mercoledì 22 dicembre 2010

Intervista di Domenico Esposito Mito a Giuseppe Vitale (scrittore)

Giuseppe Vitale nasce a Siracusa e ha trascorso gran parte della sua vita in Ortigia.
A diciassette anni scrive il suo primo libro, una raccolta di racconti, intitolata "Divoriidee", autopubblicata con ilmiolibro.it.
Si diploma al liceo classico e attualmente studia Giurisprudenza al Consorzio universitario Megara Ibleo di Messina.
"Se ciò che cerchi è la storia dell'amore e dei problemi di due adolescenti sedicenni o un lacrimoso epillio su una quarantenne divorziata che si riscopre pittrice, posa subito questo libro. Potrebbe farti del male. Queste sono solo storie di ordinaria follia. Voli pindarici e pazzi sogni, forse incubi. Potrebbero cambiarti la vita. Vuoi rischiare?"così, Giuseppe Vitale, presenta la sua raccolta.
Seguite questo link, per leggere le prime pagine:



Ciao, Giuseppe, innanzitutto ti do il benvenuto a questa piccola intervista.

Ciao a te e saluti anche a chi legge.

Parliamo innanzitutto del titolo: cos'è "Divoriidee"? Perché hai intitolato proprio così la tua raccolta di racconti?

Perché era un periodo della mia vita, quello in cui pubblicai Divoridee, in cui amavo analizzare ogni ideale, ogni modo di vedere o di essere delle cose, per scoprirne i motivi e le cause. Quello che all’inizio era solo uno sfogo disperato, la rabbia nell’accorgermi di molti siparietti e bugie, diventò un hobby: rompere e divorare idee, aprirle come certi bambini fanno con i giocattoli meccanici, per scoprire come funzionano, come ripararli, magari, migliorarli, da necessità era diventato hobby, motivo di vita.

Come mai hai deciso di scrivere racconti anziché un romanzo?

Scrivere un romanzo che parli della mia società? Che riesca, intorno ad un solo protagonista, o a un gruppo ristretto di persone, a mostrare la poliedrica sfaccettatura del mondo? Le centinaia di tinte di grigio che esistono?
Non credo che ne sarei stato in grado, non mi sento né Bulgakov, né Gogol.


Quando hai scritto Divoriidee, avevi soltanto diciassette anni e già parlavi, in forma molto ironica, di politica e d’ideologie. Questo tuo interesse è nato da sé oppure dipende da una certa educazione, una cultura acquisita nell’ambiente in cui sei cresciuto?

Credo che praticamente nulla nasca da sé. Sono il risultato dell’educazione impartitami dai miei genitori e delle esperienze, belle brutte, che mi sono capitate. Il mio è un interesse generale per la vita, non solo per la politica, o le ideologie. In loro vedo solo qualcosa di tragicomico, un siparietto interessante per coprire le parti intime della nostra anima, per vestirci con qualcosa che ci riempie la bocca e ci fa sentire meno stupidi, meno inutili, più partecipi del mondo intorno a noi. Ma che non si pensi, neanche lontanamente, che io sia un attivista di qualche tipo. Mi occupo delle persone e del loro modo di rapportarsi con le idee, non delle idee in sé.

Cosa ne pensi, dunque, di chi dice spesso che noi giovani non c'impegniamo né c'interessiamo della politica e del sociale? E il tuo interesse fino a che punto arriva?

Cresciamo liberali e moriamo conservatori, questa è una massima che vale praticamente per chiunque, in qualunque epoca. Tutti noi ci impegniamo, a modo nostro, per cambiare il mondo, e finiamo con il cambiare i canali della televisione, fieri del nostro nuovo digitale terrestre.

Credo che i giovani s’impegnino nella politica, percentualmente, tanto quanto si impegnavano in passato, se non di più.

Spesso non ci rendiamo conto del fatto che non abbiamo realmente un peso, o un potere contrattuale e siamo convinti di poter davvero essere l’ago della bilancia in qualche occasione, anche se non sappiamo mai bene quale. Manifestiamo contro ogni riforma dell’istruzione fin dai tempi di Gentile e del regio decreto del 31 dicembre 1922, troviamo sempre il nuovo peggiore del vecchio, con l’occhio di chi non ha mai davvero capito cos’era il vecchio e non sa cos’è con precisione cos’è il nuovo, ma vuole comunque dire la sua.

Credo che i giovani si interessino, dunque, al mondo politico e sociale, mi riferisco a una certa categoria di ragazzi, diciamo gli stessi che leggono blog come questo e che hanno un minimo di cultura, quindi una netta minoranza tra i tanti. Credo anche che questi giovani si interessino con sincerità e voglia di fare ma che comunque anche la stragrande maggioranza di questo ristretto gruppo non abbia e non avrà nulla da dire. Esattamente come la loro controparte adulta.


In che modo si può acquistare "Divoridee"?

Esclusivamente online, tramite un qualunque paypal, dal link che è stato dato nella prefazione. È un libro auto-pubblicato, chiunque ne voglia una copia se la vedrà stampata personalmente e inviata a casa in un periodo pari a 2-3 giorni al più.

Per il futuro, pensi che continuerai a scrivere? Quali sono i tuoi progetti?

Ho scritto un romanzo, basato su un gioco di ruolo, Sine Requie, mi ha appassionato profondamente e penso sia uno dei miei migliori lavori. Ma i problemi riguardanti i diritti sono molti, forse troppi, quindi penso che lo utilizzerò per sostenere il tavolo del pc.

Decine di racconti sono stati accumulati in giro per il mio desktop, o in cartelle polverose. E quando sei una cartella del pc non è mica facile diventare polverosa. Magari cercherò un editore prima o poi, ma lo studio universitario incalza e il tempo per scrivere è sempre meno.

Scrivo più che altro per me e pubblico i miei nuovi racconti sul mio facebook, disponibili per chiunque voglia leggerli, ovviamente gratis.


Grazie per aver accettato l'invito, Giuseppe. Non mi resta che farti tanti in bocca al lupo per tutto!

Grazie a te, rispondere a delle domande su ciò che sono fatte da qualcun altro mi aiuta molto a riflettere e a pensare.

