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venerdì 3 febbraio 2017

Riflessioni di uno scrittore cervinarese (Domenico J. Esposito)


 Scrissi quest'articolo dopo il festival della Cultura, Cervinarte nel 2015, pubblicandolo su Il Caudino online. Oggi lo ripropongo qui sul mio blog

By Il Caudino on 4 settembre 2015




“Come va? Che si dice lì?” domanda l’emigrante che ostenta poca nostalgia e nessun pentimento della scelta di essere andato via e senza alcuna voglia di ritornare, neanche per le vacanze.
“Mah, non cambia nulla” risponderà il cervinarese che ha scelto di restare nella propria terra, come per dire “hai fatto bene ad andartene”. Ma non è vero. Deve trattarsi di cervinaresi troppo distratti o superficiali per non accorgersene o troppo sbruffoni per ammetterlo. Sì, perché il cervinarese attento se ne accorge dei cambiamenti del proprio paese. Magari non tutti i cambiamenti sono positivi, magari Cervinara ha bisogno anche di altri cambiamenti, ma non diciamo che non cambia nulla. Soprattutto non diciamo che cambia solo in negativo. Per la cultura, per esempio, non si era mai fatto tanto come quest’anno. Ora che siamo giunti agli sgoccioli di questa magnifica estate piena di arte e cultura, ora che l’autunno è alle porte, lo possiamo dire: a chi critica la Valle Caudina e in particolare Cervinara, si ricordi, ma prima di tutto abbia modo di notarlo: Cervinara non è solo la città dei bar, dell’aperitivo e delle scommesse, dei pettegolezzi, dei pregiudizi, degli snob, degli sbandati e degli spinelli nella villa. Cervinara non è solo invidia tra concittadini quando qualcuno raggiunge il successo; non è solo urla di gente che litiga perché la squadra avversaria ha perso (secondo ogni tifoso sempre ingiustamente). Cervinara non è solo quel paese in cui un neomelodico riempie la villa e un jazzista o un concerto rock la svuota. Cervinara non è solo il paese delle polemiche politiche, artistiche, sportive e di ogni tipo. Cervinara è quel paese in cui finalmente nelle scuole, i docenti spronano i ragazzi alla lettura, cercando di far capire loro, non solo la sua importanza, ma soprattutto il piacere di leggere, così come si cerca di farlo capire anche ai piccoli. Cervinara è la riscoperta dei palazzi storici in cui si ospitano i lavori degli artisti. Cervinara è anche quel paese in cui una mattina ti svegli e scopri che qualcuno sta diffondendo la cultura attaccando locandine con frasi sulla Bellezza e che ha sparso libri sulle panchine per farli leggere gratuitamente ai cittadini. Cervinara è quel luogo in cui si condivide l’amore per la montagna (difficile farlo comprendere a chi proviene dal mare), che diventa fonte d’ispirazione per gli artisti. Cervinara è poesia, fotografia, pittura, arte contemporanea. Non è solo quel paese in cui quando non si è protagonisti, si preferisce stare al bar piuttosto che tra il pubblico. Non è solo quel paese in cui quei cittadini che si lamentano perché “non ci sono mai eventi culturali, mai niente di bello e di nuovo”, sono sempre i primi a essere assenti. Cervinara è anche quel paese in cui altri cittadini ci provano, non desistono, non si arrendono, che continuano questa battaglia e di chi, come me, li ringrazia di cuore.
Domenico J. Esposito
scrittore cervinarese


venerdì 24 febbraio 2012

Valle Caudina: Seconda edizione del Premio nazionale di poesia e narrativa "Il Giardino Incantato"

