sabato 8 gennaio 2011

BottE di Capodanno

Ho sempre provato una strana angoscia nelle notti di Capodanno e all’inizio non capivo perché, forse perché sapevo che tutto si nascondeva dietro falsi sorrisi, falsi auspici, festeggiamenti ipocriti. Poi ho capito il vero motivo: perché ogni anno, in quella notte, gli uni festeggiano sempre a scapito del dolore altrui.
Ogni anno, in quella notte ci devono sempre essere almeno un morto e tanti feriti. Non conosco nessuno di quelli che sono morti a causa degli incidenti di Capodanno, eppure quando succede, provo un dolore immenso, come se fossero miei cari, perché penso che com'è accaduto a loro, potrebbe accadere anche a qualcuno di noi e soltanto a causa della stupidità e della superficialità di gente che festeggia, senza nemmeno sapere che cosa. Un altro morto e settantuno feriti, soltanto a Napoli, quest'anno.
Non bastano i fuochi e i botti, già di per sé pericolosi, che spaventano i neonati e gli animali, gatti e cani che tremano, volatili che muoiono colpiti dai fuochi d'artificio; non basta tutto questo: i signori della periferia di Napoli (e non solo loro, s’intende) devono sparare con le pistole e chi ci va di mezzo è sempre gente che non c'entra. Non sempre sbagliando, s'impara e questa è la prova. Succede ogni anno, e ogni anno una famiglia deve piangere la morte di un caro che ha perso l'anno precedente, maledicendo quella festività, mentre altri seguiteranno a bere spumante, a ballare le solite canzoncine che trasmettono in televisione dopo la mezzanotte, a brindare augurandosi che il nuovo anno sia più proficuo, lamentandosi che in quello trascorso non sono diventati ricchi o che non hanno trovato l'amore e altre idiozie del genere.
L'unico auspicio che dobbiamo farci è che la mente umana cominci a evolversi, che le persone comincino a riflettere sulle idiozie che fanno e che cesseremo di contare, ogni anno, il numero dei morti e dei feriti, come se fosse una guerra e non una semplice e allegra festa.

Domenico Esposito Mito

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