E ovviamente voglio salutare Chiara, la mia ragazza e Claudia, l’amica che mi ha presentato al buon blogger che mi ha fatto queste domande.
Sì, sono uno di quelli che di fronte alla telecamera alza la mano, fa ciao e dice “Mamma, guardami, sono in tv!”

Ciao a tutti!



Domenico Esposito Mito

mercoledì 10 novembre 2010

Presentazione romanzo "La Città Dei Matti" a Solaro (MILANO) al Centro Libri Larizza

Sabato, 6 novembre, il giovane autore cervinarese, Domenico Esposito “Mito”, ha presentato ancora una volta il suo romanzo “La Città Dei Matti”, questa volta al Nord, al Centro Libri Larizza a Solaro (MI), per raccontare i problemi del Sud e dell’Italia in generale, approfondendo le tematiche sociali che più gli stanno a cuore e che descrive nel suo romanzo, come le emigrazioni dei meridionali al Nord e le loro difficoltà; inoltre gli incidenti sul lavoro, argomento citato spesso nello scorrere del libro.
“Mi limito però, su questo punto, a denunciare questi dati di fatto” afferma l’autore “che andrebbero approfonditi, ma per ora non mi sento ancora all’altezza di proporre magari una soluzione”...continua a leggere su "In Chiaro Scuro"

mercoledì 3 novembre 2010

Intervista di Domenico J. Esposito a Giulia Tarquini (doppiatrice italiana)

Giulia Tarquini è nata a Frascati nel 1989, ma ha sempre vissuto a Roma con la famiglia.
Ha iniziato a interessarsi al mondo del doppiaggio all'età di dodici anni. Tra i suoi primi lavori ci sono: "Star Trek Voyager" e "La promessa dell'assassino" di Cronenberg. I suoi ruoli stanno diventando sempre più importanti. Tra i suoi recenti lavori, troviamo il film "Paranormal Activity 2" in uscita nelle nostre sale da venerdì 22 Ottobre, dove presta la voce all'attrice Molly Ephraim nel ruolo di ALI.
Oltre al doppiaggio, è appassionata di letteratura: ha, infatti, completato il suo primo romanzo un anno fa e sta attualmente cercando di proporlo a diverse case editrici.
Ecco la sua pagina personale, dove potete leggere buona parte dei suoi lavori e ascoltare la sua voce nel film "L'amore secondo Dan", in cui doppia Brittany Robertson:




Tu hai esordito come doppiatrice all’età di quattordici anni. Ti va di raccontarci come hai scoperto la passione per il doppiaggio e come sei entrata a far parte di questo mondo così affascinante?

Quando ero piccola, guardavo un sacco di cartoni animati (in realtà ne vedo parecchi anche adesso hehehe). Un giorno mi chiesi: “Ma come fanno dei cartoni animati ad avere delle voci proprie?”. Iniziai così a interessarmi al mondo del doppiaggio. Avrò avuto dodici anni, forse anche meno. Guardavo la televisione e mi divertivo a capire chi era la voce di chi, per poi verificare le mie deduzioni tramite internet.
A quattordici anni decisi di conoscere concretamente quest’affascinante mondo. Grazie al fondamentale appoggio dei miei genitori, andai a visitare degli studi di doppiaggio dove mi permisero di assistere. In breve tempo riuscii a partecipare a diversi brusii e di lì il mio amore per questo lavoro andò aumentando, nonostante le diverse difficoltà, dovute alla mancanza di conoscenze e all'inesperienza.
Tutt’oggi, a distanza di più di sei anni ormai, lavoro ancora come doppiatrice e non mi sono mai pentita di aver intrapreso questa strada. Non so spiegare a parole il sentimento che mi lega a questo lavoro, ma so che è forte e sincero. Spero di continuare a provare questo stesso trasporto per molto tempo ancora.


C’è qualche tuo collega che stimi particolarmente?

Tantissimi! La prima doppiatrice che ho amato in assoluto è stata Domitilla D’amico. Ancora oggi la ammiro moltissimo, è il mio modello. Penso che sia una delle migliori doppiatrici che ci siano in piazza.

Con quale dei doppiatori scomparsi appartenenti alla “vecchia” generazione avresti voluto collaborare o almeno avresti voluto conoscere?

Ferruccio Amendola. Che voce ragazzi…

Tra le attrici o i personaggi doppiati finora, ce n’è qualcuna alla quale sei affezionata o in cui ti riconosci?

Sì, Molly Quinn, che nel telefilm “Castle - Detective tra le righe” interpreta Alexis Castle, la figlia del protagonista. Mi ci rivedo moltissimo: spigliata, seria e giudiziosa, forse anche troppo.

So che oltre a fare doppiaggio, ti piace scrivere. Qual è il genere che prediligi?


Non prediligo nessun genere in particolare. Leggo di tutto: libri gialli, rosa, fantasy, storici ma, essendo una romantica incallita, nel libro (qualunque tema tratti) deve esserci una storia d’amore, altrimenti difficilmente mi piace. È inutile dire che nel mio libro hanno un ruolo importante sia l’amore sia l’amicizia, benché possa essere collocato sotto il genere “mistery”.

È nata prima la passione per la scrittura o quella per il doppiaggio e quale delle due è più forte?

In realtà è nata prima la passione per la lettura. In seguito è venuta quella per il doppiaggio e poi quella per la scrittura. Ora come ora, amo in modo equo tutte e tre queste passioni.

Forse alla seguente domanda saprebbe rispondere meglio un direttore di doppiaggio, tuttavia, essendo del campo, ne saprai sicuramente più di noi e dei nostri lettori: molti si chiedono per quale motivo i dialoghi italiani non corrispondono a quelli originali, cambiandone completamente il senso. Sapresti fornirci qualche spiegazione?