Il club inner wheel di valle caudina indice la seconda edizione del premio letterario nazionale di poesia e narrativa “Il giardino incantato”.
Al concorso possono partecipare le Socie dei Club IW Italia, loro familiari ed amici.
Sono ammesse poesie, in lingua italiana ed in vernacolo, e novelle/racconti brevi (max 8 cartelle – ogni cartella 1800 caratteri) esclusivamente in lingua italiana.
Le poesie in vernacolo devono essere accompagnate dalla versione in lingua italiana e recare l’indicazione del vernacolo di provenienza. Le composizioni, a tema libero, devono essere inedite e non premiate in altri concorsi. È istituita la sezione giovani autori a cui possono partecipare poeti e scrittori che non abbiano ancora compiuto i 25 anni di età alla data 15 marzo 2012 che costituisce il termine ultimo per la partecipazione al presente concorso. Ogni autore può partecipare con una o due poesie e/o con un elaborato di narrativa. Per la sezione adulti è richiesto un contributo economico unico pari ad euro 20,00 da inviare tramite bonifico bancario a:
Banca della campania – Filiale di Cervinara (AV), piazza Trescine – sul c.c. N.0055/1363112 intestato a International Inner Wheel Club di VALLE CAUDINA – coordinate bancarie IT29 I 053927572 000000 1363112
Per la sezione giovani autori non è richiesta tassa di lettura.
Gli autori devono inviare quattro copie anonime degli elaborati insieme con una copia in busta chiusa, recante nome, cognome, indirizzo completo, recapito telefonico, eventuale indirizzo e-mail e firma autografa dell’Autore nonché un breve curriculum vitae dello stesso. Riportare le composizioni in forma anonima anche su Cd (facoltativo). Allegare ricevuta di bonifico bancario (Sezione Adulti).
Le spedizioni non conformi a quanto su indicato non saranno prese in considerazione
Inviare tramite posta raccomandata a/r, a: I.W. Club di VALLE CAUDINA – Segreteria organizzativa c/o Cettina Iglio Vassallo – 82011 Airola (BN), Via Sorlati entro e non oltre il 15 Marzo 2012 (farà fede il timbro postale di partenza)
La Giuria, che sarà resa nota durante la cerimonia di Premiazione, è composta da personalità del mondo della cultura. Il loro operato è insindacabile. La Cerimonia di Premiazione avrà luogo nel maggio 2012, in Valle Caudina. I premi non saranno spediti e dovranno essere ritirati personalmente dai concorrenti vincitori o da loro delegati in occasione della Cerimonia di Premiazione. Gli autori delle composizioni premiate saranno preavvertiti telefonicamente in tempo utile per consentire loro la partecipazione alla cerimonia. I premi non ritirati saranno ritenuti decaduti.
La partecipazione al Concorso implica la completa accettazione del presente Bando e costituisce espressa autorizzazione all’eventuale pubblicazione senza fini di lucro, delle opere inviate e all’uso dei dati anagrafici unicamente ai fini delle comunicazioni inerenti il premio stesso. Le composizioni ricevute non saranno restituite.
Per ulteriori informazioni contattare cettinaiglio@virgilio.it

martedì 31 maggio 2011

Intervista a Pietro De Bonis (scrittore e poeta)

Amo la poesia forse addirittura più della narrativa e sarà, forse, proprio per questo che prima di ritornare a cimentarmi a scriverla, ho esitato persino a “toccarla”: oggi fare poesia è difficile, ci vuole coraggio, anche perché agli altri risulta difficile persino comprenderla. Rimango, infatti, sempre più deluso da alcune poesie adolescenziali, troppo semplici, quasi banali e, nonostante ciò, sopravvalutate e premiate. Rimango, quindi, deluso soprattutto dalle giurie che, invece, non riconoscono quei rarissimi adolescenti che veramente valgono e meritano (poiché la poesia è un'arte e l'arte non appartiene a tutti).
L'artista che intervisterò oggi, però, non è un adolescente, ma un giovane di ventisette anni: Pietro De Bonis, nato a Roma, che ha pubblicato il suo primo libro di poesie intitolato “Tempeste Puniche”, edizioni Il Filo. Pietro De Bonis ha frequentato la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Vergata, poi ha intrapreso la strada della recitazione e della fotografia. Conosciamolo e vediamo cosa ne pensa.

Ciao, Pietro, ti do il benvenuto.

A proposito di ciò che dicevo nell'introduzione: perché, secondo te, molti giovani che scrivono poesie sono sopravvalutati, mentre altri più validi sono sottovalutati, soprattutto nei Premi Letterari?

Ciao! A questa domanda non saprei risponderti in modo approfondito, in quanto non ho mai avuto modo di venire a conoscenza di persone e poesie premiate con una valutazione eccessiva. Al contrario, posso dirti che riscontro nella gente, soprattutto i giovani di oggi, una sottovalutazione del genere letterario poetico. Quasi venga, non voglio dire evitato, ma sicuramente scansato, come se le poesie appartenessero ancora a una reminiscenza scolastica, per questo fastidiosa, orticante, riconducibile solo a un discorso legato a parole messe lì a fare rima. La poesia non è rap. Questo per me è un pensiero inqualificabile, in quanto riduce di molto, di troppo, il significato e la bellezza della poesia e conseguentemente la bravura del poeta. La poesia non è affatto scontata, sono scontati gli occhi che non sanno leggerla. Poi, riagganciandomi al discorso iniziale, sta sempre all'individuo cercare di farsi valutare più che può, di farsi conoscere più che può, così da estendere la propria cerchia di lettori e aumentare i consensi o, come anche logico, i dissensi.

