lunedì 8 febbraio 2016

Presentazione romanzo "Il Mondo Malato" di Domenico J. Esposito, in villa comunale a Cervinara.


I video della presentazione del romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" nell'ambito Salaweb live.
Una serata davvero magica. Un pubblico attento e incuriosito. Copie del libro andate a ruba. Anche le condizioni atmosferiche sono state dalla nostra parte: serata serena e fresca, dal cielo limpido. Davvero emozionante presentare un libro su un palco e sopratutto sentir cantare la canzone tratta dal libro, dal vivo e stare a fianco al cantante. Qualcuno, dal pubblico, conosceva la canzone a memoria e la canticchiava. Dopo tante difficoltà, sono tornato alla grande. 


(clicca sulla scritta viola)


"Il Mondo Malato" cantata dal vivo in villa comunale.
                                           


Clicca qui per ascoltare la canzone registrata su youtube.

Foto dell'evento





Grazie a tutti i presenti.

Domenico J. Esposito.

Clicca qui  e metti "mi piace" alla mia pagina Facebook.

Alcune delle mie interviste di quest'anno.

Clicca qui per leggere la mia intervista su Avellino.zon a cura di Giusy Navarretta, pochi giorni dopo la pubblicazione del romanzo



Clicca qui per vedere la puntata in cui sono stato ospite a Ottomattina  ho presentando il mio romanzo "Mad World - Il Mondo Malato"

Intervista di Monica Acito a Domenico Esposito per Eroica Fenice 
Clicca qui per leggere la recensione di Giusy Navarretta su Avellino.zon per parlare del libro e della canzone "Il Mondo Malato".

Intervista  a Ottomattina Estate, programma di Ottochannel, per la rubrica "Incontro con l'autore".

Intervista a Retesei insieme a Ivan Romano


Intervista a Usertv poche ore prima della presentazione e dell'evento



Domenico J. Esposito (se fossi su Wikipedia)

Poiché c’è gente che continua a cercarmi su Wikipedia, ma secondo il sito, io non sono enciclopedico, allora scherziamoci su, creando una finta pagina di Wikipedia. Ironia della sorte vuole che, sebbene la mia pagina non esista, il mio nome sia menzionato spesso sul sito. Chissà, magari un giorno… :)