Ci sono diverse risposte a questa domanda. Ne elencherò alcune. Prima di tutto, bisogna tenere presente che dietro ai dialoghi c’è un gran lavoro. C’è chi traduce i copioni e poi chi li adatta in italiano e questo non è affatto facile. Gli inglesi, i francesi, i tedeschi ecc… hanno un’apertura di bocca diversa dalla nostra. Se dicono “A”, noi di certo non possiamo dire “I” per intenderci. Il lavoro del dialoghista è di adattare i movimenti della bocca (quello che comunemente si chiama “Sync”) delle battute originali, con quelle in italiano. Si cerca, per quel si può, di non alterare il senso della frase, ma spesso è necessario cambiare parole (meno male che in italiano ci sono tanti sinonimi) e la loro disposizione nel dialogo. Spesso mi è capitato di trovare delle frasi che tradotte letteralmente non significavano nulla, o delle battute che per gli inglesi avevano un senso ma che per noi non ne avevano. Che si può fare in questi casi? Si deve necessariamente cambiare la battuta in modo che sia comprensibile per il nostro pubblico.

Ultima domanda: succede, a volte che, in una serie televisiva, cambiano il doppiatore di un personaggio. Quali possono essere i motivi?

Diversi. Anche in questo caso vi elencherò quelli più comuni. Come un qualunque lavoro, anche nel doppiaggio ci sono delle scadenze da rispettare e può succedere che il doppiatore di una serie si ammali o che abbia impegni più importanti o che, purtroppo, muoia. Perciò non si può far altro che sostituirlo.

Ti ringrazio per aver accettato l’invito, Giulia, in bocca al lupo per tutto. Non vediamo l’ora di leggere il tuo romanzo!

Ma magari! Speriamo che riesca a pubblicarlo!
Grazie di tutto


Domenico J. Esposito, scrittore

martedì 26 ottobre 2010

"Paese mio carissimo" il nuovo libro di Franco Martino

Domenica 24 ottobre, si è tenuta, nell'aula consiliare la presentazione del nuovo libro del professor Franco Martino, ex dirigente scolastico, organizzata dalla Pro Loco di Cervinara e dall'assessorato alla cultura. "Paese mio carissimo" è il titolo del libro, una raccolta di poesie dedicate a Cervinara. La descrizione in versi comprende i luoghi cervinaresi più suggestivi e ricchi di storicità fino a a quelli che il nostro popolo ama frequentare nel fine settimana, come Piazza Trescine e il "Pontocampo". Inoltre vi sono poesie dedicate a quelli che sono stati i più illustri personaggi cervinaresi, come Carlo Bianco, Luigi Cioffi, Angelo Cillo, i fratelli Giovanni e Vittorio Esposito, Luigi Barionovi e Angelo Renna.
È possibile notare, nelle poesie di Franco Martino,il cambiamento della società cervinarese dovuto al trascorrere delle epoche.
L'ex dirigente scolastico, con questa raccolta, ha restituito il valore storico, artistico e culturale al suo amato paese.
Tra le sue pubblicazioni, possiamo citare il saggio politico "La Sinistra ci salverà"; I Cafoni, Adagio Appassionato e Andante Amoroso, una cronistoria su Fascismo e Resistenza e Profilo storico di Roccabascerana e Rotondi tra il 1860 e 1900.Ha conseguito il secondo premio al concorso letterario "Il Sannio Racconta".
Sono intervenuti alla manifestazione, il sindaco di Cervinara Filuccio Tangredi autore dell'introduzione del libro; Giuseppe Garofano assessore alla cultura; il prefattore Antonio Esposito; il direttore editoriale Paolo Saggese, Silvio Sallicandro, poeta e critico letterario; l'editore Silvio Sallicandro; il direttore editoriale Michele Miscia e infine la presentazione ha visto l'intervento di alcuni dirigenti scolastici, Serafina Ippolito, Daniela Tagliafierro, Salvatore Rampone,
M. Rosaria Damiano, Giuseppe Orlando, Filomena Russo, Rosetta Russo, Mario Esposito, Armando Marro, Maddalena Mercaldo, Andrea Stellato, Franca Esposito.
Il reading delle poesie è stato affidato all'attore Peppe Barile.

IL PIZZONE

Il Pizzone a Cervinara
a balzi e picchi
di roccia in roccia precipita scosceso
nel fibrillante cuore
Così precipitò la giovinezza
inavvertita
A San Biagio, sosta. La domenica
dopo la santa Pasqua fui ragazzo
un tempo anch'io.
Ora l'osservo non indifferente
ardua salita
di fango e sbucciature di ginocchio
sudati tra a folla
di quel sudore dolce a primavera
a consumare l'ultima pastiera
Nell'eremo l'erma del santo
e l'olio per la gola
fuori la banda piccola
sul piccolo pianoro fino a sera
le danze all'uso antico
Poi giù per i sentieri
di margherite e pietre.


Franco Martino, dalla raccolta "Paese mio carissimo" pubblicato da Delta 3 edizioni


Domenico Esposito Mito

mercoledì 13 ottobre 2010

Domenico Esposito Mito intervista Emanuele Cerullo (poeta e rapper napoletano)

Emanuele Cerullo è nato a Napoli nel 1993, dove vive tuttora con la famiglia. Inizia ad affacciarsi al mondo della scrittura a otto anni, grazie alla passione per la musica, ispirandosi al genere rap e componendo poesie rimate. Cresciuto nel difficile quartiere di Scampia, durante la sanguinosa faida di camorra ha trattato tematiche di riscatto sociale e di antimafia, ma l’amore è la tematica che usa più frequentemente nei suoi scritti. Apprezzato da personalità importanti nel mondo della cultura e della società, ha pubblicato "Il coraggio di essere libero" (2007), raccolta di poesie auto-finanziata che ha inaugurato un periodo professionale soddisfacente, complici anche i tanti premi e concorsi letterari vinti, oltre a riconoscimenti per l’impegno civile.
Un’altra sua pubblicazione è "Il professore alunno" (2010), che ha come tema il bullismo, scritto insieme ad oltre cento studenti italiani.
Attualmente frequenta il Liceo Scientifico “Elsa Morante” di Scampia (NA), sono in corso di pubblicazione due suoi libri, ha alle spalle oltre trenta pubblicazioni in antologie letterarie, altrettante menzioni speciali in concorsi letterari e collabora con varie riviste locali e nazionali.


Com'è nata la passione per la poesia?

Ho iniziato a scrivere all’età di otto anni. Componevo poesie rimate che trasformavo, poi, in canzoni, cosa che continuo a fare.