Una domanda, forse, poco originale, ma che sorge spontanea: quando e come ti sei accorto di essere un poeta e di amare la poesia?

Tutto ciò che sorge spontaneo non è affatto poco originale. Vedi, la mia poesia è sorta spontanea. Ho iniziato a buttare giù qualche riga senza mai aver letto prima un libro, le parole sono venute da se, innate e insite in me. Il primo a esserne sorpreso è stato proprio il sottoscritto, a volte mi svegliavo nel cuore della notte con dei versi in mente e li scrivevo su un pezzo di carta e poi li riprendevo l’indomani, li aggiustavo e concludevo il senso, uscivano suoni dalla mia bocca, fantastici. Amo la poesia perché credo di amare la vita e le persone che ne fanno parte, e amo me, la mia arte, la mia persona. Anche se sinceramente essere definito "poeta" un po' mi appesantisce, io debbo crescere ancora tanto per giungere a quel titolo.

C'è un poeta o una corrente letteraria che ami particolarmente?

Amo Alda Merini. Ti do un'anticipazione, vi sarà una poesia dedicata a lei nella mia prossima (si spera) pubblicazione. Non coltivo passioni per le correnti letterarie, mi piace scoprire gli individui singolarmente, li estrapolo da qualsiasi periodo mondiale.

Spiegaci un po' il titolo della raccolta, perché proprio “Tempeste Puniche”?

Il titolo intero è Tempeste Puniche, Il Profumo della Quiete. Rappresenta un passaggio di testimone, ossia dalle tempeste interiori che si hanno nel corso della propria vita, soprattutto adolescenziale, sino al profumo della quiete, ossia a quella sensazione che forse il peggio sia passato e che il bello, sempre più bello, è dietro l'angolo, basta solo avere il coraggio di arrivarci e fargli... tana!

Scrivi solo poesie o ti cimenti anche nella prosa?

Scrivo poesie e prose, ma mi sto cimentando anche nel romanzo, confido molto anche in quello, e in me che lo scrivo. Se avrete la pazienza e io la fortuna di pubblicare, mi leggerete anche a pie' pagine.

Qual è la poesia che, in questa tua raccolta, ti è più cara? E perché?

La più cara è "Lettera aperta al cielo", la poesia conclusiva del libro, perché è dedicata a mia madre, come l'intera raccolta, del resto.

Quali altri progetti nell'ambito letterario e, visto che vedo che sei anche attore, nel campo della recitazione?

Anche qui andiamo calmi a definirmi attore, mi diverto solo a recitare sul palco con i fantastici amici della mia compagnia teatrale dei "folliattori", nulla più di questo. Come progetti, ti ripeto, ho il romanzo e una nuova raccolta di poesie.

Pietro, non mi rimane che ringraziarti e farti tanti in bocca al lupo per tutto! Un saluto!

Grazie infinite a te! Alla prossima! Ciao!

Domenico Esposito Mito, scrittore e giornalista


Rinascimento - Pietro De Bonis

Il profumo della quiete.
Delle foglie d’abete.
Il respiro interno.
L’odore del vento.
La libertà sulla pelle.
Rinascimento.

