da sola, ma in paese, sembra che la gente subito ti scambia per matto o per uno con problemi. Nello scorrere del romanzo, la storia girerà proprio intorno a questo personaggio: Romolo. È lui il vero protagonista. Una delle sue caratteristiche principali è che è un giovane dall’animo sensibile e solidale: si commuove per le tristi storie dei pazzi e degli alcolizzati della propria cittadina; o quando vede un anziano signore umiliato dai teppisti e reso malvagio proprio a causa della cattiveria altrui; quando vede le persone cercare l’elemosina alla stazione di Napoli, quando vede i barboni o una bella ragazza ridotta a prostituirsi (da notare dunque, che il romanzo va a spostarsi anche oltre la cittadina in questione). In queste ultime circostanze, condurrà anche delle riflessioni importanti sulla situazione odierna di Napoli e del Sud, collegandole a riflessioni sulla sua storicità che è quella del Risorgimento e del Regno Delle Due Sicilie: un argomento di cui si è discusso molto negli ultimi anni. Nonostante Romolo abbia bisogno lui stesso di qualcuno che lo incoraggi – o forse proprio per questo - ci sono delle persone che saranno incoraggiate da Romolo: la prima è Barbara, una donna sulla trentina che gestisce un bar e che, essendo divorziata e con due figli, ha paura di non ritrovare più l'amore di un uomo per un rapporto stabile, a causa di pregiudizi. Romolo, sorridendole, le dirà di non perdere mai la speranza. Infine, parlavo poco fa della triste storia di un anziano signore irascibile ed inavvicinabile che ha perso la nobiltà d'animo di quando era giovane. Ebbene, Romolo riuscirà a farlo reintegrare nella società dalla quale si era quasi completamente alienato, gli restituirà il sorriso e la bontà di cuore: ecco come Romolo, pur non rendendosene conto, ha commesso un atto eroico (questa è una considerazione che ho fatto da lettore, non da autore, cioè dopo aver riletto il mio romanzo). Romolo infatti sognava di commettere un atto eroico, ma nel senso di cambiare il sistema (anche se forse potremmo iniziare da piccole cose come queste, cambiando innanzitutto la mentalità della gente). Queste vicende racchiudono l'intero messaggio che voglio trasmettere con il romanzo e cioè quello della solidarietà! Io spero che tutto questo cambierà prima o poi, che riusciremo a “insegnare” alla gente i principi della solidarietà. Io, con questo romanzo, nel mio piccolo, ho cercato di dare il mio contributo.

Luana Troncanetti: Quanto c’è di te in Romolo? Vi somigliate in qualche modo e se sì, perché?

Domenico Esposito: Per quanto riguarda la vita e le esperienze, non credo che sia molto importante sapere se l'autore assomiglia al protagonista, a meno che non si è appassionati di gossip; più che altro mi soffermerei sugli ideali: per quanto riguarda gli ideali sì, ci somigliamo abbastanza, non dico che siamo identici, anche perché gli ideali possono cambiare, maturare con il tempo. Però comunque faccio in modo che il lettore si affezioni al protagonista e apprenda qualcosa da lui. Non sempre il mio intento riesce purtroppo, poiché non tutti i miei lettori - benché abbiano apprezzato il romanzo - hanno anche condiviso i miei ideali e il mio messaggio. Forse questo non è necessariamente un male, da un lato, perché comunque significa che c'è ancora gente che ragiona con la propria testa e non con quello che scrivono gli altri; da un altro lato invece è un male perché comunque i miei messaggi sono a fin di bene. È come se dicessi: “questa è la realtà, stiamo attenti, cambiamo mentalità e comportamento, perché persone come Romolo ci potrebbero soffrire”. Da un lato comunque vorrei essere molto di più somigliante a Romolo, soprattutto per quanto riguarda il suo lato solidale. Cerco di trasmettere un messaggio anche a me stesso, prima che ai miei lettori.

Luana Troncanetti: Quando scrivi, hai bisogno di assoluta concentrazione e silenzio tombale attorno a te, oppure riesci a creare anche con lo stereo a palla?

Domenico Esposito: L'assoluta concentrazione mi serve quando leggo più che altro o quando scrivo per il giornale. Per quanto riguarda la narrativa, no: ascoltando la musica, sono riuscito a scrivere molti racconti e anche alcuni capitoli de La Città dei Matti, ovviamente sempre con la musica che prediligo, anzi, ho addirittura fatto un esperimento: ho iniziato la stesura di un romanzo ispirandomi alle canzoni che ascoltavo...(poi ho scoperto che lo fanno un po' tutti...)

Luana Troncanetti: Stai pensando a un nuovo romanzo? Se sì, puoi raccontarci per sommi capi di cosa tratterà?

Domenico Esposito: Certo, i progetti sono tanti, bisognerà soltanto realizzarli e come ho già detto non sempre è facile. Ho già concluso il mio secondo romanzo (che non è quello tratto dall'esperimento di cui parlavo), deve soltanto essere pubblicato, tratterà molto delle ideologie, delle religioni, dell'ateismo... È ambientato per lo più a Napoli, tra l'estate e l'inverno del 2001. Denuncerò la violenza poliziesca, la violenza in generale, il bullismo; parlerò di razzismo e dei motivi per cui non si può essere razzisti, ma soprattutto è un tentativo di riconciliare il popolo, rispettando le idee altrui: uno dei protagonisti vorrebbe che atei, cristiani, comunisti, liberali e tutti si riunissero per cambiare il sistema senza cercare di imporre le proprie idee altrui, affrontando i problemi che riguardano un po' tutti...non anticipo più nulla.

Di Luana Troncanetti

mercoledì 30 marzo 2011

Presentazione"La Città dei Matti" a Roma, aperitivo con l'autore

Aperi...Libro
Presentazione del romanzo "La Città dei Matti" di Domenico Esposito Mito
alla Libreria Rinascita Caffè.
30 aprile, ore 18,30
Interverranno:
Luana Troncanetti (relatrice), scrittrice
Matteo Mantovani (editore Mond&editori)
Domenico Esposito Mito (autore)

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mercoledì 10 novembre 2010

Presentazione romanzo "La Città Dei Matti" a Solaro (MILANO) al Centro Libri Larizza

Sabato, 6 novembre, il giovane autore cervinarese, Domenico Esposito “Mito”, ha presentato ancora una volta il suo romanzo “La Città Dei Matti”, questa volta al Nord, al Centro Libri Larizza a Solaro (MI), per raccontare i problemi del Sud e dell’Italia in generale, approfondendo le tematiche sociali che più gli stanno a cuore e che descrive nel suo romanzo, come le emigrazioni dei meridionali al Nord e le loro difficoltà; inoltre gli incidenti sul lavoro, argomento citato spesso nello scorrere del libro.
“Mi limito però, su questo punto, a denunciare questi dati di fatto” afferma l’autore “che andrebbero approfonditi, ma per ora non mi sento ancora all’altezza di proporre magari una soluzione”...continua a leggere su "In Chiaro Scuro"