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Intervista a Pietro De Bonis (scrittore e poeta)
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giovedì 10 marzo 2011
sabato 5 febbraio 2011
Domenico Esposito Mito intervista Niseem Onorato (attore e doppiatore italiano)
Niseem Onorato (Roma, 24 ottobre 1966) è un attore e doppiatore italiano.
È noto soprattutto per aver prestato voce al personaggio di Rocky Joe nell'omonimo anime e agli attori Jude Law in alcune interpretazioni, Eric Bana in Hulk e Troy, Justin Chambers nel ruolo di Alex Karev in Grey's Anatomy, Nate Richert nel ruolo di Harvey Kinkle nella serie Sabrina, vita da strega, Nicholas Brendon nel ruolo di Xander Harris in Buffy l'ammazza vampiri, il cui doppiaggio è poi passato al collega Christian Iansante, e Ian Somerhalder nel ruolo di Damon Salvatore in The Vampire Diaries e nel ruolo di Adam Knight in Smallville.
Dal 2006, sempre in Smallville, doppia Justin Hartley nel ruolo di Oliver Queen.
Ha inoltre doppiato il personaggio Sesshomaru nell'anime Inuyasha.
Tra gli attori doppiati Ewan McGregor, Mark Wahlberg, Jude Law, Chris O'Donnell, e Matthew McConaughey in EdTV.
È diventato conosciuto al grande pubblico interpretando il personaggio di Fabio Galanti nella fiction Cuori Rubati di Rai 2. Dal 2006 è la voce di Daniel Meade, personaggio del telefilm Ugly Betty.
È figlio dello storico attore e doppiatore Glauco Onorato e fratello della doppiatrice Sara Onorato. Ha cambiato il proprio nome Riccardo in Niseem nel 2000 dopo un viaggio in India.
Seguite questo link per ascoltare la sua voce nel film "Sleuth - Gli insospettabili", in cui doppia Jude Law. Nello stesso link troverete tutti i suoi lavori.
Ciao Niseem, innanzitutto ti do il benvenuto a questa nostra breve intervista.
Ciao! Perché breve? Facciamola lunga dai! Ho tempo fino al 2012.
Una cosa che mi ha sempre incuriosito: il tuo viaggio in India. Vuoi raccontarci che cosa è successo esattamente che ti ha spinto a cambiare nome? E qual è il significato di Niseem?
Per spiegare le motivazioni che mi hanno spinto a fare questo viaggio ci vorrebbe troppo tempo, dovremmo fare un’intervista a puntate: Niseem e i viaggi in India.
Era il 2000, da poche ore era scoccata la mezzanotte del 31 Dicembre, Roma scoppiava di luci e suoni, la gente per strada a festeggiare uno dei più importanti capodanni del secolo. Improvvisamente ho sentito un richiamo per quella terra, l'India.
Ero sempre stato attratto dall'occidente, l'America in primis. Questo improvviso desiderio per l'oriente era alquanto strano.
3 giorni dopo agenzia viaggi, biglietto open sei mesi e go!
Il nome Niseem (che si pronuncia nisìm) è un nome sanyasin, mi è stato dato da un maestro indiano durante la mia permanenza lì. Il nome completo è Swami Prem Niseem e significa Amore Infinito.
Succede, a volte, che un attore debba interpretare un personaggio i cui ideali vanno contro i propri principi: che cosa accade, in quel momento, nell’animo di un attore?
È uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pure fare! È la verità, cerchiamo sempre di metterci l'anima nel lavoro che facciamo, ma rimane pure sempre un lavoro.
Parliamo adesso del doppiaggio: qual è il tuo personaggio preferito che doppi o che hai doppiato?
Va a periodi, mi affeziono spesso alle serie che doppio e ad alcuni personaggi. Ho amato molto il personaggio che doppiavo in "Queer as folk", Brian Kinney, poi quasi tutti i film di Jude Law, che doppio dal film "Existenz" di Cronenberg mi pare nel 98 o giù di li.