martedì 26 ottobre 2010

"Paese mio carissimo" il nuovo libro di Franco Martino

Domenica 24 ottobre, si è tenuta, nell'aula consiliare la presentazione del nuovo libro del professor Franco Martino, ex dirigente scolastico, organizzata dalla Pro Loco di Cervinara e dall'assessorato alla cultura. "Paese mio carissimo" è il titolo del libro, una raccolta di poesie dedicate a Cervinara. La descrizione in versi comprende i luoghi cervinaresi più suggestivi e ricchi di storicità fino a a quelli che il nostro popolo ama frequentare nel fine settimana, come Piazza Trescine e il "Pontocampo". Inoltre vi sono poesie dedicate a quelli che sono stati i più illustri personaggi cervinaresi, come Carlo Bianco, Luigi Cioffi, Angelo Cillo, i fratelli Giovanni e Vittorio Esposito, Luigi Barionovi e Angelo Renna.
È possibile notare, nelle poesie di Franco Martino,il cambiamento della società cervinarese dovuto al trascorrere delle epoche.
L'ex dirigente scolastico, con questa raccolta, ha restituito il valore storico, artistico e culturale al suo amato paese.
Tra le sue pubblicazioni, possiamo citare il saggio politico "La Sinistra ci salverà"; I Cafoni, Adagio Appassionato e Andante Amoroso, una cronistoria su Fascismo e Resistenza e Profilo storico di Roccabascerana e Rotondi tra il 1860 e 1900.Ha conseguito il secondo premio al concorso letterario "Il Sannio Racconta".
Sono intervenuti alla manifestazione, il sindaco di Cervinara Filuccio Tangredi autore dell'introduzione del libro; Giuseppe Garofano assessore alla cultura; il prefattore Antonio Esposito; il direttore editoriale Paolo Saggese, Silvio Sallicandro, poeta e critico letterario; l'editore Silvio Sallicandro; il direttore editoriale Michele Miscia e infine la presentazione ha visto l'intervento di alcuni dirigenti scolastici, Serafina Ippolito, Daniela Tagliafierro, Salvatore Rampone,
M. Rosaria Damiano, Giuseppe Orlando, Filomena Russo, Rosetta Russo, Mario Esposito, Armando Marro, Maddalena Mercaldo, Andrea Stellato, Franca Esposito.
Il reading delle poesie è stato affidato all'attore Peppe Barile.

IL PIZZONE

Il Pizzone a Cervinara
a balzi e picchi
di roccia in roccia precipita scosceso
nel fibrillante cuore
Così precipitò la giovinezza
inavvertita
A San Biagio, sosta. La domenica
dopo la santa Pasqua fui ragazzo
un tempo anch'io.
Ora l'osservo non indifferente
ardua salita
di fango e sbucciature di ginocchio
sudati tra a folla
di quel sudore dolce a primavera
a consumare l'ultima pastiera
Nell'eremo l'erma del santo
e l'olio per la gola
fuori la banda piccola
sul piccolo pianoro fino a sera
le danze all'uso antico
Poi giù per i sentieri
di margherite e pietre.


Franco Martino, dalla raccolta "Paese mio carissimo" pubblicato da Delta 3 edizioni


Domenico Esposito Mito

mercoledì 13 ottobre 2010

Domenico Esposito Mito intervista Emanuele Cerullo (poeta e rapper napoletano)

Emanuele Cerullo è nato a Napoli nel 1993, dove vive tuttora con la famiglia. Inizia ad affacciarsi al mondo della scrittura a otto anni, grazie alla passione per la musica, ispirandosi al genere rap e componendo poesie rimate. Cresciuto nel difficile quartiere di Scampia, durante la sanguinosa faida di camorra ha trattato tematiche di riscatto sociale e di antimafia, ma l’amore è la tematica che usa più frequentemente nei suoi scritti. Apprezzato da personalità importanti nel mondo della cultura e della società, ha pubblicato "Il coraggio di essere libero" (2007), raccolta di poesie auto-finanziata che ha inaugurato un periodo professionale soddisfacente, complici anche i tanti premi e concorsi letterari vinti, oltre a riconoscimenti per l’impegno civile.
Un’altra sua pubblicazione è "Il professore alunno" (2010), che ha come tema il bullismo, scritto insieme ad oltre cento studenti italiani.
Attualmente frequenta il Liceo Scientifico “Elsa Morante” di Scampia (NA), sono in corso di pubblicazione due suoi libri, ha alle spalle oltre trenta pubblicazioni in antologie letterarie, altrettante menzioni speciali in concorsi letterari e collabora con varie riviste locali e nazionali.


Com'è nata la passione per la poesia?

Ho iniziato a scrivere all’età di otto anni. Componevo poesie rimate che trasformavo, poi, in canzoni, cosa che continuo a fare.

C'è qualche poeta al quale t'ispiri particolarmente?

Forse sì! Dico forse, perché ci sono tanti poeti che mi affascinano, ma è probabile che, al momento della produzione, vengano fuori elementi stilistici o retorici appartenenti a loro.

Oltre a scrivere poesie, sei anche un rapper, anche in questo caso, ti chiedo: c'è qualche artista del genere al quale t'ispiri?

