giovedì 19 luglio 2018
Recensione del libro "Il Romanziere" sul blog letterario "Sogni di Carta".
https://sognidicartaealtrestorie.wordpress.com/2018/07/19/recensione-il-romanziere-di-domenico-j-esposito/
venerdì 6 luglio 2018
"Il Romanziere", il nuovo libro di Domenico J. Esposito
Donato Bratti, uno scrittore in crisi e di scarso successo, si insospettisce di avere poteri soprannaturali quando alcuni avvenimenti narrati nei suoi romanzi prendono veramente forma. Quando si verificherà un grave incidente, pensando che sia colpa sua, proverà a rimediare revisionando un suo racconto. Il presunto potere sembra avere effetto sulla vittima, che si riprenderà dopo pochi giorni. Lo scrittore comincerà allora ad aiutare alcune persone salvando loro la vita. In seguito, però, utilizzerà questo potere per scopi personali ma non sempre con risultati tangibili. Scetticismo razionale e credulità condurranno allora Donato Bratti alla follia, ispirandogli una nuova opera. Il Romanziere non è soltanto un romanzo psicologico, ma anche un metaromanzo sulle difficoltà di uno scrittore che quotidianamente insegue i suoi sogni.
Clicca qui per ordinare il libro direttamente dalla casa editrice. Oppure ordinalo in libreria.
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lunedì 14 maggio 2018
Presentazione romanzo "Mad World. Il Mondo Malato" al teatro San Vittorino a Benevento
Lo scrivo soltanto adesso, ma l'11 maggio ho presentato per la quinta e probabilmente ultima volta il mio romanzo "Mad World. Il Mondo Malato". La presentazione si è tenuta al teatro San Vittorino a Benevento, nell'ambito "Una staffetta per l'Europa". Il cantautore Ivan Romano, oltre a intervistarmi sul palco, ha poi eseguito la canzone "Il Mondo Malato" tratta dal libro stesso e poi tre dei suoi brani tratti dal suo ultimo album "I giovani e la tradizione". Ecco le foto e i video.
martedì 24 ottobre 2017
Recensione del mio romanzo "Mad World - Il mondo malato" su Capitolo Zero blog
Ecco una bellissima recensione del mio libro, sul blog "Capitolo Zero". Grazie a Mariateresa per la recensione.
Clicca qui per leggerla.
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Ho saputo che il mio libro sarà tolto dal catalogo di Eretica Edizioni nel gennaio 2018
Il mio libro "Mad World. Il Mondo Malato" e tutti i libri di Eretica Edizioni, saranno tolti dal catalogo a partire dal gennaio 2018, a causa di una scissione tra l'associazione e la casa editrice. Dopodiché, tutti i libri dovranno essere nuovamente esaminati dal nuovo comitato di lettura ed eventualmente ripubblicati. Spero che il mio libro rientrerà nel nuovo catalogo. In caso contrario, chi ancora non lo avesse acquistato, può farlo tramite il sito, -world fino alla fine di dicembre oppure alla libreria "Liberamente" a Cervinara.
sabato 5 agosto 2017
Un giorno i cervinaresi mi ricorderanno così
Un giorno i cervinaresi mi ricorderanno così: "quel ragazzo che stava sempre con un libro in mano, quasi sempre da solo, che 'se non sbaglio' - dirà qualcuno - aveva anche scritto qualche libro". Per pochi sarò, come per pochi sono, "lo scrittore".
Domenico J. Esposito, scrittore.
