lunedì 11 luglio 2011

Chi sono gli incivili?

Nell’immaginario collettivo, la gente incivile, che anziché parlare grida, che insulta l’interlocutore, che gli impedisce di dire la sua opinione, tentando di soverchiare a vicenda le proprie grida, e che talvolta arriva persino alle mani – non essendo in grado di reggere il confronto – si trova tra gli abitanti delle case popolari, nei quartieri degradati, tra il popolo e le “menti semplici”, tra quelli che, non avendo proseguito gli studi dopo la quinta elementare o terza media e perciò restando ignoranti, non hanno imparato l’educazione. Al Nord dicono che questo vale soprattutto per il Sud, al Sud dicono che vale soprattutto in Campania, in Campania dicono che vale soprattutto a Napoli e – andando in un contesto più locale – nella Valle Caudina, e in particolare a Cervinara , si dice che ciò valga soprattutto per le case popolari. Basterebbe uscire un po’ per capire che è un altro luogo comune pensare che i vandali e gli incivili non si trovino dappertutto (dalle case popolari al centro del paese, dal paesino di provincia alla città, da Nord a Sud) così come basta farsi una passeggiata nella provincia milanese, per sfatare il mito secondo il quale “al nord non c’è nemmeno una carta a terra”.
Tralasciando la località, qualunque essa sia, stiamo comunque parlando del popolo. Ma è proprio vero che gli incivili si trovano solo tra il popolo e chi non ha ricevuto la giusta educazione scolastica? Basta accendere la televisione per notare come i cosiddetti intellettuali, i politici e tutta questa gente che dovrebbe dare un buon esempio al popolo e che invece, sia di destra sia di sinistra, sia del nord, sia del sud, nelle discussioni si comportano esattamente come “quegli incivili del popolo” o come i cosiddetti “terroni”.
A cominciare da Vittorio Sgarbi che urla contro chiunque non la pensi come lui impedendo di esprimere un’opinione, e litiga pesantemente con la Mussolini la quale, a sua volta, aggredisce e minaccia chi, per esempio, osa dire che anche gli uomini, come le donne (e forse anche di più), subiscono discriminazioni e violenza “di genere”; oppure La Russa che insulta il professore Odifreddi, con frasi e toni volgari del tipo “Lei fa schifo” e si ottura le orecchie per non sentire, come fanno i bambini piccolissimi; o un qualsiasi esponente politico che non lascia parlare uno studente che appartiene ad un collettivo universitario che ha partecipato a delle proteste e vuole spiegare le motivazioni. Per non parlare dell’inciviltà, la cafonaggine e la maleducazione dei leghisti del nord che si permettono pure di fare luoghi comuni sull’inciviltà dei cittadini meridionali. E poi ci sono i furboni mediatici come Barbara D’Urso che nel suo programma mediocre invita ospiti che la pensano tutti allo stesso modo e uno che la pensa diversamente, in modo tale che venga subito aggredito e zittito da tutti gli altri, conduttrice compresa che, con qualche banale frase che ha sentito di dire in giro, suscita l’applauso delle pecore che belano tra il pubblico, che probabilmente non capiscono nemmeno le sue affermazioni o comunque non ci riflettono profondamente e l’accettano con superficialità. E allora chi sono gli incivili? Quelli del nord o quelli del sud? Quelli del popolo o quelli che ci governano? Quelli delle case popolari o quelli che abitano in paese o in città? Nulla si può categorizzare per nulla e in nulla. E’come se chiedessi se è più intelligente l’uomo o la donna. Sfatando tutti questi luoghi comuni, una cosa è certa: ognuno guarda la pagliuzza negli occhi altrui e non la trave nei propri occhi.
Infine, penso che non sia un’esagerazione, dunque, affermare che si discute molto meglio e con più diplomazia davanti a un bar che con questi che chiamiamo intellettuali ma che più incivili non ce ne sono. Loro danno cattivo esempio al popolo, per cui, sarebbe ora che fossimo noi a dare buon esempio a loro.

Domenico Esposito Mito

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