domenica 22 marzo 2015

La mia seconda intervista Ciro Ceruti, risalente ormai a qualche anno fa, pubblicata su L'AltraFaccia

Ciro Ceruti ai giovani: Guardate poca tv, frequentate i teatri, è lì che c’è la vera arte.
Intervista di Domenico Esposito

Pochi anni fa, ebbi il piacere di intervistare l'attore napoletano Ciro Ceruti, uno dei protagonisti della fortunata sit-com napoletana “Fuori Corso”, durata ben dieci anni. Fu proprio il sottoscritto a ricevere per primo la notizia, dallo stesso Ceruti, che lui e Villano stavano preparando il film “Fallo per papà” con altri attori della sit-com (come le simpaticissime Floriana De Martino e Simona Ceruti) oltre al famoso Giacomo Rizzo. Nella mia inesperienza, però, non seppi cogliere la notizia come sarebbe stato giusto fare, magari annunciandolo nel titolo. A distanza di due anni, apprendo da Ciro altre due belle notizie: nuovi 20 episodi della sit-com che sono andati in onda dall'otto dicembre e che purtroppo  saranno le ultime e che sta per uscire il suo prossimo film “La legge è uguale per tutti... forse”, che vanta la presenza di attori come Riccardo Garrone, il giovane e noto Gianluca Di Gennaro, Marzio Honorato, Carolina Marconi e la bella e giovane Ester Glam che interpreterà la protagonista. Ciro ci parla inoltre della situazione campana in ambito teatrale, dei suoi modelli, dei suoi maestri e dei suoi sogni. E ai giovani raccomanda: guardate poca tv, frequentate i teatri, è li che c’è la vera arte.
Domenico Esposito: Ciao, Ciro, è un grande piacere risentirti, anche se il vero piacere è stato rivedere te e gli altri nella nostra amata sit-com.  Ti do innanzitutto il benvenuto alla nostra intervista per la rivista L'Altra Faccia. Dimmi un po': da cosa e da chi nasce la decisione di riprendere la sit-com?

Ciro Ceruti: La decisione nasce sotto la continua richiesta dei nostri fan di vedere puntate nuove. In tutta onestà l’abbiamo fatto soprattutto per loro. Anche perché l’emittente per colpa di questa continua recessione del nostro paese non poteva più far fronte alla produzione. Ma per ringraziare e accontentare i nostri fan che ci seguono da più di dieci anni abbiamo praticamente lavorato gratis. Ma lo meritavano e lo abbiamo fatto con il cuore.
Domenico Esposito: Parlami un po' invece dell'esperienza del cinema che, dopo il primo film “Fallo per papà”, vi ha portati un po' fuori dal solito mondo della sit-com e da quello del teatro che sono, per così dire, gli ambienti ai quali eravate più abituati.

Ciro Ceruti: Il teatro continua a essere il mio unico e solo amore. Continuerò, se mi è permesso, a fare la tv e il cinema ma solo per avere la possibilità di fare teatro. Il sistema e il mercato teatrale oggi sono fortemente contaminati soprattutto dalla tv. E quindi questo costringe chi, come me, vuol fare teatro a prestarsi alla tv. Il cinema, a differenza della tv, ha comunque un fascino e una magia accattivante, ma ripeto: mai quanto il teatro.
Domenico Esposito: raccontaci com'è nata la collaborazione con Giacomo Rizzo e come vi siete trovati a lavorare con lui.

Ciro Ceruti: È stato un gran maestro e compagno di avventura, per me è stato un onore dirigerlo al cinema, visto che è stato il mio insegnante (frequentavo la sua scuola di teatro). E come dicevo prima lui, che allieta il pubblico in teatro da decenni e decenni, spesso è contrastato da fenomeni da barraccone provenienti dalla tv che occupano i cartelloni teatrali.

Domenico Esposito: i vostri rapporti con il regista.
Ciro Ceruti: Leopoldo Pescatore è stato la nostra regia tecnica in tutte e due i film. Che dire, ci sta insegnando un mezzo che io e Villano non conoscevamo, è una persona fantastica, sia artisticamente che umanamente. Con lui c’è sintonia, c’è affiatamento e soprattutto ci divertiamo insieme. Un lombardo che adora i napoletani, cosa rara di questi tempi.
Domenico Esposito: Per quanto riguarda, invece, il vostro nuovo film “La legge è uguale per tutti... forse”, ci dai qualche anticipazione?