In questo momento mi piace molto il Damon Salvatore di "Vampire Diares". Sto aspettando con ansia la seconda serie da doppiare.
Perché, a volte, nelle serie, si cambiano i doppiatori, come ad esempio quando doppiavi Nicholas Brendon nel ruolo di Xander Harris e il doppiaggio, nelle ultime stagioni, fu passato a Christian Iansante?
Possono essere svariati i motivi che portano a un cambio di voce: artistico, economico (il più delle volte) o per disponibilità. Nel mio caso fu per questa terza opzione. Fui scelto da Rai due per interpretare una soap opera, Cuori Rubati. Mi trasferii a Torino per un paio di anni e chiusi tutte le lavorazioni di doppiaggio.
Un personaggio che avresti voluto doppiare e non hai mai doppiato.
Forse qualche personaggio di qualche cartone Disney di una volta, tipo “Biancaneve”, “La carica dei 101” o “Dunmbo”. Mi piacerebbe dire a mia figlia mentre li guarda: "questo è il tuo papà".
Un personaggio che non avresti voluto doppiare e che hai dovuto doppiare.
Nessuno, non ho mai accettato un lavoro controvoglia. Sono molto selettivo nello scegliere le società di doppiaggio con cui lavorare.
A volte si sentono lamentele da alcuni telespettatori che, dopo aver visto film o serie con i sottotitoli, scoprono che nel doppiaggio italiano i dialoghi non corrispondono a quelli originali: potresti spiegarci perché accade ciò? (es. doppiaggio originale dell’anime Death Note: “credi di raggirarmi così?”, doppiaggio italiano: “parli di tuo padre come un povero illuso”)
Oh mamma, ma davvero hanno fatto una cosa del genere?
Beh sì, capita a volte di dover cambiare, per motivi di sync o di labiali, alcune parole. Si cerca, però, di mantenere il significato originale. Molto dipende dall'abilità dell'adattatore dialogista e dal tempo che si ha a disposizione per lavorarci su. Purtroppo si va sempre più di corsa, i poveri adattatori non hanno il tempo materiale per fare bene il loro lavoro e capita di trovarsi un copione imbarazzante. Questo discorso vale in ogni settore del nostro lavoro. Anche noi in sala non abbiamo più il tempo che si aveva una volta per doppiare una serie o un film.
Ti faccio un esempio: un turno di doppiaggio dura tre ore, e in quel tempo noi doppiamo un tot di spezzoni di film. Questi spezzoni si chiamano "anelli" e possono durare da pochi secondi a qualche minuto (1/2 minuti max). In un turno di un film ora si lavorano circa 20/30 anelli. In un telefilm si arriva anche a 40/60 anelli e così via. Io con l'Attimo Fuggente ho lavorato in sala con 5/6 anelli max a turno. Pazzesco. Altri tempi, no?
Per quanto riguarda invece il cinema: in futuro reciterai in qualche film o qualche altra serie? Se sì, Quale?
No, non è previsto. Ho smesso di fare provini per film e fiction per via delle raccomandazioni. Se non hai minimo un parente che siede accanto al Papa o se non hai appoggi politici, allora non vai da nessuna parte. Ho pensato di travestirmi da donna e presentarmi una sera di queste ad Arcore, ma sono già troppo vecchio…
Altri progetti?
Il progetto “Inner Actor” mi sta prendendo molto. È una sorta di metodo di recitazione misto a meditazione che ho creato e che mi sta dando davvero molte soddisfazioni.
Abbiamo in programma diversi workshop tra Milano e Roma. Miro a far diventare questo il mio lavoro primario.
Poi c'è il lavoro di papà, che è il più bel lavoro del mondo….
Ti ringrazio per aver accettato il mio invito, Niseem. In bocca al lupo per tutto!
Grazie a te!