C'è qualche poeta al quale t'ispiri particolarmente?

Forse sì! Dico forse, perché ci sono tanti poeti che mi affascinano, ma è probabile che, al momento della produzione, vengano fuori elementi stilistici o retorici appartenenti a loro.

Oltre a scrivere poesie, sei anche un rapper, anche in questo caso, ti chiedo: c'è qualche artista del genere al quale t'ispiri?

Eminem è il mio preferito: è stato lui che, attraverso la sua musica, mi ha spinto a scrivere e imitarlo, quando avevo otto anni. Ma le mie produzioni non hanno quel rap duro e quei loops pesanti come nel caso dell’hardcore rap, io vado più verso il neo soul e verso l’R&B, anche se, recentemente, l’hip hop, in America, sta cambiando molto e un grande come Drake ce lo sta dimostrando. Lasciamo perdere l’hip hop nostrano: lo seguo pochissimo, è prevalentemente underground. Le major dovrebbero dare spazio all’hip hop vero, non a quelli che facendo solo due critiche a sistemi o persone garantiscono tante copie da consumare.

Tu sei conosciuto come un giovane autore impegnato nel sociale, come mai questa scelta di passare al rosa con la raccolta "Il cuore come inchiostro"?

La figura femminile mi affascina da sempre, forse più della società, magari perché è l’oggetto della società, è un insieme di sensazioni, d’intuizioni, tante cose appartenenti all’animo umano rese concrete. E poi, non ho neppure la minima intenzione di essere visto sempre e solo come un autore “impegnato”: credo che se prosegui con gli stessi argomenti, ma soprattutto se ti lasci etichettare, vai incontro a un “auto-soffocamento” etico e culturale, oltre che professionale.

I tuoi scritti, per quanto mi risulta, sono tutti inediti: il motivo è che diffidi dall'editoria? Spiegaci perché.

Con l’editoria, ho un rapporto davvero singolare! Diciamo che diffido dalla falsa editoria (e dai falsi editori!), perché, per me, l’editore vero è quello che non chiede un contributo economico per la pubblicazione del tuo manoscritto. E poi noto che le case editrici grosse non bandiscono concorsi gratuiti, che magari possono servire a valorizzare e a mettere in luce i veri talenti, ed è giusto – da un punto di vista aziendale – che non promuovano ciò, ma da un punto di vista non aziendale sbagliano, perché danno spazio a ciò che fa clamore, ad autori che, in qualche modo, si sono già fatti conoscere. Diffido, quindi, da un tipo di editoria che, ahimè, prevale, cioè quella troppo consumistica. Ma dobbiamo rassegnarci: oggi la letteratura è una letteratura di consumo, sono curioso di vedere tra mezzo secolo cosa diranno i critici letterari riguardo questo periodo. I miei scritti sono ancora inediti perché, lo ammetto, sono un “conservatore”, nel senso che tendo prima a osservare, analizzare, capire meglio le cose, e poi mi sono proposto poco alle case editrici, mi hanno risposto chiedendomi un contributo economico, con altri editori, poi, ci ho pure litigato, perché vogliono essere imprenditori, più che editori. Non possono pensarla diversamente, la voglia di fare soldi li acceca, non li fa ragionare da editori. Ad ogni modo, sto continuando a cercare qualche editore giusto, spero di trovarlo, sarà una caccia al tesoro!

Essendo inediti, in che modo possiamo trovare i tuoi scritti per poterli leggere?

Nel caso de “Il coraggio di essere libero”, è praticamente introvabile: è in corso di revisione, lo sto abbellendo alla grande e, detto nel nostro gergo, sto preparando una vera e propria bomba! Per quanto riguarda “Il professore alunno”, basta chiedere le copie a info@bimed.net
Riguardo “Il cuore come inchiostro”, invece, essendo un e-book, basta chiedere le copie che il lettore desidera all’indirizzo emanuelecerullo@libero.it. Riceverà, gratuitamente, il file in pdf della raccolta. E poi ci sono altri racconti e poesie presenti sul web, basta digitare il mio nome e cognome. Ma su Wikipedia non ci sono e, perdonami, ma ne devo approfittare per dire brevemente una cosa, che fa riflettere non poco: sono su Wikipedia English, nella voce “Vele di Scampia”, e su Wikipedia Italia, il mio nome e cognome è stato più volte cancellato perché non sono enciclopedico. Non pretendo una voce personale su Wikipedia, non ho bisogno di quel sito per farmi pubblicità (visto che i wikipediani hanno ipotizzato che io volessi farmi pubblicità), ma meditate!


La tua raccolta "Il cuore come inchiostro" è dedicato alla "figura della donna". Scrivi "Donna" addirittura con la lettera grande. Perché è così importante questa figura per te, da scriverlo persino con la lettera grande?

Perché è la parte che ci completa, che ci fa comprendere tutto ciò che l’uomo non riuscirebbe mai a comprendere senza una presenza poetica, dolce, intraprendente e riflessiva come quella della donna. Il resto, è descritto nelle mie poesie.

Quali progetti per il futuro?

Davvero tanti. Ci sto lavorando assiduamente, e non parlo solo della versione edita de “Il coraggio di essere libero”. Meglio non anticipare, mi piace arrivare direttamente con la novità. La cosa che mi sorprende e che mi preoccupa – perché sono anzitutto uno studente! – è che mi aspetta un 2011 molto impegnativo e unico, sarà l’anno in cui raccoglierò tutto quello che ho seminato, quindi sarà, molto probabilmente, un anno più “decisivo” rispetto agli altri… Ci divertiremo!

Ti ringrazio, Emanuele, ti faccio i miei migliori auguri.

Grazie, auguri di cuore anche a te, e viva l’arma della parola!


IL NOSTRO PRIMO BACIO – EMANUELE CERULLO

"Ci siamo baciati per la prima volta,
appena usciti da scuola, timidi.
Passavano automobili
di gelosia,
ci avvolse la brezza
della nostra affinità.
Adesso sono qui, il Sole
è andato a letto sazio, prosciugando
le nostre anime
regalate al vento."