Ciro Ceruti: L’uscita ufficiale è il 27 febbraio 2014. Il cast sembra ben fornito. Oltre a Lucio Pierri e  Floriana De Martino (Secondo e Bella) abbiamo un ospite d’onore che si chiama Riccardo Garrone, a girare con lui mi sono venuti i brividi, poi un attore giovane che oggi riscuote enorme successo che è Gianluca Di Gennaro, poi Marzio Honorato, Carolina Marconi, Ester Glam che è la giovane e bravissima protagonista.
Domenico Esposito: Domanda poco originale, ma che sorge sempre spontanea: com'è nata la tua passione per la recitazione?

Ciro Ceruti: Risposta poco originale ma sacrosanta, è nata con me.
Domenico Esposito: I tuoi modelli
Ciro Ceruti: Scontato, Troisi, Totò, ma soprattutto Nino Taranto, lo amo in modo esagerato. Ma devo dire che da ragazzo ho iniziato a scrivere grazie a Salemme, andavo a vedere le sue commedie e pensavo “forse posso farlo anch’ io”. Lo devo ringraziare.
Domenico Esposito: Che consigli ti senti di dare ai giovani che vorrebbero seguire la strada della recitazione?
Ciro Ceruti: Non fate ‘sto mestiere, siamo già in troppi. A Parte gli scherzi, vorrei dire una cosa ai giovani….guardate poca tv, frequentate i teatri, è li che c’è la vera arte, in tv è  tutto finto e potreste formarvi anche voi nella finzione. Lì diventereste solo prodotti usa e getta.
Domenico Esposito: Altri progetti?
Ciro Ceruti: Più che progetto, ho un sogno nel cassetto, avere un teatro in città tutto per me. E non stare più sottoposto all’imprenditoria teatrale campana che….lasciamo perdere…avremmo potuto regalare tante braccia all’agricoltura.
Domenico Esposito: grazie mille per la tua gentilezza e la tua disponibilità e per aver nuovamente accettato il mio invito.
Ciro Ceruti: Grazie a te, per la tua attenzione.



Il Cacciatore di E.M. Corder, un romanzo e un autore dimenticati. Uno strano caso editoriale e cinematografico

Iniziano da uno degli articoli che trovo più importanti, che avevo scritto su L'AltraFaccia

Il Cacciatore di E.M. Corder, un romanzo e un autore dimenticati. Uno strano caso editoriale e cinematografico