Biografia
Domenico J. Esposito (già Domenico Esposito Mito) è uno scrittore di Cervinara (AV). Coltiva fin da bambino la passione per la scrittura. Durante l'adolescenza si dedica al rap, partecipando ad alcuni concerti insieme all'amico Dj Shada (Gianmarco Cioffi), producer hip hop, al quale tra l'altro ha attribuito egli stesso il nome. Studente mediocre,  marina la scuola se ne va in montagna  a leggere romanzi e dedicandosi a letture non scolastiche. Al quinto anno di scuola superiore lavora per pochi soldi come cameriere e lavapiatti in un pub vineria. Dopo il diploma, rinunciando a proseguire gli studi, lavora come stuccatore con il padre di un amico e nel frattempo inizia a scrivere il suo primo romanzo. Fonda un movimento sociale giovanile insieme a un amico, al quale parteciperà solo per un anno, finché il movimento non fallirà, conducendo un programma culturale alla radio web del movimento. Il suo primo romanzo sarà pubblicato nel dicembre del 2009, La Città dei Matti da Mon&editori, ottenendo un discreto successo e rendendolo uno degli autori più noti di Cervinara, soprattutto per la sua giovane età (24 anni). Nel 2010 svolge il servizio civile, lavorando come segretario sociale. Gestisce un blog che prende il nome del suo romanzo d'esordio, in cui sono presenti articoli, recensioni e interviste ad artisti più o meno famosi (quali l'attore Ciro Ceruti, lo scrittore Dacre Stoker, pronipote di Bram, il doppiatore Niseem Onorato, ecc.)
Nel 2011 collabora con il mensile cervinarese Il Caudino, nella cui biblioteca della redazione soddisfa la sua sete di lettura e arricchisce il suo bagaglio culturale, chiudendosi in redazione, oltre l'orario di lavoro. Nel dicembre del 2011 pubblica il suo secondo romanzo, ispirato ai fatti del G8 "Sia fatta la mia volontà - Qui nel mondo" con la casa editrice Tempesta, la quale aveva già deciso di non pubblicare più narrativa per dedicarsi alla saggistica, ma fu talmente conquistata dal lavoro di Esposito che decise di fare un'ultima eccezione. Nel 2013, Domenico si aggiudica il primo premio al concorso letterario "Il Giardino Incantato" alla sezione Poesia Adulti e nel frattempo viene invitato a reading e manifestazioni dedicate alla poesia e alla letteratura, soprattutto dalla poetessa siciliana/caudina Angela Ragusa. Nell'estate dello stesso anno, uno scrittore locale, il professor Franco Martino, lo invita a far parte della giuria del concorso "Cervinara Poesia", premio istituito per la prima volta, rivelandosi un giudice molto severo ed esigente, il che porterà (probabilmente) la sua esclusione all’edizione successiva.
L'anno dopo si aggiudica il secondo posto al premio letterario "Il Giardino Incantato", questa volta alla sezione Narrativa Adulti.
Da Ottobre fino all'anno successivo collaborerà con la rivista prima online e poi cartacea "L'Altra Faccia" fondata da Tommaso Bello e anche qui intervista artisti sia esordienti sia affermati come Maurizio De Giovanni e ancora una volta Ciro Ceruti.
Lasciata la rivista, scrive occasionalmente su giornali locali, partecipa come critico e relatore alle presentazioni di altri autori.
Nella primavera del 2015 viene ospitato come intellettuale locale nella scuola dove si è diplomato, in occasione della giornata mondiale del libro "Io leggo perché".
Invitato nuovamente a far parte della giuria di "Cervinara Poesia" nell'ambito di Cervinarte, Festival della cultura, (prima che si chiamasse così), rifiuta per dedicarsi alla sua nuova fatica letteraria "Mad World - Il Mondo Malato", pubblicato del 2016 da Eretica Edizioni.
Il 17 dicembre 2015 viene invitato di nuovo alla Einaudi di Cervinara, questa volta per un dibattito riguardo il suo primo romanzo “La Città dei Matti” con gli studenti che ne realizzano una sorta di book-trailer .
Il diciassette febbraio 2017 realizza il video "Questo non è il Bronx" in collaborazione con Gianfranco Marchese (usertv), con la voce narrante dell'attore Vito Gabriele Cioffi, video dedicato al rione di Cervinara Parc San Vito.
Opere

(2009) La Città dei Matti
(2011) Sia fatta la mia volontà - Qui nel mondo
(2016) Mad World - Il Mondo Malato 

Curiosità

- Tutte le copertine sono state disegnate dal fratello illustratore Carlo Esposito

-Il suo romanzo è menzionato dal gruppo hip hop cervinarese I Manzharda in una loro canzone "Mito nella Città dei Matti" ed è stato oggetto di studio nella scuola L. Einaudi di Cervinara, dove lo stesso autore si è diplomato.
- Nel 2011, in un'intervista a Ciro Ceruti, fece notare all'attore un errore nella sit-com: benché i protagonisti non siano cugini paterni, bensì materni, hanno lo stesso cognome.
- Nella pagina Wikiquote della doppiatrice Giulia Tarquini, la maggior fonte utilizzata è l’intervista sul blog dello scrittore Domenico Esposito
- Ha scritto un articolo riguardo il film di Micheal Cimino, intitolato Il Cacciatore di E.M. Corder, un romanzo e un autore dimenticati. Uno strano caso editoriale e cinematografico, pubblicato sulla rivista L’altra Faccia online. Riportato, in seguito alla cancellazione del giornale, sul blog dell’autore.
- È dello stesso paese che nel 2015 ha conferito la cittadinanza onoraria al cantante statunitense Peter Cincotti e allo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni.
- Il suo romanzo “Sia fatta la mia volontà – Qui nel mondo” si trova nella biblioteca della UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti)


- Fu il primo italiano a intervistare, nel 2011, lo scrittore Dacre Stoker, pronipote del celeberrimo Bram, in occasione del suo "Undead", seguito ufficiale di Dracula, con un'intervista  e una recensione molto critiche accusò lo scrittore di aver stravolto il romanzo del suo avo.