Domenico J. Esposito, scrittore.
mercoledì 26 luglio 2017
Intervista di Domenico J. Esposito a Efrem Lettieri
Oggi ho incontrato il cantante Efrem Lettieri per intervistarlo. Mi accoglie a casa sua, piuttosto ordinata e pulita per un uomo che vive da solo. Mi prepara il caffè. Non era molto di buon umore perché lo scopo della nostra intervista nasce da alcune accuse nei confronti del musicista che non gli sono affatto piaciute. Non mi guarda in faccia, è nervoso. Questo, però, non mi ha messo a disagio. Ovviamente ne ho approfittato per fargli alcune domande sulla musica, ma mi ha chiesto di non parlare dei suoi progetti futuri né del suo gruppo, perché al momento la situazione è un po’ confusa e particolare. Stanno succedendo, nella sua vita, cose strane che non sa come andranno a finire. Mi siedo di fronte a lui, che ogni tanto si alza per controllare se il caffè è pronto. Lo versa nelle tazze e sorseggiamo. Accendo il registratore e prendo appunto sul mio quaderno. Quando inizio l’intervista, sembra calmarsi, fino a che gli faccio le ultime domande più provocatorie, quelle che aspettava, a causa di quelle che accuse che lo fanno infervorare.
Allora Efrem, innanzitutto ti ringrazio tantissimo per avermi concesso l’intervista, so che non ami molto essere intervistato.
Sì, ho notato che da quando si parla di me, ci sono molte cose che la gente non ha capito e che bisogna chiarire assolutamente. Per questo ho accettato. Sono sicuro che mi farai le domande giuste.
Certo, ma vorrei iniziare prima a parlare della tua musica. Quando e com’è nata questa passione?
Ho sempre sentito il bisogno di esprimermi in un modo diverso rispetto alle persone che si esprimono semplicemente parlando. Le canzoni mi si formavano nella testa, automaticamente e spontaneamente. Uscivo, passeggiavo e pensavo “in musica”. I pensieri erano sotto forma di canzone. È come una magia. Sembra strano, folle, ma succede esattamente così.
E poi come hai imparato a suonare? Hai fatto lezioni di canto, hai studiato musica?
Ho imparato tutto da solo. A scuola, alle medie, in educazione musicale avevo una sufficienza concessa per compassione dalla professoressa, era una tipa antipatica, che mi odiava. Se avesse potuto, mi avrebbe bocciato soltanto per quello. Eravamo come nemici. Diceva che avevo una falsa faccia da santerello. Non sopportavo il suono della diamonica a fiato, quella scolastica. Dovrebbero proibirla per legge. Si sentiva solo un enorme chiasso quando suonavano i miei compagni a lezione. Io mi sono sempre rifiutato. La musica è arte, non è una cazzo di materia scolastica, non la possono fare tutti. Il mio era un atto di ribellione. Sarebbe stato giusto proporla come attività extrascolastica per gli appassionati. Ma neanche lo avrei fatto. Io preferisco essere autodidatta.
Tu per un breve periodo avevi deciso di smettere di suonare. Hai detto spesso che “le cose alle quali ci aggrappiamo per sopravvivere a volte sono quelle che più ci uccidono”. Perché la musica ti avrebbe ucciso? E come ha fatto, invece, a mantenerti in vita?
Sai com’è, il lato negativo dell’arte è che è come l’alcol e la droga: non puoi farne a meno perché ti sembra che ti lasci in vita anche se sei morto dentro. L’arte è più benefica e positiva rispetto alle droghe, ma a volte fa male allo stesso modo: puoi trovare una sala o una piazza vuota, una scarsa quantità di pubblico, magari anche distratto, nessun applauso, niente. A volte, quando perdi tutto e credi che soltanto l’arte possa darti soddisfazione e anche questa ti delude, allora veramente ti sembra di dover mollare tutto. Ma credi che sia riuscito a mollare? Ho continuato sempre a scrivere testi. Non c’è niente da fare, non puoi farne a meno. Artisti si nasce. A volte sembra una maledizione.
Spesso nelle tue canzoni, parli del degrado della società, del male del mondo e tra questo menzioni anche l’uso di alcol e di droga da parte degli adolescenti. Non pensi, però, che quelle cose sarebbe meglio farle a quell’età piuttosto che da adulti?
Ho visto dei ragazzini che sono diventati dipendenti e sono finiti in comunità, si sono dovuti curare, oppure che non si sono mai curati e sono diventati tossici e alcolizzati. È vero che altri invece hanno iniziato da adolescenti e ora al massimo si concedono una birra alla spina, ma altri, a più di trent’anni li vedo ancora a nascondersi in gruppetti a fumare canne, quindi non è detto che se lo fai da ragazzo poi non lo fai più da adulto.