Domenico Esposito Mito
È noto soprattutto per aver prestato voce al personaggio di Rocky Joe nell'omonimo anime e agli attori Jude Law in alcune interpretazioni, Eric Bana in Hulk e Troy, Justin Chambers nel ruolo di Alex Karev in Grey's Anatomy, Nate Richert nel ruolo di Harvey Kinkle nella serie Sabrina, vita da strega, Nicholas Brendon nel ruolo di Xander Harris in Buffy l'ammazza vampiri, il cui doppiaggio è poi passato al collega Christian Iansante, e Ian Somerhalder nel ruolo di Damon Salvatore in The Vampire Diaries e nel ruolo di Adam Knight in Smallville.
Dal 2006, sempre in Smallville, doppia Justin Hartley nel ruolo di Oliver Queen.
Ha inoltre doppiato il personaggio Sesshomaru nell'anime Inuyasha.
Tra gli attori doppiati Ewan McGregor, Mark Wahlberg, Jude Law, Chris O'Donnell, e Matthew McConaughey in EdTV.
È diventato conosciuto al grande pubblico interpretando il personaggio di Fabio Galanti nella fiction Cuori Rubati di Rai 2. Dal 2006 è la voce di Daniel Meade, personaggio del telefilm Ugly Betty.
È figlio dello storico attore e doppiatore Glauco Onorato e fratello della doppiatrice Sara Onorato. Ha cambiato il proprio nome Riccardo in Niseem nel 2000 dopo un viaggio in India.
Seguite questo link per ascoltare la sua voce nel film "Sleuth - Gli insospettabili", in cui doppia Jude Law. Nello stesso link troverete tutti i suoi lavori.
Ciao Niseem, innanzitutto ti do il benvenuto a questa nostra breve intervista.
Ciao! Perché breve? Facciamola lunga dai! Ho tempo fino al 2012.
Una cosa che mi ha sempre incuriosito: il tuo viaggio in India. Vuoi raccontarci che cosa è successo esattamente che ti ha spinto a cambiare nome? E qual è il significato di Niseem?
Per spiegare le motivazioni che mi hanno spinto a fare questo viaggio ci vorrebbe troppo tempo, dovremmo fare un’intervista a puntate: Niseem e i viaggi in India.
Era il 2000, da poche ore era scoccata la mezzanotte del 31 Dicembre, Roma scoppiava di luci e suoni, la gente per strada a festeggiare uno dei più importanti capodanni del secolo. Improvvisamente ho sentito un richiamo per quella terra, l'India.
Ero sempre stato attratto dall'occidente, l'America in primis. Questo improvviso desiderio per l'oriente era alquanto strano.
3 giorni dopo agenzia viaggi, biglietto open sei mesi e go!
Il nome Niseem (che si pronuncia nisìm) è un nome sanyasin, mi è stato dato da un maestro indiano durante la mia permanenza lì. Il nome completo è Swami Prem Niseem e significa Amore Infinito.
Succede, a volte, che un attore debba interpretare un personaggio i cui ideali vanno contro i propri principi: che cosa accade, in quel momento, nell’animo di un attore?
È uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pure fare! È la verità, cerchiamo sempre di metterci l'anima nel lavoro che facciamo, ma rimane pure sempre un lavoro.
Parliamo adesso del doppiaggio: qual è il tuo personaggio preferito che doppi o che hai doppiato?
Va a periodi, mi affeziono spesso alle serie che doppio e ad alcuni personaggi. Ho amato molto il personaggio che doppiavo in "Queer as folk", Brian Kinney, poi quasi tutti i film di Jude Law, che doppio dal film "Existenz" di Cronenberg mi pare nel 98 o giù di li.
In questo momento mi piace molto il Damon Salvatore di "Vampire Diares". Sto aspettando con ansia la seconda serie da doppiare.
Perché, a volte, nelle serie, si cambiano i doppiatori, come ad esempio quando doppiavi Nicholas Brendon nel ruolo di Xander Harris e il doppiaggio, nelle ultime stagioni, fu passato a Christian Iansante?