Dal romanzo "Mad World - Il Mondo Malato" è stata tratta la canzone "Il Mondo Malato" interpretata dal musicista cervinarese Ivan Romano. 

giovedì 26 novembre 2015

Il pastiche e la letteratura in dialetto nel poliziesco: Da Ingravallo a Montalbano

Il famoso attore e regista Pietro Germi, che dal romanzo di Gadda trasse il film “Un maledetto imbroglio”, non riuscì a finire di leggere il libro, come svela lo sceneggiatore Alfredo Giannetti: «in un'intervista. “Germi ne lesse metà e poi disse: ‘Senti, ma chi è l’assassino? Io non sono riuscito a capire, sono arrivato a metà. Pieno di parole complicate…’ Non l’ha mai letto”. In effetti, il Pasticciaccio di Gadda non è esattamente un libro da regalare per Natale. Proprio per questo, forse, però io l'ho amato e non sono invece riuscito a finire di vedere il film di Germi (preferendo di gran lunga lo sceneggiato con Flavio Bucci). Non è il classico giallo stile Conan Doyle al quale siamo abituati. E' invece, un giallo senza soluzione. Un'analisi della società, la quale, per Gadda, è troppo complicata perché si risolva il caso, sulla stessa linea d'onda di Svevo ne La Coscienza di Zeno.
Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana è un pasticciaccio in tutti i sensi: non solo il caso affidato al commissario, è un gran pasticcio, uno “gnommero”, un caso complicato, anzi, i due casi che non si sa se sono collegati o meno, “Quanno me chiammeno!… Già. Si me chiammeno a me… può stà ssicure ch’è nu guaio”,  ma il libro è anche una Babele, un pastiche linguistico, che alterna italiano, dialetto, arcaismi, forestierismi e latinismi. “’quacche gliuommero… de sberretà…’ diceva, contaminando napolitano, molisano, e italiano”.
All'inizio, a causa del dialetto romanesco, si può fare un po' di fatica a leggere, ma dopo aver preso confidenza con il testo, chi ama la letteratura e l'originalità in essa, troverà quest'opera sublime. Parte come un giallo, ma subirà delle variazioni. A Gadda, infatti, interessa raccontare il reale, analizzare il lavorio mentale dei poliziotti.
Il commissario dottor Francesco Ingravallo, detto Don Ciccio, è un poliziotto molisano in servizio a Roma, “non ancora cavaliere”, nell'epoca del fascismo. Mescola, infatti, - come abbiamo visto - romano, molisano e napoletano. Anche la sua lingua è un pasticciaccio. Alter-ego di Gadda, il quale, diventando funzionario della Rai, si trasferisce a Roma, dove impara il dialetto romanesco e scrive quest'opera proprio in dialetto grazie all'aiuto di alcuni amici esperti romani.
Ingravallo è un poliziotto filosofo, malinconico e introverso, non si sente amato dalle donne e, durante le indagini, infatti, invidia quei giovanotti sospettati o interrogati di cui si parla come dei seduttori, di uomini amati e ricercati dalle donne.
Anche da questo punto di vista, Ingravallo è l'alter-ego di Gadda. Il romanzo è pieno d’ironia, di satira sul duce, sulla sua figura caricaturale: “Quel pazzo che sbraita al Palazzo Chigi”, o “Il Mascellone”, e altre espressioni grottesche riguardando Mussolini. Una critica al fascismo si avvertirà sempre. Anche, per esempio, leggendo la frase “Di questi tempi esistono ancora ladri e assassini?” Un'espressione sarcastica contro il luogo comune di alcuni contemporanei nostalgici che descrivono, a torto, il regime fascista come una società di totale ordine sociale.
Il commissario Ingravallo è amico dei coniugi Balducci che un giorno lo invitano a cena. Liliana, la moglie, soffre perché non è riuscita ad avere figli. Qualche giorno dopo, la contessa Menegazzi viene derubata dei suoi gioielli. Questo furto, che agita tutto il palazzo, precede un altro crimine: l'assassinio di Liliana Balducci. Ingravallo è incaricato dell'indagine. Iniziano i sospettati: Giuliano, colui che ha scoperto il cadavere, cugino di Liliana. Il prete, padre spirituale di Liliana.
Le domestiche: una di loro ha avuto una relazione con il marito. La scena dell'indagine si sposta sui castelli romani. Dalle indagini, risulta che il sospettato avesse una sciarpa verde. Tutto porta all'arresto di Ines: da lì si risale al proprietario della sciarpa: Enea Retalli, detto Igino. La sciarpa era finita in lavanderia, una lavanderia che copre una casa di appuntamenti in cui si trova una certa Zamira, con le sue giovani prostitute. A Gadda piaceva molto l'idea di scrivere un giallo, soprattutto perché attratto dalla cronaca nera. Dietro questo delitto, c'è un conflitto irrisolto. Per Gadda il giallo è l'orizzonte da cui far emergere un groviglio. Il giallo è esso stesso un “pastiche”. Trovare il senso in una vicenda apparentemente insensata. Gadda, come Ingravallo, ama l'ordine e nota che il mondo è in disordine. Il pasticciaccio è un'opera realista che presenta meccanismi narrativi e linguistici e una duplicità di personaggi e scene: furto e omicidio, le scale sono due. Insomma, il due è un numero corrente, nel romanzo.
Ora andiamo verso il presente, a una letteratura dei giorni nostri, facciamo un breve confronto con uno degli autori più letti del nostro secolo.
Potrebbe solo essere una mia impressione, ma leggendo le prime righe del Pasticciaccio, ho notato una certa somiglianza con i romanzi di Camilleri, un po' per la personalità di Ingravallo, per certi versi analoga a quella del commissario Montalbano, pigro, introverso, sonnolento ma sveglio allo stesso tempo; un po' per il registro linguistico che alterna italiano e dialetto. Certo, la lingua siciliana e lo stile di Camilleri sono molto più fluidi rispetto al pastiche di Gadda che talvolta utilizza i due punti dove potrebbe benissimo utilizzare la virgola o i puntini sospensivi, ma non è un caso se Camilleri si era ispirato proprio a Ingravallo, quello interpretato proprio da Pietro Germi nel film “Un maledetto imbroglio”, per la fisionomia di Montalbano. Lo descrive, infatti, così, molto differente dall'immagine celebre di Zingaretti tant’è che l’attore stesso riconosce che:

Camilleri diceva che sì, ero un bravo attore, ma non ero il suo Montalbano. L'aveva scritto pensando a Pietro Germi, con i baffi, quella sua andatura, i capelli. E ancora ci tiene a dire che non si è mai ispirato a me, che l'autentico Montalbano è altro da Zingaretti. Così come vi sono differenze tra il Pasticciaccio e i romanzi di Camilleri: nel primo, infatti, il registro linguistico cambia continuamente e non si limita, come nel caso di Camilleri, ad alternare l’italiano ed un solo dialetto, ma è addirittura “polifonico”. Tuttavia, il famoso commissario Montalbano, quello letterario, assomiglia, quanto alla fisionomia, all’Ingravallo cinematografico di Germi, a livello caratteriale, all’Ingravallo letterario, ma Ingravallo non si sente amato dalle donne, mentre Montalbano è fidanzato con Livia ed è amato dalle donne. Se andiamo, però, a vedere anche gli altri commissari letterari, nati successivamente, – a partire dal Santamaria di Fruttero fino al Ricciardi di De Giovanni, sembrano tutti nati da una cellula del malinconico Ingravallo.

Domenico Esposito, scrittore

lunedì 8 giugno 2015

“Libriamoci” – 2^ edizione – 26/31 ottobre 2015

Dal 26 al 31 ottobre 2015 si terrà la seconda edizione di "Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole". Il programma si svilupperà attraverso reading, maratone e incontri speciali che potranno prevedere la presenza di illustri autori, presenza di forte rilievo culturale, fondazioni e associazioni.

della Redazione

Nell'ambito delle attività previste dal protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, si inserisce l'iniziativa "Libriamoci", realizzata grazie al lavoro del Centro per il Libro e la Lettura.

 La seconda edizione di "Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole" si terrà dal 26 al 31 ottobre 2015 e l'auspicio è che diventi un appuntamento annuale del calendario scolastico.

L'obiettivo di tale iniziativa è di riuscire a coinvolgere il maggior numero di studenti, avvicinandoli ai libri attraverso attività di lettura ad alta voce organizzate con gli insegnanti, senza alcun fino valutativo, ma con l'unico scopo di far riscoprire ai più giovani il piacere della lettura e la possibilità di sfruttare il proprio tempo in modo costruttivo ed educativo, con la piacevole compagnia di un buon libro. Il programma si svilupperà attraverso reading, maratone e incontri speciali che potranno prevedere la presenza di illustri autori, presenza di forte rilievo culturale, fondazioni e associazioni.