Mi fu regalata una serie di libri dalla biblioteca del mio paese. Trovandomi tra le mani un'opera di narrativa americana, tra l'altro ambientata parzialmente in Vietnam nel periodo del conflitto, la prima cosa che pensai fu che sicuramente ne fosse stato tratto un film. M'informai in rete e trovai il trailer del film con Robert De Niro (eh già, a quei tempi non conoscevo questo famosissimo film, cose che capitano). Stranamente, però, non c'era alcuna traccia del romanzo né del suo autore E.M. Corder nemmeno su Wikipedia (non sappiamo quindi per cosa stiano le due iniziali puntate). Con una ricerca più accurata, nei limiti dei mezzi e delle possibilità, ho trovato il romanzo menzionato su Google Books, edito in lingua italiana dalla Sperling & Kupfer (gruppo Mondadori), 1979. Non esistono, però, attuali edizioni italiane, ed è possibile acquistare una copia soltanto su eBay. L'edizione in mio possesso è del “Club Italiano dei Lettori”, risalente anch'essa al 1979. Sulla quarta di copertina si legge “da Il Cacciatore è stato tratto un film omonimo che ha vinto cinque premi Oscar”. Continuando a cercare in rete, su Wikipedia, in lingua inglese, si trovano poche informazioni concernenti il romanzo, molto vaghe e strane dalle quali risulta che il film di Cimino non sarebbe stato tratto dal romanzo del misterioso Corder (al contrario di ciò che si legge sulla copertina dell'edizione italiana), ma all'inverso: è il romanzo che sarebbe stato tratto dalla sceneggiatura la quale sarebbe stata tratta, a sua volta, da un altro romanzo “Tre Camerati” dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque , la cui storia però non ha nulla a che vedere con quella de “Il Cacciatore”. In effetti, però, né il nome di Corder né quello di Remarque si leggono nei titoli di testo o in quelli di coda nel film. In ogni caso, a differenza del film (considerato uno dei massimi capolavori del cinema) sia il romanzo, sia il suo autore, sono stati dimenticati. Chi è dunque E.M. Corder? Cos'altro ha scritto? Cercando ancora su Google Books, non si trovano molte altre opere di questo autore. Cliccando sul suo nome appaiono solo: “Il Cacciatore”, “The Dee Hunter” (titolo originale de Il Cacciatore) e Nickelodeon (Random House Publishing, 1976; 140 pagine) che potrebbe essere un altro libro del medesimo autore, ma di cui non si hanno, anche in questo caso, informazioni e che non sembra reperibile in Italia.
Tra le edizioni (usate) in lingua inglese (New York, Exterbook edition), datate anni '70, troviamo su Amazon, “The Dee Hunter”, in francese “Voyage Au Sout l'enfer (cioè “Viaggio all'inferno”, versione francese de IL CACCIATORE); Citizen Band (1977) che sembrerebbe, invece, un'altra opera di cui non conosciamo dettagli, tranne che è stato scritto in collaborazione con lo sceneggiatore e regista Paul Brickman (noto soprattutto per aver diretto il film “Fuori i vecchi, i figli ballano”, con Tom Cruise), che sembra quindi una sceneggiatura e non un romanzo. “Citizen Band” è infatti il titolo originale del film “Chroma-Angel Chiama Mandrake”, diretto da Johnathan Demme. Nient'altro, però, sono stato in grado di scoprire su questo misterioso autore. Non esistono infatti nemmeno articoli su Wikipedia americana riguardanti l'autore di questo emozionante e commovente romanzo. Sarebbero dunque tre le opere scritte dal Corder: un romanzo, una sceneggiatura e “Nickelodeon” che non sappiamo se si tratti di una sceneggiatura o di un libro, ma è certo che tutte e tre le opere sono molto rare e introvabili. Per quanto “Il Cacciatore” sia un classico del cinema americano e, in generale, un capolavoro cinematografico, mettendolo a confronto con il romanzo, si nota la banalizzazione di alcuni dialoghi e dell'ironia, come spesso accade. In base a questi dettagli, avvalorerei l'ipotesi che il film è tratto dal romanzo e non viceversa. Se ho ragione, viene un po' di tristezza a pensare che un film di successo sia stato tratto da un romanzo di un autore dimenticato.