Eminem è il mio preferito: è stato lui che, attraverso la sua musica, mi ha spinto a scrivere e imitarlo, quando avevo otto anni. Ma le mie produzioni non hanno quel rap duro e quei loops pesanti come nel caso dell’hardcore rap, io vado più verso il neo soul e verso l’R&B, anche se, recentemente, l’hip hop, in America, sta cambiando molto e un grande come Drake ce lo sta dimostrando. Lasciamo perdere l’hip hop nostrano: lo seguo pochissimo, è prevalentemente underground. Le major dovrebbero dare spazio all’hip hop vero, non a quelli che facendo solo due critiche a sistemi o persone garantiscono tante copie da consumare.

Tu sei conosciuto come un giovane autore impegnato nel sociale, come mai questa scelta di passare al rosa con la raccolta "Il cuore come inchiostro"?

La figura femminile mi affascina da sempre, forse più della società, magari perché è l’oggetto della società, è un insieme di sensazioni, d’intuizioni, tante cose appartenenti all’animo umano rese concrete. E poi, non ho neppure la minima intenzione di essere visto sempre e solo come un autore “impegnato”: credo che se prosegui con gli stessi argomenti, ma soprattutto se ti lasci etichettare, vai incontro a un “auto-soffocamento” etico e culturale, oltre che professionale.

I tuoi scritti, per quanto mi risulta, sono tutti inediti: il motivo è che diffidi dall'editoria? Spiegaci perché.

Con l’editoria, ho un rapporto davvero singolare! Diciamo che diffido dalla falsa editoria (e dai falsi editori!), perché, per me, l’editore vero è quello che non chiede un contributo economico per la pubblicazione del tuo manoscritto. E poi noto che le case editrici grosse non bandiscono concorsi gratuiti, che magari possono servire a valorizzare e a mettere in luce i veri talenti, ed è giusto – da un punto di vista aziendale – che non promuovano ciò, ma da un punto di vista non aziendale sbagliano, perché danno spazio a ciò che fa clamore, ad autori che, in qualche modo, si sono già fatti conoscere. Diffido, quindi, da un tipo di editoria che, ahimè, prevale, cioè quella troppo consumistica. Ma dobbiamo rassegnarci: oggi la letteratura è una letteratura di consumo, sono curioso di vedere tra mezzo secolo cosa diranno i critici letterari riguardo questo periodo. I miei scritti sono ancora inediti perché, lo ammetto, sono un “conservatore”, nel senso che tendo prima a osservare, analizzare, capire meglio le cose, e poi mi sono proposto poco alle case editrici, mi hanno risposto chiedendomi un contributo economico, con altri editori, poi, ci ho pure litigato, perché vogliono essere imprenditori, più che editori. Non possono pensarla diversamente, la voglia di fare soldi li acceca, non li fa ragionare da editori. Ad ogni modo, sto continuando a cercare qualche editore giusto, spero di trovarlo, sarà una caccia al tesoro!

Essendo inediti, in che modo possiamo trovare i tuoi scritti per poterli leggere?

Nel caso de “Il coraggio di essere libero”, è praticamente introvabile: è in corso di revisione, lo sto abbellendo alla grande e, detto nel nostro gergo, sto preparando una vera e propria bomba! Per quanto riguarda “Il professore alunno”, basta chiedere le copie a info@bimed.net
Riguardo “Il cuore come inchiostro”, invece, essendo un e-book, basta chiedere le copie che il lettore desidera all’indirizzo emanuelecerullo@libero.it. Riceverà, gratuitamente, il file in pdf della raccolta. E poi ci sono altri racconti e poesie presenti sul web, basta digitare il mio nome e cognome. Ma su Wikipedia non ci sono e, perdonami, ma ne devo approfittare per dire brevemente una cosa, che fa riflettere non poco: sono su Wikipedia English, nella voce “Vele di Scampia”, e su Wikipedia Italia, il mio nome e cognome è stato più volte cancellato perché non sono enciclopedico. Non pretendo una voce personale su Wikipedia, non ho bisogno di quel sito per farmi pubblicità (visto che i wikipediani hanno ipotizzato che io volessi farmi pubblicità), ma meditate!


La tua raccolta "Il cuore come inchiostro" è dedicato alla "figura della donna". Scrivi "Donna" addirittura con la lettera grande. Perché è così importante questa figura per te, da scriverlo persino con la lettera grande?