Da “Il cuore come inchiostro”

martedì 28 settembre 2010

Intervista di Domenico Esposito Mito a Sonia De Simone, scrittrice caudina di romanzi rosa

Sonia De Simone nasce il 10 novembre del '90 a Benevento. Si diploma al liceo scientifico presso l'istituto E. Fermi di Montesarchio e s’iscrive all'università Federico II a Napoli alla facoltà di lettere moderne per coltivare le sue passioni riguardanti la lettura e la scrittura.
"Basta un Attimo" è il suo romanzo d’esordio, visionato e corretto da un'agenzia letteraria e pubblicato con Lulu (auto-pubblicazione). Il romanzo narra la storia di due adolescenti, Alisia e William, che s’incontrano in normalissime circostanze: una partita di calcio. Da allora inizia la loro storia contorta, basata inizialmente su un’innocente amicizia per poi sfociare in una struggente, quanto romantica, storia d’amore. Lei è una ragazza semplice, proveniente da una famiglia agiata, ben conosciuta. Lui, invece, ha una storia ben diversa, una famiglia divisa dai continui tradimenti del padre e dal rinnovato matrimonio della madre con un altro uomo, dal quale nasce la piccola Sara. Ma la partenza di William (per inseguire il suo sogno) e uno sconvolgimento, quasi annunciato, nella vita di Alisia, sono elementi che porteranno i due giovani ad allontanarsi dopo un’assurda lotta per stare insieme. Un romanzo semplice, ambientato a Montesarchio, una piccola cittadina nella provincia di Benevento, che colpisce l’animo di giovani romantici “Innamorati dell’amore”, di quello vero, non di quello descritto nelle fiabe dove tutto termina con un meraviglioso “Vissero tutti felici e contenti”, perché l’amore è ben altro e William e Alisia lo sanno bene...


Quando è nata la tua passione per la scrittura?

Io credo che non ci sia una data prestabilita per far nascere una passione. Questa è una cosa che fa parte di noi sin dalla nascita, bisogna solo imparare ad aspettare: la pazienza è alla base di tutto! Col tempo, la scrittura, per me, è diventata non solo una semplice passione. Scrivere è estraniarsi dalla realtà, vivere in un universo parallelo creato da te, vivere nello splendore delle tue parole e nell’animo dei tuoi personaggi.
Non ho una data o un momento preciso per stabilire quando sia nata la mia passione per la scrittura. Posso solo dire che si tratta di un amore puro, privo di tradimenti. La mia, dunque, non è passione, ma semplicemente AMORE PER LA SCRITTURA.


Com’è nata invece l’idea di questo libro?

Ho cominciato a scrivere questo libro in un momento particolare della mia vita. Avevo quattordici anni e la vita mi aveva da poco portato via una persona fin troppo importante per me, una figura essenziale, un pilastro fondamentale. La sofferenza è stata troppo grande anche da potersi descrivere, così mi misi al computer e cominciai a battere sui suoi tasti. Avevo bisogno di qualcosa che mi allontanasse da quell’insulsa realtà. Una parola dopo l’altra, mi sono ritrovata a scrivere di una vera storia d’amore. A lavoro concluso, andai in una copisteria e feci stamparne una copia. Divenne, per me, solo una sorta di ricordo. Qualche mese fa, navigando in internet pensai che alla fine non ci avrei perso niente inviando una copia a diverse case editrici (anche se ero ancora all’oscuro delle delusioni che queste avrebbero potuto causarmi). Così, ripresi il romanzo tra le mani e cominciai a fare delle modifiche per renderlo migliore e più leggibile. Mi sono messa in contatto con numerose case editrici, due delle quali erano disposte a stipularmi un contratto. Parlo di “Case editrici a pagamento” che mi hanno chiesto tantissimi soldi per perdere ogni diritto sulla MIA OPERA! Per questo motivo ho pensato che potesse bastare una correzione, un’auto-pubblicazione, una buona pubblicità e un po’ di astuzia per emergere in un ambiente limitato (il che, per un autore emergente, con un’opera che ricopre una fascia di lettori ben definita, non è poco!). Ovviamente ci sono anche “Case editrici NON a pagamento” con grandi marchi come Mondadori, Rizzoli, ecc. ma per il momento preferisco sognare tenendo i piedi sulla terra!

Quali temi affronta il tuo romanzo oltre all’amore adolescenziale?

Il tema principale è appunto l’amore che nasce tra William e Alisia. Ma nella vita di un adolescente, spesso, l’amore entra in secondo piano di fronte a problemi che colpiscono direttamente il suo animo. Alisia si troverà ad affrontare una situazione particolare che vede come protagonista “l’amica di sempre”. Litigi che fanno crescere e che aiutano a visionare la vita da una prospettiva diversa. Ma ancora più difficile è affrontare la morte di una persona cara. Non sempre si riesce a tenere la testa fuori dall’acqua ma Alisia ha un buon motivo per non annegare…


C’è un autore di romanzi rosa o di altro genere cui t’ispiri o comunque uno in particolare che preferisci?

Io mi definisco una “Divoratrice di Libri”. Leggo di tutto, qualunque cosa mi attiri, ma l’autore che ha fatto nascere in me la passione per la scrittura e per la lettura di romanzi rosa e mi ha tenuto legata all’amore è NICHOLAS SPARKS. Mi ha rapito e si è portato via il mio cuore con “Le parole che non ti ho detto”. Poi, ha continuato ad avere lo stesso effetto sul mio animo con il resto dei suoi romanzi.
Ultimamente mi sono lasciata trasportare tra le strade di Barcellona da CARLOS RUIZ ZAFON, un autore capace di farti vivere alle spalle dei personaggi con una suspense inaudita nonostante le storie siano alquanto irreali.
Un altro genere che mi ha colpito molto è stato quello di FABIO VOLO. In lui vedo un autore capace di parlare, in modo crudo e diretto, di una realtà che, fondamentalmente, appartiene a tutti noi.
Per quanto riguarda i Romanzi Storici, invece, mi sono lasciata rapire da IDELFONSO FALCONES, anche se sto cercando di apprezzare (ma al momento mi risulta ancora difficile) Ken Follet.

Ti ci rivedi nel personaggio femminile del tuo romanzo?