Domenico Esposito, scrittore

Torniamo al blog, meglio blogger che giornalista sfruttato e persino derubato

Cari lettori, so che anche se commentavate poco, mi leggevate abbastanza. Di certo, leggevate molto di più il mio blog che i giornali con cui ho collaborato. Per entrambi i giornali ho lavorato gratis. Il primo era un mensile Il Caudino, non ero pagato, è vero, ma almeno potevo usufruire gratuitamente della loro vasta biblioteca, esisteva una vera e propria redazione, mi regalarono molti libri, se non scrivevo un mese, nessuno si arrabbiava e soprattutto quando ho presentato il mio romanzo non mi hanno derubato dicendo che “i soldi servono per sostenere l’associazione”. Con il secondo giornale, o meglio, la rivista, chiamata L’Altra Faccia (nome originalissimo, ma vabbè),- progetto a cui tenevo molto perché si prefissava di partire dalla Valle Caudina e diventare nazionale – ho collaborato in modo frenetico ed estremamente serio e impegnato. Era partito come un settimanale online. Per il nostro giovane  fondatore, non bisognava mai mancare l’impegno oppure si scombussolava tutto. Io, che quando prendo impegni, li mantengo a costo di farmi venire l’ansia, spesso ero costretto a spremermi le meningi anche quando tornavo stanco da Napoli e a corto di idee. A differenza di molti altri che facevano arrabbiare il nostro fondatore, mai un giorno in cui non mandavo l’articolo: qualche volta una recensione, un’altra volta un articolo su qualche evento culturale, altre volte ancora interviste anche a personalità di spicco, come l’attrice Cristina Arnone, Eugenia Goria (Eujenia, cantante, corista e ballerina di Paolo Meneguzzi), l’attore Ciro Ceruti e altri. La rivista, per coerenza del nostro fondatore che pretendeva serietà, spesso veniva bloccata senza avviso e senza spiegazioni. Quante volte mi è capitato di raccontare di eventi (o farli raccontare agli intervistati) imminenti che venivano pubblicati con ritardo perdendone completamente il senso! Spesso la negligenza del nostro caro fondatore mi è costata un sacco di figuracce. Tant’è che stavo pensando di abbandonare il progetto, ma ho voluto dare una speranza al fondatore, collaborando almeno con la rivista cartacea che sarebbe uscita a luglio…no ad agosto…no un attimo…be’, alla fine è uscita a ottobre e un’intervista che avevo fatto a giugno ho dovuto farla pubblicare a Ottopagine perché L’AltraFaccia, contrariamente a ciò che era stato annunciato, non uscì a luglio, ma a pochi mesi dopo: OTTOBRE!
Ai primi del mese il nostro fondatore con l’aiuto dei suoi adepti, tranne il mio che già mi ero scocciato, organizza un evento composto di : presentazioni di libri, spettacoli teatrali, danza, ecc.
Tra questi, la presentazione del mio romanzo. Perché non approfittarne, dato che ho bisogno di soldi e posso guadarci qualche spicciolo con le vendite? All’inizio un po’ titubante, poi accetto la proposta.
Vendo qualche copia e a fine presentazione chiedo al nostro fondatore “Allora, i soldi delle vendite?”
“Scusa, ma adesso qui c’è un casino” mi risponde “te li do in questi giorni, comunque il 40% va all’associazione”.
Il 40%? Io ci guadagno il 45%, giacché erano le ultime copie, volli venderle a prezzo scontato, quindi non solo non ci avrei guadagnato nulla, ma ci avrei anche rimesso per restituire la percentuale all’editore e di tasca mia? No, proprio no, ma capisco che c’è casino e mi fido perché sono sicuro sia una persona seria e che presto mi ridarà i miei soldi. Ebbene, mi sbagliavo: perché il caro fondatore, essendo andato in rosso con il tecnico, le compagnie teatrali e tutto il resto, ha pensato bene di fregarmi i soldi (beh sì, prendere i soldi da una persona senza chiederlo, nel mio mondo si chiama rubare). Ma non è finita qui: “Non posso darti i soldi, perché ho pagato il tecnico, devo dare i soldi all’attore”. Non ho capito: puoi sborsare 200 euro per il tecnico, 150 euro per l’attore, 150 alla compagnia teatrale e non riesci a dare settanta euro a me? Perché non ti togli prima il debito minore, che tra l’altro non avresti nemmeno dovuto avere dato che di solito io vendo, mi prendo i soldi e me ne vado?
“Pensa che hai avuto pubblicità” si giustifica lui e i suoi adepti dell’associazione.
Ma scusate, a cosa mi serve una pubblicità se poi non vendo e anzi ci rimetto i soldi?
“Ma tu hai venduto grazie alla presentazione che hai fatto con l’associazione!”
Certo, e che vendo a fare, se poi i soldi te li prendi tu? Ah già, la pubblicità! E torniamo al punto di partenza.
Quindi, tutte le altre associazioni che mi hanno fatto fare le presentazioni, sono stupide che non si sono prese una percentuale?
“Ma che c’entra? E’ diverso perché tu facevi parte del progetto!”
Sì, ma nessuno mi aveva detto che ci avrei dovuto rimettere di tasca mia.
“Eh, ma quello non lo sapeva”
“Eh appunto, non lo sapeva lui, come potevo saperlo io?”
Il mio errore è stato dunque quello di non ascoltare quella voce che mi diceva “lascia perdere la presentazione, abbandona adesso la rivista, se vuoi salvarti”.
Ah a proposito, intervistai  Maurizio De Giovanni ai primi di novembre, con tanta fretta perché l’articolo doveva essere assolutamente essere consegnato per i primi di dicembre e la rivista doveva uscire ai primi di gennaio. Ebbene, la rivista è uscita solo pochi giorni fa. Inoltre, i miei vecchi articoli della rivista online sono andati perduti perché il nostro caro fondatore non rinnovò il contratto del sito, per cui li ripubblicherò qui sul mio blog. Infine, se voglio una copia della rivista cartacea, dovrei anche pagarla. Capito? Dovrei pagarla due euro! Dopo tutto questo, dovrei anche pagare una copia! Il Caudino le copie me le dava gratis e anche più di una.

