mercoledì 4 maggio 2011

Intervista a Vittoria Coppola, autrice del romanzo “Fino all'altra fermata – Chi ama sa”.

Vittoria Coppola è nata a Casarano e vive a Taviano. È laureata in Lingue e Letterature Straniere. Fino all'altra fermata (Edizioni Il Filo, Gruppo Albatros) è la sua prima pubblicazione.

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Ciao, Vittoria, ti do il benvenuto

Buongiorno e grazie a te!

Vuoi spiegarci un po' la questione delle omonimie dei personaggi della prima e della seconda parte del romanzo? Che cosa hai voluto rappresentare con questo? Oppure preferisci che sia il lettore, con un po' di riflessione e attenzione, a capirlo?

L'omonimia dei personaggi è un particolare del romanzo che lascerei intendere al lettore... Rafforza il legame tra le due protagoniste femminili, ma... è tutto da scoprire!

Speranza, una madre quarantenne di tre figli, si può dire che ella rappresenta, metaforicamente, appunto la Speranza che stava per morire nel cuore di ognuno e che invece è sopravvissuta?

Beh... la scelta di un nome così evocativo non è certo casuale. Si, questa donna rappresenta a tutti gli effetti la bellezza e la necessità di sperare, di credere nella forza del percorso che conduce ad una fermata successiva...

È dunque, la storia di Speranza, anche un messaggio che vuoi trasmettere ai lettori? Ovvero un messaggio di speranza appunto?


Il romanzo è sorretto dai sentimenti (i più vari) e dalla necessità di sperare in qualcosa.

C'è una parte del romanzo in cui Anita, la protagonista, s'iscrive a un corso di scrittura, per cui vorrei chiederti: ritieni importante frequentare corsi di scrittura creativa, al contrario di come altri autori affermano? 

Ritengo i corsi di scrittura molto importanti. È vero che per scrivere un libro debba esserci un'indiscussa predisposizione. Io però credo che, se dovessi scrivere oggi “Fino all'altra fermata”, non commetterei gli errori (grammaticali e non) che ho commesso. Non ho ancora avuto la possibilità di frequentare un corso, perché qui nella provincia di Lecce è difficile che ci sia. Però ho letto molto, a differenza di quanto accadeva a vent'anni.

Il tuo romanzo s'intitola “Fino all'altra fermata (chi ama sa)”. Vogliamo spiegare ai nostri lettori a cosa ti riferisci precisamente? Qual è “l'altra fermata?” 

L'altra fermata è prospettiva e speranza, allo stesso modo in cui può rappresentare un blocco, però utile, mai distruttivo. Potrei fare dei precisi riferimenti al testo... ma rischierei di svelare troppo. Lascio libera interpretazione al lettore.

Spiegaci invece l'espressione metaforica “a piedi nudi”, affiancata spesso all'altra espressione che, come abbiamo detto, dà il titolo al libro “fino all'altra fermata”. 

“A piedi nudi” ovvero con assoluta umiltà e verità. Non è necessario avere delle “scarpe alate” ai piedi per prendere quota. Così come non occorrono fronzoli all'anima per accogliere la bellezza dell'esistenza.

Quali altri progetti per il futuro nell'ambito letterario?
 
Ho scritto il secondo romanzo. Attendo le risposte da parte degli editori. Spero presto possa essere pubblicato, incrocio le dita! Il terzo è appena nato... avrà tempo e modo di crescere...

Grazie, Vittoria, ti faccio tanti in bocca al lupo per tutto!

Grazie a te per tutto, crepi il lupo!


Domenico Esposito Mito, scrittore e giornalista

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