Intervista allo scrittore Luca Favaro
Luca Favaro è nato a Treviso. E’ sposato, ha due
figli, vive a Breda di Piave (TV), lavora come infermiere in un ospedale di
Treviso, scrive, canta nel coro Gospel Sonoria ed è piuttosto attivo
nell’ambito del
volontariato. Nei pochissimi ritagli di tempo, sfida il suo daltonismo tentando
di
dipingere con,
dice lui, pessimi risultati. Ti ho
visto è il suo terzo libro, e segue Il sole in una lacrima e Il
sentiero della libertà. Leggendo le informazioni che Luca mi ha mandato per
l’intervista, man mano m’incuriosiva sempre di più e m’ispirava sempre più
domande, ma dovremmo accontentarci dello spazio che ci riserva la nostra
rivista, sperando di riuscire ad esaurire almeno la curiosità dei nostri lettori
e d’invitarli a leggere il romanzo del nostro autore.
Sul sito della casa editrice La
Gru, un estratto del libro http://www.edizionilagru.com/ti-ho-visto
Domenico Esposito:
Ciao, Luca, benvenuto a questa nostra breve intervista su L’Altra Faccia.
Luca Favaro:
Ciao! Grazie di cuore per l’invito all’intervista, a cui partecipo con molto
piacere.
Domenico Esposito:
Quando hai iniziato a scrivere e com’è nata la tua passione per la scrittura?
Luca Favaro:
La passione nasce sicuramente dalla lettura. Ho sempre letto molti libri,
fumetti o riviste. Ho avuto la fortuna di aver incontrato un maestro che ha
saputo trasmettermi la passione per la lettura così come anche per la musica.
Non saprei identificare con chiarezza il periodo in cui ho cominciato a scrivere,
credo dall’adolescenza o poco prima. Scrivevo in un diario gli avvenimenti che
mi capitavano durante il giorno, immaginando che prima o poi qualcuno lo
avrebbe letto. Adesso non so neanche che fine abbia fatto. Credo di averlo
perso. Mi è sempre piaciuto scrivere lettere alle persone che amo, anche se
ultimamente da quando scrivo racconti la cosa si è un po’ persa. Un giorno ho
mandato una lettera a un caro amico, che non è neanche italiano, vive in
America. Probabilmente devo avergli scritto qualcosa di particolarmente forte,
perché mi ha risposto manifestando un certo stupore dicendo: “E’ stata una
delle lettere più belle che abbia mai ricevuto, sei un poeta. Un raffinato e
umano poeta… “ esortandomi a scrivere libri. Essendo lui una persona che amo e stimo
molto, il suo incoraggiamento ha costituito una spinta piuttosto forte.
Domenico Esposito:
Spesso si crede che un romanzo o un racconto contenga molti spunti
autobiografici e che il protagonista sia l’alter-ego dell’autore: tu che ne
pensi? E’ così nei tuoi libri oppure sia personaggi che storie sono frutto
della tua fantasia?
Luca Favaro:
In linea di massima nei miei racconti ci sono fatti accaduti veramente, alcuni
a me, alcuni a persone che incontro quotidianamente. Racconto la verità della
vita che mi circonda, nella maggior parte dei racconti narrando in prima
persona, in altri passando lo scettro ad altri protagonisti. Nei miei libri
parlo moltissimo di me, tuttavia non mi sento di definirli autobiografici.
Domenico Esposito:
Mi dicevi che tu scrivi più per esprimere te stesso o trasmettere le tue
emozioni al lettore, piuttosto che lanciare un messaggio. Leggendo la tua
citazione, però, non mi sembra che tu non voglia trasmettere un messaggio “Lo
sai figliolo qual è il bello della vita? Che puoi sempre ricominciare da capo.”
Mi sembra un chiaro invito a non arrendersi. Inoltre, quella che tu chiami la
predilezione per gli ultimi non è un chiaro invito alla solidarietà? Questi
elementi, come anche la ricerca di Dio, non ti sembrano appunto dei profondi
messaggi trasmessi al lettore?
Luca Favaro:
Indubbiamente sì. Quando si scrive, si finisce inevitabilmente per lanciare dei
messaggi. Tuttavia non è quella la mia finalità. Non mi metto mai a scrivere
qualcosa con lo scopo di lanciare un messaggio, scrivo quello che vedo, che
vivo e che sento, spesso commuovendomi e lasciandomi trasportare dal
sentimento. Direi che più che messaggi mi piace trasmettere emozioni. Se lo
scrittore si commuove scrivendo, è molto probabile che accada anche la stessa
cosa al lettore leggendo, in un sorta di comunicazione empatica che si
trasmette attraverso la parola scritta.
Domenico Esposito:
Quelli che io ho interpretato come inviti alla solidarietà mi fanno sorgere
spontanea una domanda: pensi che la tua attività di volontariato influiscano
molto in quella di narratore?
Luca Favaro:
Certamente sì. Sia il volontariato che la mia professione di infermiere. Non a
caso il mio primo libro “Il sole in una lacrima” è una raccolta di storie vere
di malati che ho assistito nel corso della mia carriera infermieristica.
Domenico Esposito:
Il mondo editoriale è un mondo difficile in cui riuscire a emergere,
promuoversi o semplicemente a essere pubblicati: quali difficoltà stai
affrontando dalla pubblicazione del tuo primo libro fino a ora? Come riesci a
superarle?
Luca Favaro:
All’inizio la difficoltà era quella di essere pubblicato da qualcuno che non mi
chiedesse soldi. Sono molto contento di aver pubblicato “Ti ho visto” con la
Gru principalmente perché è un editore non a pagamento, ma a dire la verità, ho
ricevuto proposte da altri editori non a pagamento e questa è stata una vera
spinta in avanti per la mia autostima. Il vero problema per me adesso sta
proprio nell’emergere, nel trovare spazio, nel diffondere le mie opere. Non è facile
avere un po’ di visibilità, sono un esordiente, ai più uno sconosciuto, e
nessuno è disposto a dare spazio agli sconosciuti. Comunque alla fin fine la
cosa più importante per me è continuare e farlo con passione. Scriverò finché
farlo mi darà piacere. Poi smetterò.
Domenico Esposito:
Quali sono i tuoi autori preferiti ai quali magari t’ispiri?
Luca Favaro:
Dino Buzzati, Mario Rigoni Stern, il Mauro Corona dei primi libri. Ultimamente
leggo molti libri di esordienti o sconosciuti, e recensisco quelli che mi
piacciono sul mio blog.
Domenico Esposito:
Il tuo libro preferito
Luca Favaro:
“Finché il cuculo canta” di Mauro Corona.
Domenico Esposito:
Altri progetti?
Luca Favaro:
Sto lavorando al mio primo romanzo. Dopo tre libri di racconti, credo che i
tempi siano sufficientemente maturi per poterlo fare. Ne ho altri tre in
cantiere, di cui uno commissionato da un editore.
Domenico Esposito:
Grazie per aver accettato l’invito e in bocca al lupo per tutto.
Luca Favaro:
Grazie di cuore anche a te, e sapendo che anche tu sei uno scrittore, non posso
che augurarti buona fortuna. Un saluto anche ai miei lettori.
Domenico
Esposito
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