Possono essere svariati i motivi che portano a un cambio di voce: artistico, economico (il più delle volte) o per disponibilità. Nel mio caso fu per questa terza opzione. Fui scelto da Rai due per interpretare una soap opera, Cuori Rubati. Mi trasferii a Torino per un paio di anni e chiusi tutte le lavorazioni di doppiaggio.
Un personaggio che avresti voluto doppiare e non hai mai doppiato.
Forse qualche personaggio di qualche cartone Disney di una volta, tipo “Biancaneve”, “La carica dei 101” o “Dunmbo”. Mi piacerebbe dire a mia figlia mentre li guarda: "questo è il tuo papà".
Un personaggio che non avresti voluto doppiare e che hai dovuto doppiare.
Nessuno, non ho mai accettato un lavoro controvoglia. Sono molto selettivo nello scegliere le società di doppiaggio con cui lavorare.
A volte si sentono lamentele da alcuni telespettatori che, dopo aver visto film o serie con i sottotitoli, scoprono che nel doppiaggio italiano i dialoghi non corrispondono a quelli originali: potresti spiegarci perché accade ciò? (es. doppiaggio originale dell’anime Death Note: “credi di raggirarmi così?”, doppiaggio italiano: “parli di tuo padre come un povero illuso”)
Oh mamma, ma davvero hanno fatto una cosa del genere?
Beh sì, capita a volte di dover cambiare, per motivi di sync o di labiali, alcune parole. Si cerca, però, di mantenere il significato originale. Molto dipende dall'abilità dell'adattatore dialogista e dal tempo che si ha a disposizione per lavorarci su. Purtroppo si va sempre più di corsa, i poveri adattatori non hanno il tempo materiale per fare bene il loro lavoro e capita di trovarsi un copione imbarazzante. Questo discorso vale in ogni settore del nostro lavoro. Anche noi in sala non abbiamo più il tempo che si aveva una volta per doppiare una serie o un film.
Ti faccio un esempio: un turno di doppiaggio dura tre ore, e in quel tempo noi doppiamo un tot di spezzoni di film. Questi spezzoni si chiamano "anelli" e possono durare da pochi secondi a qualche minuto (1/2 minuti max). In un turno di un film ora si lavorano circa 20/30 anelli. In un telefilm si arriva anche a 40/60 anelli e così via. Io con l'Attimo Fuggente ho lavorato in sala con 5/6 anelli max a turno. Pazzesco. Altri tempi, no?
Per quanto riguarda invece il cinema: in futuro reciterai in qualche film o qualche altra serie? Se sì, Quale?
No, non è previsto. Ho smesso di fare provini per film e fiction per via delle raccomandazioni. Se non hai minimo un parente che siede accanto al Papa o se non hai appoggi politici, allora non vai da nessuna parte. Ho pensato di travestirmi da donna e presentarmi una sera di queste ad Arcore, ma sono già troppo vecchio…
Altri progetti?
Il progetto “Inner Actor” mi sta prendendo molto. È una sorta di metodo di recitazione misto a meditazione che ho creato e che mi sta dando davvero molte soddisfazioni.
Abbiamo in programma diversi workshop tra Milano e Roma. Miro a far diventare questo il mio lavoro primario.
Poi c'è il lavoro di papà, che è il più bel lavoro del mondo….
Ti ringrazio per aver accettato il mio invito, Niseem. In bocca al lupo per tutto!
Grazie a te!
Domenico Esposito Mito
mercoledì 3 novembre 2010
Intervista di Domenico J. Esposito a Giulia Tarquini (doppiatrice italiana)
Giulia Tarquini è nata a Frascati nel 1989, ma ha sempre vissuto a Roma con la famiglia.
Ha iniziato a interessarsi al mondo del doppiaggio all'età di dodici anni. Tra i suoi primi lavori ci sono: "Star Trek Voyager" e "La promessa dell'assassino" di Cronenberg. I suoi ruoli stanno diventando sempre più importanti. Tra i suoi recenti lavori, troviamo il film "Paranormal Activity 2" in uscita nelle nostre sale da venerdì 22 Ottobre, dove presta la voce all'attrice Molly Ephraim nel ruolo di ALI.