Gli insegnanti sono pertanto invitati ad inserire queste attività nel POF degli istituti scolastici e a organizzare attività di lettura ad alta voce che coinvolgano gli studenti. All'iniziativa possono partecipare scuole di ogni ordine e grado.

Per avere suggerimenti e informazioni, per condividere i propri progetti e per organizzare le iniziative (contattando associazioni, autori, biblioteche, lettori, etc...), gli insegnanti potranno avvalersi del nostro sito, dove saranno rese note tutte le iniziative segnalate dalle scuole, grazie al coordinamento del Centro per il Libro e la Lettura.

Si ricorda che chi aderisce alla campagna descrivendo sul sito l'iniziativa riceverà un attestato di partecipazione e parteciperà all'estrazione di 50 premi in libri tra le prime 1000 iniziative registrate.

In considerazione del valore dell'iniziativa le SS.LL. sono pregate di assicurare la più ampia e tempestiva diffusione dell'iniziativa in oggetto presso le istituzioni scolastiche.

Fonte: http://www.libriamociascuola.it/?p=830

domenica 22 marzo 2015

Presentazione Bumerang di Aniello Troiano a Cervinara

Domenica scorsa ho avuto il piacere di presentare nel mio paese a Cervinara, "Bumerang", il romanzo d'esordio di Aniello Troiano, giovane scrittore di San Martino Valle Caudina. Un romanzo che vi consiglio. Lettura piacevole, scorrevole e divertente, una sorta di commedia nera ambientata proprio nella nostra zona  (in Valle Caudina, per chi non lo sapesse) che racconta la nostra realtà. Prossimamente, la mia recensione su Sololibri.net


(In foto: a sinistra il giornalista Peppino Vaccariello, al centro l'autore Aniello Troiano e a destra io, lo scrittore Domenico Esposito).

Ultima intervista per L'AltraFaccia online, allo scrittore Luca Favaro

Intervista allo scrittore Luca Favaro

Luca Favaro è nato a Treviso. E’ sposato, ha due figli, vive a Breda di Piave (TV), lavora come infermiere in un ospedale di Treviso, scrive, canta nel coro Gospel Sonoria ed è piuttosto attivo
nell’ambito del volontariato. Nei pochissimi ritagli di tempo, sfida il suo daltonismo tentando di
dipingere con, dice lui, pessimi risultati. Ti ho visto è il suo terzo libro, e segue Il sole in una lacrima e Il sentiero della libertà. Leggendo le informazioni che Luca mi ha mandato per l’intervista, man mano m’incuriosiva sempre di più e m’ispirava sempre più domande, ma dovremmo accontentarci dello spazio che ci riserva la nostra rivista, sperando di riuscire ad esaurire almeno la curiosità dei nostri lettori e d’invitarli a leggere il romanzo del nostro autore.  
Sul sito della casa editrice La Gru, un estratto del libro http://www.edizionilagru.com/ti-ho-visto

Domenico Esposito: Ciao, Luca, benvenuto a questa nostra breve intervista su L’Altra Faccia.
Luca Favaro: Ciao! Grazie di cuore per l’invito all’intervista, a cui partecipo con molto piacere.
Domenico Esposito: Quando hai iniziato a scrivere e com’è nata la tua passione per la scrittura?
Luca Favaro: La passione nasce sicuramente dalla lettura. Ho sempre letto molti libri, fumetti o riviste. Ho avuto la fortuna di aver incontrato un maestro che ha saputo trasmettermi la passione per la lettura così come anche per la musica. Non saprei identificare con chiarezza il periodo in cui ho cominciato a scrivere, credo dall’adolescenza o poco prima. Scrivevo in un diario gli avvenimenti che mi capitavano durante il giorno, immaginando che prima o poi qualcuno lo avrebbe letto. Adesso non so neanche che fine abbia fatto. Credo di averlo perso. Mi è sempre piaciuto scrivere lettere alle persone che amo, anche se ultimamente da quando scrivo racconti la cosa si è un po’ persa. Un giorno ho mandato una lettera a un caro amico, che non è neanche italiano, vive in America. Probabilmente devo avergli scritto qualcosa di particolarmente forte, perché mi ha risposto manifestando un certo stupore dicendo: “E’ stata una delle lettere più belle che abbia mai ricevuto, sei un poeta. Un raffinato e umano poeta… “ esortandomi a scrivere libri. Essendo lui una persona che amo e stimo molto, il suo incoraggiamento ha costituito una spinta piuttosto forte.