Alisia È Sonia. In piccola parte, ogni personaggio presente nei nostri romanzi, rappresentano una piccola parte di noi. Per quanto si possa giocare di fantasia, il personaggio nasce da noi, dalla fusione della nostra anima con la nostra mente, il che porta a una sola conclusione: Ogni personaggio rappresenta un almeno l’uno per cento del nostro essere.


Quando scrivi quindi, t’ispiri molto alla tua vita oppure è tutto frutto della tua immaginazione?

Si scrive per estraniarsi dalla realtà ma, inevitabilmente, questa ne entra a far parte. Mi guardo intorno e tutto sembra divenire “Ispirazione”: la realtà è ispirazione! Per quanto non si voglia farla entrare nei giochi della nostra fantasia, questa è molto abile ed entra senza farsi sentire. A volte, solo rileggendo il testo mi accorgo di aver inserito qualcosa che appartiene alla realtà. L’inconscio è scorretto e gioca sempre brutti scherzi: è per questo che ritengo che, inevitabilmente, l’ispirazione sia legata con un nodo troppo stretto alla realtà.

In futuro, pensi di restare sul rosa oppure di scrivere anche romanzi di altro genere?

Sono "innamorata dell'amore", di quell’amore vero che non ha sempre come finale il “Vissero tutti felici e contenti”, quindi credo che rimarrò per sempre legata a questo genere.

Grazie per aver accettato l’invito, in bocca al lupo.

Sono io a doverti ringraziare per avermi tenuta in considerazione. A presto.

sabato 28 agosto 2010

La difesa della Patria per gli obiettori di coscienza e il Servizio Civile: Riflettiamo.

In epoche come quella della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Italia fu invasa dai tedeschi nazisti, la difesa della Patria consisteva nell’uso delle armi contro gli aggressori, in quel caso quindi giustificata, poiché era necessario rispondere agli attacchi.
Nel 1946 è nata la Costituzione, il cui articolo 11 prevede che “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Ciò significa che l’uso delle armi è giustificato esclusivamente come strumento di difesa, in caso di attacco, e non di offesa.
Oggi il concetto di patriottismo è ben diverso,( certamente non deve essere inteso, perdonate l’ironia, come il tifo della nazionale di calcio). Oggi s’intende la lotta ai vari problemi e ingiustizie sociali di cui è vittima la propria nazione.
Bisognerebbe però stabilire anche che cosa s’intende con il termine “Patria”.
Solitamente è utilizzato per indicare la nazione nella quale si è nati e cresciuti, ma stando all’etimologia della parola, “Terra dei padri”,“il luogo in cui si è nati”, si può benissimo essere più, per così dire, generici e quindi intendere semplicemente il mondo.
Dunque il patriottismo non è necessariamente sinonimo di nazionalismo, un fenomeno, tra l’altro, che, in modo sfrenato, potrebbe facilmente sfociare in un fenomeno negativo che è quello del razzismo,per questa ragione, anziché continuare a parlare di difesa della Patria intesa come nazione, si dovrebbe iniziare a parlare di difesa del mondo. Che cos’è dunque, per il servizio civile, la difesa della Patria?
Naturalmente si agisce con la non violenza e si ripudia l’uso delle armi, quindi della guerra e , per gli obiettori di coscienza, è un concetto di solidarietà, vuol dire aiutare il prossimo, le categorie più deboli, come gli anziani, i diversamente abili, i minori ecc.
Facciamo però qualche passo indietro, a quando la patria era semplicemente la nazione: a quei tempi, era necessaria la violenza per difenderci dagli invasori. Oggi i nostri problemi non sono gli invasori (o almeno così sembra), ma sono ben altri, quindi, riflettiamoci: quello che fanno gli obiettori di coscienza e i volontari del servizio civile basta per difendere la Patria? E’ certamente un contributo, ma non è tutto. Chiediamoci inoltre: quali sono i nostri problemi, da chi o da cosa nascono e come possiamo risolverli, solo dopo aver risposto a queste domande potremmo cercare la radice del problema per poi estirparlo così per poterci davvero definire “Difensori della Patria”, che sia inteso come difesa della nazione o del mondo intero.