Oltre al doppiaggio, è appassionata di letteratura: ha, infatti, completato il suo primo romanzo un anno fa e sta attualmente cercando di proporlo a diverse case editrici.
Ecco la sua pagina personale, dove potete leggere buona parte dei suoi lavori e ascoltare la sua voce nel film "L'amore secondo Dan", in cui doppia Brittany Robertson:
Tu hai esordito come doppiatrice all’età di quattordici anni. Ti va di raccontarci come hai scoperto la passione per il doppiaggio e come sei entrata a far parte di questo mondo così affascinante?
Quando ero piccola, guardavo un sacco di cartoni animati (in realtà ne vedo parecchi anche adesso hehehe). Un giorno mi chiesi: “Ma come fanno dei cartoni animati ad avere delle voci proprie?”. Iniziai così a interessarmi al mondo del doppiaggio. Avrò avuto dodici anni, forse anche meno. Guardavo la televisione e mi divertivo a capire chi era la voce di chi, per poi verificare le mie deduzioni tramite internet.
A quattordici anni decisi di conoscere concretamente quest’affascinante mondo. Grazie al fondamentale appoggio dei miei genitori, andai a visitare degli studi di doppiaggio dove mi permisero di assistere. In breve tempo riuscii a partecipare a diversi brusii e di lì il mio amore per questo lavoro andò aumentando, nonostante le diverse difficoltà, dovute alla mancanza di conoscenze e all'inesperienza.
Tutt’oggi, a distanza di più di sei anni ormai, lavoro ancora come doppiatrice e non mi sono mai pentita di aver intrapreso questa strada. Non so spiegare a parole il sentimento che mi lega a questo lavoro, ma so che è forte e sincero. Spero di continuare a provare questo stesso trasporto per molto tempo ancora.
C’è qualche tuo collega che stimi particolarmente?
Tantissimi! La prima doppiatrice che ho amato in assoluto è stata Domitilla D’amico. Ancora oggi la ammiro moltissimo, è il mio modello. Penso che sia una delle migliori doppiatrici che ci siano in piazza.
Con quale dei doppiatori scomparsi appartenenti alla “vecchia” generazione avresti voluto collaborare o almeno avresti voluto conoscere?
Ferruccio Amendola. Che voce ragazzi…
Tra le attrici o i personaggi doppiati finora, ce n’è qualcuna alla quale sei affezionata o in cui ti riconosci?
Sì, Molly Quinn, che nel telefilm “Castle - Detective tra le righe” interpreta Alexis Castle, la figlia del protagonista. Mi ci rivedo moltissimo: spigliata, seria e giudiziosa, forse anche troppo.
So che oltre a fare doppiaggio, ti piace scrivere. Qual è il genere che prediligi?
Non prediligo nessun genere in particolare. Leggo di tutto: libri gialli, rosa, fantasy, storici ma, essendo una romantica incallita, nel libro (qualunque tema tratti) deve esserci una storia d’amore, altrimenti difficilmente mi piace. È inutile dire che nel mio libro hanno un ruolo importante sia l’amore sia l’amicizia, benché possa essere collocato sotto il genere “mistery”.
È nata prima la passione per la scrittura o quella per il doppiaggio e quale delle due è più forte?
In realtà è nata prima la passione per la lettura. In seguito è venuta quella per il doppiaggio e poi quella per la scrittura. Ora come ora, amo in modo equo tutte e tre queste passioni.
Forse alla seguente domanda saprebbe rispondere meglio un direttore di doppiaggio, tuttavia, essendo del campo, ne saprai sicuramente più di noi e dei nostri lettori: molti si chiedono per quale motivo i dialoghi italiani non corrispondono a quelli originali, cambiandone completamente il senso. Sapresti fornirci qualche spiegazione?
