giovedì 26 febbraio 2015

Chiariamo questa frase "Se parti dal presupposto che non ce la fai, è ovvio che non ce la fai"

Da quando pubblicai il mio primo romanzo, "La Città dei Matti", molte delle mie frasi "ad effetto" sono diventate dei link di Facebook, a volte le più banali. La più citata è infatti la più banale "Se parti dal presupposto che non ce la fai, è ovvio che non ce la fai", degna proprio della pagina di Favio Bolo, letta così. Molti geni letterari, infatti, commentano in modo sarcastico "cazzo che genio!" oppure "Questo fa una pippa a Dante Alighieri" (che poi, in realtà la forma corretta sarebbe "Dante Alighieri gli fa una pippa a questo", ma vabbè).  Come dar torto a questi geni letterari? Io stesso mi lamento del fatto che sia la più citata, mentre ce ne sono altre molto più belle, profonde e intelligenti. Tuttavia si sa, alla gente piace la banalità, le cose semplici, scontate e ciò che hanno bisogno di sentirsi dire; ma a ci sono anche quelli che hanno bisogno di dire qualcosa e fare sarcasmo per sentirsi superiori. Ma nel libro, com'era veramente la frase che la gente crede che io abbia concepito come una riflessione filosofica? Ben, altro, è in realtà: si tratta di un dialogo tra una donna e il protagonista. La prima cerca di incoraggiare il secondo, che è pessimista e insicuro e non crede in se stesso.
Ecco com'è costruita:

"Romolo, devi combattere anziché piangerti addosso! Così
non risolverai nulla", intervenne d'un tratto Laura rivolgendosi
al giovane.
"Lo so, Laura, ma non sempre ci riesco, non ho le forze".
"Puttanate!", gridò Laura stizzita e in modo sgarbato, facendo
sobbalzare entrambi i suoi compagni, "Soltanto puttanate!
Ma che vai dicendo? Se ragioni così, se parti già dal presupposto
che non ce la fai, è ovvio che non ce la fai. Devi acquistare
sicurezza, Romolo! Ci siamo battuti con la consapevolezza che
nessuno ci avrebbe mai ricordato né considerato, ci siamo battuti
invano? Non ci siamo battuti per salvare persone rassegnate
come te! Non eri tu colui che consigliava alla gente di
non arrendersi mai? Predichi bene e razzoli male! Alza il sedere
e lotta! Studia e vai avanti, cerca di cambiare il mondo.
Puoi farlo! Sei una persona brillante! La tua intelligenza è
straordinaria e le capacità ce le hai: sfruttale, per dio! Sfruttale!".
Il giovane chinò il capo, intimidito, un po' rattristato. Laura
fermò la macchina e gli sollevò la testa guardandolo negli occhi:
"Guardami in faccia. Non abbassare la testa. Tu puoi farcela!
Cammina sempre e solo a testa alta! Romolo, devi combattere!
Devi lottare! Non darla vinta al mondo! Non darla
vinta alla vita, sfidala! Tu sei più forte! Il tuo problema è questo,
amico mio, che ti arrendi troppo presto. Oppure che ti accontenti
subito, a torto! Romolo, se io ti dico che sei un fallito,
mi devi dimostrare che mi sbaglio. Se io ti dico che sei una
grande persona, non devi sentirti pienamente soddisfatto. Altrimenti
penserai che basti così, che quello sia il tuo limite, invece
devi sempre andare avanti, fino a quando non trovi un
muro, e se puoi, perché non sfondare anche quel muro?! Magari
ci sarà un’ altra strada aldilà di quel muro che ti porterà
ancora più avanti, e potrai salire sempre più in cima! Romolo,
non perdere mai, mai, la fiducia in te stesso, hai capito? Mai!".
Insomma, è vero che ero un po' acerbo ed ero alle prime armi, ma vista così, è davvero così banale?