Domenico Esposito: Spesso si crede che un romanzo o un racconto contenga molti spunti autobiografici e che il protagonista sia l’alter-ego dell’autore: tu che ne pensi? E’ così nei tuoi libri oppure sia personaggi che storie sono frutto della tua fantasia?
Luca Favaro: In linea di massima nei miei racconti ci sono fatti accaduti veramente, alcuni a me, alcuni a persone che incontro quotidianamente. Racconto la verità della vita che mi circonda, nella maggior parte dei racconti narrando in prima persona, in altri passando lo scettro ad altri protagonisti. Nei miei libri parlo moltissimo di me, tuttavia non mi sento di definirli autobiografici.

Domenico Esposito: Mi dicevi che tu scrivi più per esprimere te stesso o trasmettere le tue emozioni al lettore, piuttosto che lanciare un messaggio. Leggendo la tua citazione, però, non mi sembra che tu non voglia trasmettere un messaggio “Lo sai figliolo qual è il bello della vita? Che puoi sempre ricominciare da capo.” Mi sembra un chiaro invito a non arrendersi. Inoltre, quella che tu chiami la predilezione per gli ultimi non è un chiaro invito alla solidarietà? Questi elementi, come anche la ricerca di Dio, non ti sembrano appunto dei profondi messaggi trasmessi al lettore?
Luca Favaro: Indubbiamente sì. Quando si scrive, si finisce inevitabilmente per lanciare dei messaggi. Tuttavia non è quella la mia finalità. Non mi metto mai a scrivere qualcosa con lo scopo di lanciare un messaggio, scrivo quello che vedo, che vivo e che sento, spesso commuovendomi e lasciandomi trasportare dal sentimento. Direi che più che messaggi mi piace trasmettere emozioni. Se lo scrittore si commuove scrivendo, è molto probabile che accada anche la stessa cosa al lettore leggendo, in un sorta di comunicazione empatica che si trasmette attraverso la parola scritta.
Domenico Esposito: Quelli che io ho interpretato come inviti alla solidarietà mi fanno sorgere spontanea una domanda: pensi che la tua attività di volontariato influiscano molto in quella di narratore?
Luca Favaro: Certamente sì. Sia il volontariato che la mia professione di infermiere. Non a caso il mio primo libro “Il sole in una lacrima” è una raccolta di storie vere di malati che ho assistito nel corso della mia carriera infermieristica.
Domenico Esposito: Il mondo editoriale è un mondo difficile in cui riuscire a emergere, promuoversi o semplicemente a essere pubblicati: quali difficoltà stai affrontando dalla pubblicazione del tuo primo libro fino a ora? Come riesci a superarle?
Luca Favaro: All’inizio la difficoltà era quella di essere pubblicato da qualcuno che non mi chiedesse soldi. Sono molto contento di aver pubblicato “Ti ho visto” con la Gru principalmente perché è un editore non a pagamento, ma a dire la verità, ho ricevuto proposte da altri editori non a pagamento e questa è stata una vera spinta in avanti per la mia autostima. Il vero problema per me adesso sta proprio nell’emergere, nel trovare spazio, nel diffondere le mie opere. Non è facile avere un po’ di visibilità, sono un esordiente, ai più uno sconosciuto, e nessuno è disposto a dare spazio agli sconosciuti. Comunque alla fin fine la cosa più importante per me è continuare e farlo con passione. Scriverò finché farlo mi darà piacere. Poi smetterò.
Domenico Esposito: Quali sono i tuoi autori preferiti ai quali magari t’ispiri?
Luca Favaro: Dino Buzzati, Mario Rigoni Stern, il Mauro Corona dei primi libri. Ultimamente leggo molti libri di esordienti o sconosciuti, e recensisco quelli che mi piacciono sul mio blog.