Domenico Esposito Mito

Polemiche a Cervinara sulle manifestazioni di Casa Pound

Alla manifestazione dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro(e in particolare ad Antonio Sacco),tenutosi Sabato 21 agosto nella nuova Sala Consiliare di Cervinara, alle spalle di Piazza Trescine, intitolata nel 2006 proprio ad Antonio Sacco, organizzato da Casa Pound, hanno partecipato il Sindaco Filuccio Tangredi e molti esponenti della maggioranza, tra i quali Alfredo Marro, direttore del mensile “Il Caudino” e il dottor Giuseppe Mazzariello, giovane esponente della lista civica “Insieme per Cervinara”, parente diretto di Antonio Sacco.
Nei giorni successi al dibattito, il giovane coordinatore di Rifondazione Comunista, Luca Servodio, accusa il comune di aver patrocinato manifestazioni di movimenti fascisti.
"Chi pensava che la destra istituzionale avesse posato l’olio di ricino e il manganello per far posto alla Costituzione, al voto agli immigrati, alla legalità si è sbagliato di grosso. Sotto il doppio petto borghese si nasconde ancora la camicia nera e l’anima reazionaria di questi soggetti.
È ormai da qualche tempo che come Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti denunciamo la doppia faccia della destra istituzionale italiana (nazionale e locale) che da un lato cerca di mostrarsi evoluta rispetto al passato e dall’altro lato copre, finanzia e incoraggia i gruppi neofascisti. Casa Pound Italia non è una realtà distante presente solo nell’area romana, ma è un mondo reale troppo vicino a noi presente anche in provincia di Avellino rendendosi sempre più pericolosa e omologa ai gruppi operanti nel resto d’Italia con la forza e la violenza" dichiara Servodio nella sua ultima nota, apparsa sui giornali e in rete, nei giorni scorsi. Le sue dichiarazioni hanno suscitato molte polemiche, non solo a Cervinara, ma coinvolgendo anche il Comitato Nazionale di Casa Pound, che, sentendosi accusato, minaccia querela. Il gruppo di estrema destra spinge l'amministrazione a reagire. Il capogruppo di maggioranza, Francesco Viola, infatti, ha sentito il dovere di rispondere alle accuse che hanno coinvolto l'amministrazione Tangredi "Noi facciamo cultura e non politica - dichiara Viola a gran voce -Noi non abbiamo avuto alcuna proposta da parte dei giovani comunisti. La loro è pura e semplice strumentalizzazione politica, coinvolgendo l'amministrazione e questo non è corretto E' sbagliato fare attacchi di questo tipo. Mentre gli altri stanno cercando di fare guerra, Casa Pound propone. Questa è una questione culturale. Al momento non ci sono richieste. Il loro atteggiamento non è giustificato perché potrebbero proporre anche loro e non gli sarà di certo risposto di no. Siamo noi - continua Viola - a chiedere a loro le iniziative. I giovani comunisti vogliono farci passare per una forza di centro-destra. Si continua su questo tipo di scia, ma l'amministrazione è molto disponibile a favore di tutti, in particolare i bistrattati. Non siamo solo amministratori, ma anche confidenti”.
La contro-risposta di Servodio è stata che "la dichiarazione del consigliere Francesco Viola ci fa ridere ed è indegna da parte di un rappresentante istituzionale che ha giurato fedeltà alla Costituzione Repubblicana e antifascista. Tali dichiarazioni ci riportano alla seconda anima del fascismo italiano del ventennio: conservatrice tradizionalista, cattolica-clericale e comunitaria. Nel ventennio fascista, infatti, parte dei cattolici non furono oggetto delle aggressioni fasciste, nonostante la netta posizione antifascista del segretario del partito Luigi Sturzo. Crediamo che contestare le manifestazioni del Blocco Studentesco e di Casa Pound sia un elemento essenziale, non soltanto per i comunisti, ma per tutti i democratici. Ci sono leggi che vietano la costituzione di gruppi che si fanno alle idee del ventennio".
Ma Casa Pound, si tira fuori dallo scontro: "Casa Pound Avellino continuerà a difendere la classe operaia e la salute dei lavoratori senza soste. In merito al vile attacco di Rifondazione Comunista, che ci hanno etichettati come violenti, razzisti e xenofobi e portatori d'odio, rispondiamo a queste deliranti accuse con il sorriso sulle labbra e invitiamo questi personaggi a svegliarsi e a collaborare sul fronte sociale perché c'è bisogno dell'aiuto di tutti. Eppure, in passato abbiamo collaborato con Rifondazione Comunista per la raccolta di materiale per i terremotati in Abruzzo e su parecchie questioni ambientali. Superare gli steccati ideologici è, per noi, una vittoria, per loro una vergogna, perciò agiremo per vie legali, perché essere diffamati e accusati di azioni deliranti è uno smacco che non possiamo tollerare soprattutto perché si è cercato di offuscare il tema del dibattito, ossia la vicenda di Antonio Sacco e del proletariato italiano, abbandonato dalla politica nazionale”.
Infine, il PRC esprime tutta la sua solidarietà a Luca Servodio e replicano ancora "Questi ardenti giovanotti che amano mostrare la loro potenza fisica praticando, laCINGHIAMATTANZA, uno sport particolarmente violento che si concretizza prendendosi a cinghiate - contenti loro - che usano il saluto romano e slogan che pensavamo seppelliti nella melma come :“Boia chi molla” oppure “me ne frego” o meglio “ comunisti andate a fare in culo” (vedi blog di C.P. di Cervinara) tentano di sdoganarsi indossando la maschera di bravi ragazzi impegnati socialmente;infatti, organizzano convegni sempre rigorosamente patrocinati, parlano di mutuo sociale ma non s’indignano di fronte alle politiche per la casa adottate dal governo di destra, piangono le morti bianche senza esprimere un minimo di dissenso riguardo alle ultime esternazioni del ministro Tremonti, che citando la“626” legge che disciplina la sicurezza sui luoghi di lavoro la definisce “un lusso che non possiamo permetterci” , partecipano alle manifestazioni contro i tagli alla scuola pubblica ma solo per manganellare gli insegnanti e gli studenti che pacificamente esprimono il loro dissenso -piazza Navona insegna - dicono di non essere razzisti ma predicano il rimpatrio dei migranti e la riscoperta della razza italica, vogliono il dialogo ma nel momento in cui qualcuno esprime il proprio dissenso,così come ha fatto Luca Servodio in nome e per conto dei Giovani Comunisti e del PRC non solo di Cervinara, minacciano querele,alla faccia della democrazia e della Costituzione, che tra l’altro hanno l’ambizione di riscrivere secondo le loro regole. Inoltre ,considerato che intendete querelare chi rivendica la propria libertà di pensiero, non citate solo il nostro compagno Luca, ma anche tutti e tutte noi che nel solco dell’antifascismo militante saremo sempre pronti a smascherarvi e ricacciarvi nelle cripte della storia".

sabato 21 agosto 2010

Video della presentazione "La Città Dei Matti" Domenico Esposito Mito


Elenco i video della presentazione a Rotondi, organizzata dall'associazione culturare "O'Cardill", il giorno 6 giugno, 2010:

Prima parte:
Francesca Girardi, presidente dell'associazione culturale "O'Cardill" introduce la presentazione del romanzo "La Città Dei Matti" di Domenico Esposito "Mito"

Seconda Parte:

Durante la presentazione il preside Franco Martino ha sottolineato alcuni argomenti importanti del romanzo, quali gli incidenti sul lavori e l'abuso d'alcol da parte dei giovani.
"Ho notato che più volte, nel romanzo, vengono fatte riflessioni e citati anche alcuni episodi riguardo gli incidenti sul lavoro. Da questo deduco che il nostro autore ha molto a cuore la questione"
(Professore Franco Martino)
"Esposito cerca in tutti i modi di razionalizzare il lettore, non si limita a descrivere e ci guida, come Virgilio guidò Dante, nell'Inferno e nel Purgatorio, senza mai arrivare nel Paradiso, ma qui non si parla dell'aldilà, si parla dell'aldiqua'" (prof.Franco Martino)

Terza
: e quarta parte, intervento Domenico Esposito Mito con reading di Rolando Giancola (autore della raccolta di poesie "Brandelli" edita da IL FILO)che legge, in forma di recitazione, un passo del romanzo.