Perché è la parte che ci completa, che ci fa comprendere tutto ciò che l’uomo non riuscirebbe mai a comprendere senza una presenza poetica, dolce, intraprendente e riflessiva come quella della donna. Il resto, è descritto nelle mie poesie.

Quali progetti per il futuro?

Davvero tanti. Ci sto lavorando assiduamente, e non parlo solo della versione edita de “Il coraggio di essere libero”. Meglio non anticipare, mi piace arrivare direttamente con la novità. La cosa che mi sorprende e che mi preoccupa – perché sono anzitutto uno studente! – è che mi aspetta un 2011 molto impegnativo e unico, sarà l’anno in cui raccoglierò tutto quello che ho seminato, quindi sarà, molto probabilmente, un anno più “decisivo” rispetto agli altri… Ci divertiremo!

Ti ringrazio, Emanuele, ti faccio i miei migliori auguri.

Grazie, auguri di cuore anche a te, e viva l’arma della parola!


IL NOSTRO PRIMO BACIO – EMANUELE CERULLO

"Ci siamo baciati per la prima volta,
appena usciti da scuola, timidi.
Passavano automobili
di gelosia,
ci avvolse la brezza
della nostra affinità.
Adesso sono qui, il Sole
è andato a letto sazio, prosciugando
le nostre anime
regalate al vento."

Da “Il cuore come inchiostro”

sabato 21 agosto 2010

Non piangere, bambino

Non piangere, bambino, solo perché non vuoi mangiare:
perché da grande, per un boccone, dovrai lottare
non piangere se ti sei fatto male,
perché sono ben altri e ben più forti
i dolori che dovrai sopportare.
Non piangere,la vita è triste,ma tu se ancora all’inizio.
C’è tempo per piangere,perciò adesso sorridi.

Domenico Esposito Mito

Non guarderò quella pietra

Io per salutarti non guarderò quella pietra,
perché so che non sei lì.
Per salutarti guarderò il cielo,
le nuvole in mezzo a cui ti vedo che ti volti allegro e sorridente
verso di noi e ci saluti con la mano.
Non guarderò a questa pietra, perché so non è qui che sei.
Tu sarai nel sole che ci riscalda ,nella pioggia che ci bagna,
nell'aria che respiriamo, e il vento che soffia leggero saranno le tue carezze
Sarai il profumo dei fiori, della terra bagnata,
sarai la nostra forza di continuare ad andare avanti,
sarai la musica che gradiranno le nostre orecchie.
Sarai anche nelle nostre lacrime ,
ma sopratutto nel nostro cuore, nel nostro sangue.
E noi nel tuo cuore. Sarai nel nostro sorriso e nel nostro pianto,
io non ti vedo, ma riesco a sentirti sulla mia pelle, dentro di me, nel cuore.
Riesco a sentire che anche se te ne sei andato, in fondo sei sempre qui:accanto a noi e continuerai a proteggerci e ad amarci, perché noi non finiamo mai del tutto
E terrò vivo il tuo ricordo
Io sono qui e sono sereno: tu mi proteggi, io non piango, io sorrido.
Non guarderò quella pietra:guarderò il cielo e le nuvole.
Chiuderò gli occhi e sentirò il tuo spirito dentro di me, nel mio cuore,
nella mia mente ,per sempre.

(a mio nonno)

Domenico Esposito Mito

Prima che tu nascessi

Prima che tu nascessi
Nessuno ti aveva chiesto
Se avevi intenzione di nascere
Se volevi essere battezzato
E secondo quale credo
Nessuno ti aveva chiesto
Quale nome volessi portare
Nessuno ti aveva avvisato
Delle difficoltà che dovrai affrontare
Loro ti mettono al mondo egoisticamente:
il loro egoismo si vede nella loro gioia
nel vederti nascere
perché loro sorridono nel vederti piangere.
Non ti avevano detto che questa vita
Non è soltanto rose e fiori
Non ti hanno parlato delle spine
Non ti hanno avvisato che è dura andare avanti
E da grande ti sei ritrovato addosso delle colpe,
colpe di cui non sei colpevole, colpe provenienti
da un’unica colpa: quella di non essere
come avevano sperato che fossi coloro che,
egoisticamente, ti misero al mondo
allora illusi,
oggi delusi
di un loro fallimento.

Domenico Esposito Mito