Domenico Esposito: Il tuo libro preferito
Luca Favaro: “Finché il cuculo canta” di Mauro Corona.
Domenico Esposito: Altri progetti?
Luca Favaro: Sto lavorando al mio primo romanzo. Dopo tre libri di racconti, credo che i tempi siano sufficientemente maturi per poterlo fare. Ne ho altri tre in cantiere, di cui uno commissionato da un editore.
Domenico Esposito: Grazie per aver accettato l’invito e in bocca al lupo per tutto.
Luca Favaro: Grazie di cuore anche a te, e sapendo che anche tu sei uno scrittore, non posso che augurarti buona fortuna. Un saluto anche ai miei lettori.


Domenico Esposito

Intervista a Eujenia (Eugenia Goria), sempre per quella che FU L'AltraFaccia

Intervista alla cantante e ballerina Eujenia

Oggi proponiamo l’intervista a una giovane cantante, Eugenia Goria, in arte Eujenia, che vanta collaborazioni con artisti del rango di Max Gazzè, Paolo Meneguzzi, Mimmo Cavallo, sia come corista sia come ballerina. Eugenia ci racconta delle sue esperienze nel mondo della musica e dei suoi progetti.
Scopriamo un’artista molto in gamba, una ragazza umile e piena di sogni e ambizioni, con un curriculum di tutto rispetto. Notai Eujenia, quando, in una delle sue tappe in tour con Mimmo Cavallo, si esibì proprio nel mio paese, a Cervinara. Avevo quindi in mente già da tempo, di intervistarla e ora finalmente abbiamo l’occasione di scambiare qualche chiacchiera.

Domenico Esposito: Ciao, EuJenia, Benvenuta a questa nostra intervista per L’AltraFaccia, è davvero un piacere intervistarti.

Eujenia: Il piacere è mio, grazie per questa bellissima opportunità di farmi conoscere meglio!

Domenico Esposito: Raccontaci innanzitutto dei tuoi esordi e del tuo primo approccio con la musica

Eujenia: Avevo circa sei anni, ero in vacanza con la mia famiglia in Sardegna e ricordo che il cantante che lavorava nel villaggio mi fece cantare un brano di Patty Pravo, dopo aver insistito molto a causa della mia timidezza. E' stata la prima volta che ho cantato con un microfono e per me è stata quasi una magia, ancora oggi è una sensazione che mi porto dentro quando canto.
Professionalmente il mio esordio è stato in studio, quando ho partecipato alla registrazione di un brano di Paolo Meneguzzi, "Love".

Domenico Esposito: Cosa ti affascina dell’ambiente musicale e quali, invece, sono le difficoltà che deve affrontare una giovane cantante durante il suo percorso artistico?

Eujenia: Sono affascinata dalla possibilità di far diventare le mie passioni un lavoro, e dunque di poter vivere di questo. Ovviamente le difficoltà sono tante, come in tutti i settori non solo quello dell'industria musicale, e di questo negli ultimi anni ne siamo tutti testimoni. Uno degli aspetti da valutare è il fenomeno dei talent, da qualche anno a questa parte sembra che se non partecipi a un programma non combinerai mai nulla. Io non sono contro i talent, anzi ammetto di aver partecipato un anno ad alcuni provini, esperienza che mi è servita per crescere e capire su cosa lavorare. La conseguenza da considerare è che poche produzioni investono nei giovani che non hanno acquisito visibilità tramite i talent, questo ti porta a dover essere produttore di te stesso artisticamente ed economicamente e a dover prendere tutte le decisioni, a volte giuste a volte sbagliate, decisioni e responsabilità che però ti permettono di imparare il mestiere.

Domenico Esposito: Che cosa consigli, quindi, ai giovani che vogliono intraprendere la tua stessa strada?