Quinta e ultima parte: Intervento di Lara Lanni Assessore alla Cultura e del Responsabile del Piano Di Zona Domenico Landi.

Non piangere, bambino

Non piangere, bambino, solo perché non vuoi mangiare:
perché da grande, per un boccone, dovrai lottare
non piangere se ti sei fatto male,
perché sono ben altri e ben più forti
i dolori che dovrai sopportare.
Non piangere,la vita è triste,ma tu se ancora all’inizio.
C’è tempo per piangere,perciò adesso sorridi.

Domenico Esposito Mito

Non guarderò quella pietra

Io per salutarti non guarderò quella pietra,
perché so che non sei lì.
Per salutarti guarderò il cielo,
le nuvole in mezzo a cui ti vedo che ti volti allegro e sorridente
verso di noi e ci saluti con la mano.
Non guarderò a questa pietra, perché so non è qui che sei.
Tu sarai nel sole che ci riscalda ,nella pioggia che ci bagna,
nell'aria che respiriamo, e il vento che soffia leggero saranno le tue carezze
Sarai il profumo dei fiori, della terra bagnata,
sarai la nostra forza di continuare ad andare avanti,
sarai la musica che gradiranno le nostre orecchie.
Sarai anche nelle nostre lacrime ,
ma sopratutto nel nostro cuore, nel nostro sangue.
E noi nel tuo cuore. Sarai nel nostro sorriso e nel nostro pianto,
io non ti vedo, ma riesco a sentirti sulla mia pelle, dentro di me, nel cuore.
Riesco a sentire che anche se te ne sei andato, in fondo sei sempre qui:accanto a noi e continuerai a proteggerci e ad amarci, perché noi non finiamo mai del tutto
E terrò vivo il tuo ricordo
Io sono qui e sono sereno: tu mi proteggi, io non piango, io sorrido.
Non guarderò quella pietra:guarderò il cielo e le nuvole.
Chiuderò gli occhi e sentirò il tuo spirito dentro di me, nel mio cuore,
nella mia mente ,per sempre.

(a mio nonno)

Domenico Esposito Mito

Il silenzio dello scrittore

Nei miei silenzi ho sofferto
Più in silenzio di chi disse di aver sofferto in silenzio
Perché io non l’ho mai detto: ecco, ho solo scritto.
Non ho mai pianto allo scoperto
Ho soltanto gridato la mia rabbia
E volte neanche quello
Mi mancava l’aria quando
Più ero arrabbiato, più cercavo di restar tranquillo.
Chi dice
Di aver sofferto in silenzio
Non sa che il verbo dire alla parola “silenzio” non si addice
Ecco, io non l’ho detto, ho solo scritto
E qualcuno forse ha letto.
Io ho taciuto anche quando ho avuto freddo

Domenico Esposito Mito

Prima che tu nascessi

Prima che tu nascessi
Nessuno ti aveva chiesto
Se avevi intenzione di nascere
Se volevi essere battezzato
E secondo quale credo
Nessuno ti aveva chiesto
Quale nome volessi portare
Nessuno ti aveva avvisato
Delle difficoltà che dovrai affrontare
Loro ti mettono al mondo egoisticamente:
il loro egoismo si vede nella loro gioia
nel vederti nascere
perché loro sorridono nel vederti piangere.
Non ti avevano detto che questa vita
Non è soltanto rose e fiori
Non ti hanno parlato delle spine
Non ti hanno avvisato che è dura andare avanti
E da grande ti sei ritrovato addosso delle colpe,
colpe di cui non sei colpevole, colpe provenienti
da un’unica colpa: quella di non essere
come avevano sperato che fossi coloro che,
egoisticamente, ti misero al mondo
allora illusi,
oggi delusi
di un loro fallimento.

Domenico Esposito Mito

Il saluto degli anziani

Il saluto degli anziani
è qualcosa di prezioso
che mi addolcisce il cuore
così sincero,così spontaneo, senza alcuno sforzo,
basta uno sguardo anche per sbaglio
e ricevi il loro saluto
come fossi un loro figlio
anche se sei uno sconosciuto
ti guardano,e ti salutano perché sanno che sei un paesano
o semplicemente solo un altro essere umano
E' tipico di questo paese, il saluto di un anziano
il loro sorriso
è qualcosa di prezioso
le loro rughe sopra al viso
le loro facce stanche
le loro chiome bianche
i loro racconti
ascoltateli ragazzi,non sono noiosi
ascoltateli raccontare i loro vecchi tempi
la guerra,la fame,la sofferenza
fate loro qualsiasi favore
senza accettar danaro:
non c'è miglior regalo
della gioia dentro al cuore
il saluto degli anziani,
con il loro sorriso
placa l'odio verso gli altri esseri umani
verso il mondo intero e allevia ogni dolore
Oh,se bastasse solo un loro sorriso
per placare tutto l'odio che c'è nel mondo
tra i popoli
tra le razze
tra i ricchi,tra i poveri.

Domenico Esposito Mito

mercoledì 17 febbraio 2010

Presentazione Romanzo "La Città Dei Matti" a Cervinara (aula consiliare)


Pro Loco "Angelo Renna" di Cervinara
Assessorato Cultura e Spettacolo
Città di Cervinara
DOMENICA 28 febbraio 2010
Ore 18.00
Sala Consiliare Cervinara – Avellino
PRESENTAZIONE del LIBRO "La città dei Matti "di Domenico Esposito (detto Mito)

La città Dei Matti è la storia di Romolo e della sua incessante ricerca di se stesso, sullo scenario di un paesino del Sud, dove convivono criminalità e romantici rivoluzionari.


Presiede:
Dott.ssa Giusy Iachetta, giornalista

intervengono: Avv. Franco Cioffi, sindaco Città di Cervinara
Dott. Orazio Perrotta, vicesindaco Città di Cervinara
Preside Franco Martino, socio Pro Loco di Cervinara
Dott. Matteo Mantovani, Mond&editori
Conclude l'autore Domenico Esposito Mito

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