Ora dunque, mai più presentazioni con gente del genere (che non mi era mai capitata prima), mettere sempre prima in chiaro la situazione (che cosa ridicola chiarire una cosa così ovvia!) e ho abbandonato il giornale.  Riprendiamo a scrivere sul blog e al diavolo tutto.

giovedì 26 febbraio 2015

Chiariamo questa frase "Se parti dal presupposto che non ce la fai, è ovvio che non ce la fai"

Da quando pubblicai il mio primo romanzo, "La Città dei Matti", molte delle mie frasi "ad effetto" sono diventate dei link di Facebook, a volte le più banali. La più citata è infatti la più banale "Se parti dal presupposto che non ce la fai, è ovvio che non ce la fai", degna proprio della pagina di Favio Bolo, letta così. Molti geni letterari, infatti, commentano in modo sarcastico "cazzo che genio!" oppure "Questo fa una pippa a Dante Alighieri" (che poi, in realtà la forma corretta sarebbe "Dante Alighieri gli fa una pippa a questo", ma vabbè).  Come dar torto a questi geni letterari? Io stesso mi lamento del fatto che sia la più citata, mentre ce ne sono altre molto più belle, profonde e intelligenti. Tuttavia si sa, alla gente piace la banalità, le cose semplici, scontate e ciò che hanno bisogno di sentirsi dire; ma a ci sono anche quelli che hanno bisogno di dire qualcosa e fare sarcasmo per sentirsi superiori. Ma nel libro, com'era veramente la frase che la gente crede che io abbia concepito come una riflessione filosofica? Ben, altro, è in realtà: si tratta di un dialogo tra una donna e il protagonista. La prima cerca di incoraggiare il secondo, che è pessimista e insicuro e non crede in se stesso.
Ecco com'è costruita:

"Romolo, devi combattere anziché piangerti addosso! Così
non risolverai nulla", intervenne d'un tratto Laura rivolgendosi
al giovane.
"Lo so, Laura, ma non sempre ci riesco, non ho le forze".
"Puttanate!", gridò Laura stizzita e in modo sgarbato, facendo
sobbalzare entrambi i suoi compagni, "Soltanto puttanate!
Ma che vai dicendo? Se ragioni così, se parti già dal presupposto
che non ce la fai, è ovvio che non ce la fai. Devi acquistare
sicurezza, Romolo! Ci siamo battuti con la consapevolezza che
nessuno ci avrebbe mai ricordato né considerato, ci siamo battuti
invano? Non ci siamo battuti per salvare persone rassegnate
come te! Non eri tu colui che consigliava alla gente di
non arrendersi mai? Predichi bene e razzoli male! Alza il sedere
e lotta! Studia e vai avanti, cerca di cambiare il mondo.
Puoi farlo! Sei una persona brillante! La tua intelligenza è
straordinaria e le capacità ce le hai: sfruttale, per dio! Sfruttale!".
Il giovane chinò il capo, intimidito, un po' rattristato. Laura
fermò la macchina e gli sollevò la testa guardandolo negli occhi:
"Guardami in faccia. Non abbassare la testa. Tu puoi farcela!
Cammina sempre e solo a testa alta! Romolo, devi combattere!
Devi lottare! Non darla vinta al mondo! Non darla
vinta alla vita, sfidala! Tu sei più forte! Il tuo problema è questo,
amico mio, che ti arrendi troppo presto. Oppure che ti accontenti
subito, a torto! Romolo, se io ti dico che sei un fallito,
mi devi dimostrare che mi sbaglio. Se io ti dico che sei una
grande persona, non devi sentirti pienamente soddisfatto. Altrimenti
penserai che basti così, che quello sia il tuo limite, invece
devi sempre andare avanti, fino a quando non trovi un
muro, e se puoi, perché non sfondare anche quel muro?! Magari
ci sarà un’ altra strada aldilà di quel muro che ti porterà
ancora più avanti, e potrai salire sempre più in cima! Romolo,
non perdere mai, mai, la fiducia in te stesso, hai capito? Mai!".
Insomma, è vero che ero un po' acerbo ed ero alle prime armi, ma vista così, è davvero così banale?