Eujenia: Penso che noi giovani non dobbiamo scoraggiarci, e anche se raggiungere un piccolo obiettivo sembra difficile, ciò che mi dico sempre per andare avanti è " Fai qualcosa", nel senso che anche la più piccola azione fa la differenza, e tutto nella vita torna indietro, o almeno questo è quello in cui credo io. Forse non immediatamente, ma presto o tardi coglierai il frutto del tuo lavoro.  
Prima pensavo che da sola non ce l'avrei mai fatta, che avevo bisogno di terze persone per combinare qualcosa, poi ho capito che tutte le persone che hanno raggiunto i loro obiettivi sono sempre partite da sole (guardando documentari e leggendo biografie di vari artisti), e dopo sono arrivati gli altri a portare al livello massimo le loro potenzialità!  Una cosa fondamentale è imparare a usare qualsiasi strumento tecnologico che possa aiutarti a realizzare la musica che hai in testa, come per esempio i software musicali Logic, Pro Tools etc.…non aver paura a seguire il proprio istinto, e studiare, studiare e studiare. Per ricordarmi che si può sempre migliorare m’ispiro a una frase di Aristotele: "Noi siamo quello che facciamo ripetutamente. L'eccellenza, quindi, non è un atto ma un'abitudine”.

Domenico Esposito: Parlaci un po’ del tuo progetto che hai intitolato con il tuo nome “Eujenia”.

Eujenia: E' un progetto musicale che vuole unire ciò che più amo di due mondi, il sound americano r'n'b hip hop per la parte musicale, e la bellezza della melodia e dei testi italiani. Ovviamente sto ancora sperimentando, ma questo è l'obiettivo finale, tutto unito nell'aspetto live del progetto, in cui la danza è parte complementare della musica. Per me sono inscindibili. Quando scrivo e scelgo un suono, immagino già come vorrei la parte coreografica.

Domenico Esposito: Quando hai iniziato a cimentarti nella composizione dei brani?

Eujenia: Quando sono partita con l'idea del progetto, ho cercato degli autori, ma quasi subito mi sono messa in gioco e ho deciso che volevo fare qualcosa di veramente mio, consapevole che sarebbe stato, ed è ancora difficile.
Per prima cosa ho ascoltato autori di qualsiasi genere, facendo attenzione a ogni particolare di testo e melodia, poi ho studiato alcuni libri che approfondivano tecnicamente la scrittura, e poi…ho provato e riprovato. Ho tanto da imparare ancora, e spero un giorno di lavorare con veri autori e imparare da loro.


Domenico Esposito: Raccontaci, invece, il tuo primo approccio con la danza

Eujenia: Mi ricordo la mia prima lezione di danza come se fosse ieri. La danza è il mio primo amore, è ciò che mi ha migliorato nella mente e nel carattere, se studiata seriamente e non come passatempo, ti cambia la vita. I ballerini sanno a cosa mi riferisco!  E' spesso sottovalutata, ma è un'arte stupenda…io purtroppo in questi ultimi anni l'ho messa un po' da parte per dedicarmi al mio progetto, e spero ne sia valsa la pena!


Domenico Esposito: Hai avuto la fortuna di collaborare con degli artisti famosi, del rango di Paolo Meneguzzi e Mimmo Cavallo. Come ti sei trovata a lavorare con loro?

Eujenia: Benissimo! Ho sempre provato un grandissimo rispetto per tutti gli artisti con cui ho lavorato. Sono stata molto fortunata perché ho avuto l'immenso onore di stare sul palco con Brian May, non si può descrivere l'emozione! Poi successivamente sono stata in tour con Max Gazzè, Mario Venuti, Matteo Becucci e Simona Bencini.  Con Mimmo Cavallo ho visto un vero cantautore preparare i suoi brani in studio, vedere i testi scritti a mano, fogli su fogli di parole …Paolo ora per me è un amico, sul palco con lui e la band c'è un'atmosfera bellissima ormai siamo una piccola famiglia in tour! Sono molto grata per le esperienze che ho fatto e spero di farne altrettante!

Domenico Esposito: Come sono nate le collaborazioni con questi cantanti?

Eujenia: Con Paolo ho visto il bando su internet dell'audizione, cercavano una ballerina-corista e quindi mi sono presentata, ed è andata bene! Con Mimmo perché il mio ragazzo che è musicista, suonava nel suo spettacolo, e cercavano una ballerina che sapesse anche cantare, quindi ho fatto una prova con lui ed è andata bene di nuovo!

Domenico Esposito: I tuoi sogni nel cassetto

Eujenia: Il mio sogno nel cassetto è riuscire ad avere una vita piena di progetti da realizzare e di felicità con la mia famiglia….penso quello che desideriamo tutti!

Domenico Esposito: Grazie per aver accettato l’invito e in bocca al lupo per tutto.

Eujenia: Crepi! Grazie di tutto e a presto!


Domenico Esposito