Ci sono diverse risposte a questa domanda. Ne elencherò alcune. Prima di tutto, bisogna tenere presente che dietro ai dialoghi c’è un gran lavoro. C’è chi traduce i copioni e poi chi li adatta in italiano e questo non è affatto facile. Gli inglesi, i francesi, i tedeschi ecc… hanno un’apertura di bocca diversa dalla nostra. Se dicono “A”, noi di certo non possiamo dire “I” per intenderci. Il lavoro del dialoghista è di adattare i movimenti della bocca (quello che comunemente si chiama “Sync”) delle battute originali, con quelle in italiano. Si cerca, per quel si può, di non alterare il senso della frase, ma spesso è necessario cambiare parole (meno male che in italiano ci sono tanti sinonimi) e la loro disposizione nel dialogo. Spesso mi è capitato di trovare delle frasi che tradotte letteralmente non significavano nulla, o delle battute che per gli inglesi avevano un senso ma che per noi non ne avevano. Che si può fare in questi casi? Si deve necessariamente cambiare la battuta in modo che sia comprensibile per il nostro pubblico.
Ultima domanda: succede, a volte che, in una serie televisiva, cambiano il doppiatore di un personaggio. Quali possono essere i motivi?
Diversi. Anche in questo caso vi elencherò quelli più comuni. Come un qualunque lavoro, anche nel doppiaggio ci sono delle scadenze da rispettare e può succedere che il doppiatore di una serie si ammali o che abbia impegni più importanti o che, purtroppo, muoia. Perciò non si può far altro che sostituirlo.
Ti ringrazio per aver accettato l’invito, Giulia, in bocca al lupo per tutto. Non vediamo l’ora di leggere il tuo romanzo!
Ma magari! Speriamo che riesca a pubblicarlo!
Grazie di tutto
Domenico J. Esposito, scrittore
Ha iniziato a interessarsi al mondo del doppiaggio all'età di dodici anni. Tra i suoi primi lavori ci sono: "Star Trek Voyager" e "La promessa dell'assassino" di Cronenberg. I suoi ruoli stanno diventando sempre più importanti. Tra i suoi recenti lavori, troviamo il film "Paranormal Activity 2" in uscita nelle nostre sale da venerdì 22 Ottobre, dove presta la voce all'attrice Molly Ephraim nel ruolo di ALI.
Oltre al doppiaggio, è appassionata di letteratura: ha, infatti, completato il suo primo romanzo un anno fa e sta attualmente cercando di proporlo a diverse case editrici.
Ecco la sua pagina personale, dove potete leggere buona parte dei suoi lavori e ascoltare la sua voce nel film "L'amore secondo Dan", in cui doppia Brittany Robertson:
Tu hai esordito come doppiatrice all’età di quattordici anni. Ti va di raccontarci come hai scoperto la passione per il doppiaggio e come sei entrata a far parte di questo mondo così affascinante?
Quando ero piccola, guardavo un sacco di cartoni animati (in realtà ne vedo parecchi anche adesso hehehe). Un giorno mi chiesi: “Ma come fanno dei cartoni animati ad avere delle voci proprie?”. Iniziai così a interessarmi al mondo del doppiaggio. Avrò avuto dodici anni, forse anche meno. Guardavo la televisione e mi divertivo a capire chi era la voce di chi, per poi verificare le mie deduzioni tramite internet.
A quattordici anni decisi di conoscere concretamente quest’affascinante mondo. Grazie al fondamentale appoggio dei miei genitori, andai a visitare degli studi di doppiaggio dove mi permisero di assistere. In breve tempo riuscii a partecipare a diversi brusii e di lì il mio amore per questo lavoro andò aumentando, nonostante le diverse difficoltà, dovute alla mancanza di conoscenze e all'inesperienza.
Tutt’oggi, a distanza di più di sei anni ormai, lavoro ancora come doppiatrice e non mi sono mai pentita di aver intrapreso questa strada. Non so spiegare a parole il sentimento che mi lega a questo lavoro, ma so che è forte e sincero. Spero di continuare a provare questo stesso trasporto per molto tempo ancora.