domenica 13 aprile 2014

Come uscire dal messaggio di outlook sulla nuova posta in arrivo

Da alcuni giorni alcuni utenti non riescono ad uscire dal seguente messaggio, accedendo alla posta elettronica. 
Benvenuto nella tua nuova Posta in arrivo
  • Con le nuove e moderne caratteristiche di Outlook, potrai utilizzare un'interfaccia semplice, chiara e intuitiva.
  • Outlook è connesso e ti consentirà di dar vita alle tue conversazioni usando le foto, i tweet e gli aggiornamenti recenti di Facebook dei tuoi amici.
  • Outlook è efficiente e ti consente di utilizzare gratuitamente le versioni integrate di Word Web App, Excel Web App e PowerPoint Web App con 7 GB di spazio di archiviazione sul cloud in OneDrive.
  • Outlook è privato e ti consente di tenere sotto controllo i tuoi dati. Le tue conversazioni personali non vengono usate per gli annunci pubblicitari.
E naturalmente Outlook ti consente di usare uno spazio di archiviazione praticamente illimitato. Funziona sul tuo PC, su Mac, sul telefono e su tablet, inoltre limita il numero di messaggi di posta indesiderata che ricevi.
Ho notato che è inutile chiedere informazioni alla community di microsoft e non ho ricevuto alcuna risposta nemmeno su yahoo answer e su Facebook le mi richieste passano inosservate. Oggi, essendomi arrivata un'e-mail da parte di un editore che volevo assolutamente leggere, giacché ho un nuovo romanzo "nel cassetto" che vorrei al più presto pubblicare, ho tentato la fortuna: dapprima non ho fatto che innervosirmi perché cliccando sul messaggio in basso a destra "posta in arrivo" non riuscivo a risolvere nulla; dopodiché uscivo e rientravo come fosse un gioco di abilità: se notate, appena entrate vi appare la finestra "normale", per subito poi riportarvi in quell'odioso messaggio. Provate a cliccare velocemente su "nuovo" (cioè l'opzione della posta elettronica per scrivere un nuovo messaggio), dovrebbe cessare di uscirvi quel messaggio e tornare tutto normale. Per avere la conferma che sia tutto risolto, entrate in "posta in arrivo" e non dovrebbe più apparire quella finestra. Se non dovesse funzionare, come ha funzionato con me, mi scuso in anticipo, ma non sono un esperto di materie informatiche (anzi!), ma solo uno scrittore disperato al quale serve urgentemente la posta elettronica per stare in contatto con gli editori. In ogni caso, spero di essere stato utile al popolo del web. Un saluto.
Domenico J. Esposito.

giovedì 13 marzo 2014

Intervista all´attrice Cristina Arnone, a cura di Domenico J. Esposito

Cristina Arnone è un´attrice italiana. Ha studiato al liceo classico Cicognini di Prato, dove ha cominciato a recitare partecipando agli spettacoli della compagnia "Nuova Colonia" fondata e diretta da Antonello Nave. Si è laureata in Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il D.A.M.S.

Dal 2004 al 2009 ha lavorato principalmente con la Compagnia teatrale di Glauco Mauri e Roberto Sturno, ricoprendo ruoli da protagonista in classici come Delitto e Castigo di Dostoevskij e Faust di Goethe.
Ha lavorato in cinema e tv e curato registicamente i propri spettacoli da attrice "Gaia, terra di mezzo" (2005-2006) "Rebecca" (2008) e "Congelata". Ha partecipato a serie televisive come "Il giovane Montalbano", con Michele Riondino, "Carabinieri 7", "La stagione dei delitti 2" e in opere cinematografiche come "L´innocenza di Clara" di Toni d´Angelo, "Maternity Blues" di Fabrizio Cattani, "La casa sulle nuvole" di Claudio Giovannesi, "Il Caso Cindy S." di Leonardo Rossi.

Domenico Esposito: Ciao, Cristina, innanzitutto grazie per aver accettato l´invito. Cominciamo dall´inizio, leggi tutto


sabato 1 marzo 2014

Intervista di Domenico Esposito alla cantante e ballerina Eujenia, su L'AltraFaccia

Oggi proponiamo l’intervista a una giovane cantante, Eugenia Goria, in arte Eujenia, che vanta collaborazioni con artisti del rango di Max Gazzè, Paolo Meneguzzi, Mimmo Cavallo, sia come corista sia come ballerina. Eugenia ci racconta delle sue esperienze nel mondo della musica e dei suoi progetti.
Scopriamo un’artista molto in gamba, una ragazza umile e piena di sogni e ambizioni, con un curriculum di tutto rispetto. Notai Eujenia, quando continua a leggere