Tu stesso hai dichiarato di aver, per così dire, un passato oscuro, tra droghe, alcol e una vita piuttosto turbolenta. A questo proposito, sei stato accusato di essere contraddittorio e ipocrita, cosa risponderesti a tali accuse?
Che sono delle mezze seghe che non hanno capito niente. Avrebbero preferito che glielo dicesse un prete dall’altare? O uno che non ha mai toccato un goccio d’alcol? Uno che è nato salutista e ha condotto una vita sana? Non credo, penso che sarebbe stato molto peggio e che avrebbe suscitato risolini di scherno ancora più sprezzanti. Se io trasmetto quel tipo di messaggio, è perché so cosa significa trovare il giorno dopo le tasche vuote, benché tu sia uscito con dei soldi in mano la sera prima, ma che sono stati spesi tutti per alcol e droga, so cosa significa svegliarsi depressi dopo una notte di euforia, della quale spesso non ti rimane nulla. Quando vado a un concerto, o vado a fare una passeggiata ad osservare la bellezza del mondo, o magari trascorro una giornata in buona compagnia, mi sento molto meglio. Ci si ubriaca e ci si droga per noia, per insoddisfazione. Se trovo qualcosa che mi soddisfa, io lascio perdere quella merda. Ho visto gente invece che anche quando non è sopraffatta dalla noia e dalla monotonia, si ubriaca e si droga, come se non se ne potesse fare a meno. Io so che si può fare a meno, ma purtroppo, come ho detto nella mia canzone “sono come imprigionato, come incatenato, in questo mondo corrotto, in questo mondo malato”. Ci casco, ci casco sempre anch’io, perché non trovo nessuno che mi faccia compagnia e che mi dica ‘chi se ne frega, dell’alcol, andiamo a farci una bella passeggiata sotto le stelle, lontano dal caos del centro’. Questa non è ipocrisia, perché io ammetto e sono consapevole di fare qualcosa che mi fa male e vorrei qualcuno accanto che mi sproni a non farlo anziché accusarmi di moralismo o ipocrisia. Sono loro gli ipocriti, che non ammettono di essere perennemente insoddisfatti, di essere dipendenti e di volere, in fondo, anche loro smettere di farsi del male. È più facile accusare gli altri di essere moralisti, piuttosto che cercare una strada che ci faccia stare veramente bene e sani.
Sei uno dei pochi artisti che non utilizzano Facebook per promuovere la propria arte, hai pensato però che potrebbe servirti per farti maggiore pubblicità?
Finora se ne sono occupati i miei amici di creare eventi su Facebook e fare attività promozionali. Mi hanno spesso parlato di come funziona quel social e sinceramente voglio starne fuori. Sono un tipo solitario, e tu questo dovresti capirlo, non posso sopportare di conoscere tutti i banali pensieri delle persone, soprattutto quelli che si fingono degli intellettuali. Del resto, non me ne frega molto della visibilità, soprattutto sul web: io faccio musica perché non posso farne a meno, la musica è la spina che mi tiene in vita, la musica è una terapia, mi fa stare bene e dà un senso alla mia vita. Non sono più un ragazzino che sogna di sfondare, non voglio il successo, mi basta continuare a fare musica. Ho accettato quest’intervista, non per pubblicità, ma per chiarire le mie posizioni, le mie idee che non a tutti sono chiare. Non che m’illuda che ora le capiranno tutti, ma almeno ho detto la mia, qualcuno forse capirà meglio, qualcun altro fingerà di non capire perché è quello che preferisce e farà qualche sorriso sarcastico, accusandomi ancora di moralismo.
Grazie ancora per aver accettato, Efrem, e in bocca al lupo per tutto.
Grazie a te!
Di Domenico J. Esposito
Clicca qui per ascoltare la canzone di Efrem Lettieri “Il Mondo Malato”
Clicca qui per comprare il romanzo “Mad World – Il Mondo Malato” con protagonista Efrem Lettieri.
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