C’è qualche tuo collega che stimi particolarmente?
Tantissimi! La prima doppiatrice che ho amato in assoluto è stata Domitilla D’amico. Ancora oggi la ammiro moltissimo, è il mio modello. Penso che sia una delle migliori doppiatrici che ci siano in piazza.
Con quale dei doppiatori scomparsi appartenenti alla “vecchia” generazione avresti voluto collaborare o almeno avresti voluto conoscere?
Ferruccio Amendola. Che voce ragazzi…
Tra le attrici o i personaggi doppiati finora, ce n’è qualcuna alla quale sei affezionata o in cui ti riconosci?
Sì, Molly Quinn, che nel telefilm “Castle - Detective tra le righe” interpreta Alexis Castle, la figlia del protagonista. Mi ci rivedo moltissimo: spigliata, seria e giudiziosa, forse anche troppo.
So che oltre a fare doppiaggio, ti piace scrivere. Qual è il genere che prediligi?
Non prediligo nessun genere in particolare. Leggo di tutto: libri gialli, rosa, fantasy, storici ma, essendo una romantica incallita, nel libro (qualunque tema tratti) deve esserci una storia d’amore, altrimenti difficilmente mi piace. È inutile dire che nel mio libro hanno un ruolo importante sia l’amore sia l’amicizia, benché possa essere collocato sotto il genere “mistery”.
È nata prima la passione per la scrittura o quella per il doppiaggio e quale delle due è più forte?
In realtà è nata prima la passione per la lettura. In seguito è venuta quella per il doppiaggio e poi quella per la scrittura. Ora come ora, amo in modo equo tutte e tre queste passioni.
Forse alla seguente domanda saprebbe rispondere meglio un direttore di doppiaggio, tuttavia, essendo del campo, ne saprai sicuramente più di noi e dei nostri lettori: molti si chiedono per quale motivo i dialoghi italiani non corrispondono a quelli originali, cambiandone completamente il senso. Sapresti fornirci qualche spiegazione?
Ci sono diverse risposte a questa domanda. Ne elencherò alcune. Prima di tutto, bisogna tenere presente che dietro ai dialoghi c’è un gran lavoro. C’è chi traduce i copioni e poi chi li adatta in italiano e questo non è affatto facile. Gli inglesi, i francesi, i tedeschi ecc… hanno un’apertura di bocca diversa dalla nostra. Se dicono “A”, noi di certo non possiamo dire “I” per intenderci. Il lavoro del dialoghista è di adattare i movimenti della bocca (quello che comunemente si chiama “Sync”) delle battute originali, con quelle in italiano. Si cerca, per quel si può, di non alterare il senso della frase, ma spesso è necessario cambiare parole (meno male che in italiano ci sono tanti sinonimi) e la loro disposizione nel dialogo. Spesso mi è capitato di trovare delle frasi che tradotte letteralmente non significavano nulla, o delle battute che per gli inglesi avevano un senso ma che per noi non ne avevano. Che si può fare in questi casi? Si deve necessariamente cambiare la battuta in modo che sia comprensibile per il nostro pubblico.
Ultima domanda: succede, a volte che, in una serie televisiva, cambiano il doppiatore di un personaggio. Quali possono essere i motivi?
Diversi. Anche in questo caso vi elencherò quelli più comuni. Come un qualunque lavoro, anche nel doppiaggio ci sono delle scadenze da rispettare e può succedere che il doppiatore di una serie si ammali o che abbia impegni più importanti o che, purtroppo, muoia. Perciò non si può far altro che sostituirlo.
Ti ringrazio per aver accettato l’invito, Giulia, in bocca al lupo per tutto. Non vediamo l’ora di leggere il tuo romanzo!
Ma magari! Speriamo che riesca a pubblicarlo!
Grazie di tutto
Domenico J. Esposito, scrittore
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